°All'ombra di Sebastian (parte 1)

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30 settembre 1891

Caro diario,

questa mattina, attenta a non farmi vedere da nessuno, sono uscita dal castello per incontrare Oneiro ed accompagnarlo nella sua missione.

Non è stata una sensazione piacevole quella di sgattaiolare fuori dal castello all'insaputa di Sebastian, ma non volevo discutere o allarmarlo.

Ho utilizzato l'uscita della torre dell'orologio, solitamente la zona meno vissuta del castello, soprattutto la mattina e, a maggior ragione, la domenica.

Qualcun altro deve aver fatto la mia stessa pensata però, perché ho sentito due voci confabulare e, istintivamente, ho rallentato i miei movimenti per evitare di fare rumore. I due ragazzi erano vicino l'uscita che avrei dovuto attraversare e, mentre pensavo a cosa fare, se tornare indietro o aspettare, ho riconosciuto le voci di Emmett e Octavia.

«Non è colpa mia se non ha funzionato! La mia idea è stata geniale, ma che vogliono da me?!» Octavia si stava sfogando con il suo amico e io, nascosta dietro un'armatura, cercavo di tendere l'orecchio per capire di cosa stessero parlando.

«Mi spiace dover essere io a fartelo notare, ma sono d'accordo con loro. L'idea era sicuramente brillante, ma che a realizzarla ci fosse una mano acerba è stato evidente!»

«Acerba a chi?!» Octavia, scottata dalle parole del suo amico, lo afferrò per la cravatta verde e lo tirò a sé scagliando aggressivamente le sue labbra contro quelle di Emmett mordendole. Il ragazzo ricambiò con famelicità, premendo il suo corpo possente su quello della ragazza che poggiava la schiena contro il muro di pietra.

Dovevo andare via, ma i due Serpeverde non accennavano a smettere, anzi!

Emmett afferrò le cosce di Octavia, sollevandola, e le sue gambe abbracciarono la vita del ragazzo in una stretta ben salda. I loro gemiti sembravano rimbombare tra le ampie mura spoglie della stanza.

Aaah, le mie povere orecchie!

Non potevo uscire da quella direzione, dovevo per forza tornare indietro, ma proprio mentre stavo per mettere un piede fuori dalla porta da cui ero entrata, urtai contro l'armatura di metallo dove ero nascosta un attimo prima.

«C'è un pervertito che ci spia!» Sentii urlare a Octavia mentre prendevo a correre a tutta velocità in direzione dell'uscita opposta a quella della torre dell'orologio.

"Non volevo dare nell'occhio, e invece guarda che bel casino!" Mi rimproverai, correndo.

Raggiunsi il punto in cui Oneiro mi stava aspettando fuori dalle mura del castello: «Presto, andiamo. Usciamo da qui!» Dissi a Oneiro afferrandolo per un braccio e continuando a correre in direzione opposta al castello.

«Hey, quanta fretta! Non ti facevo così impaziente!» Mi seguii sorpreso e divertito.

Quando fummo abbastanza lontani da non vedere più il castello, coperto dai fitti alberi della foresta proibita, si arrestò bruscamente e, afferrandomi per il polso, si accertò di far frenare anche me: «Credo che ora possiamo rallentare, che dici?»

Mi fermai a riprendere fiato, cercando di riacquistare una frequenza cardiaca normale.

«Non volevi farti vedere perché Sallow non sa che sei con me?» Chiese sorridendo maliziosamente, divertito da quello che per lui sembrerebbe essere un gioco.
Cercai di divincolare il mio polso dalla sua presa, ma prima di lasciarlo andare rispose alla sua stessa domanda con una risatina: «Non lo sa.»

«Oneiro!» Esclamai seria: «Discrezione. Sono qui per farti un favore.»

Si girò di spalle e iniziò a camminare dinnanzi a me con le mani in tasca, con gli angoli della bocca curvati all'insù e guardandomi, soddisfatto, con la coda dell'occhio.

Hogwarts Legacy | Diario del 6° anno 1891 - 1892 IN REVISIONEDonde viven las historias. Descúbrelo ahora