°All'ombra di Sebastian (parte 2)

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Deglutendo a fatica, ci scambiammo uno sguardo nervoso, ma decidemmo di affrontare la situazione insieme. La porta si aprì lentamente con un cigolio spettrale, prima ancora di poggiare una mano su di essa, mostrando una figura minuta e incappucciata che si palesò davanti a noi.

«Benvenuti, viandanti curiosi. Cosa vi porta nel mio umile rifugio?» Ci chiese la strega con voce stridula e il viso nascosto dal cappuccio del mantello scuro.

«Stiamo cercando... una cura» Dissi, guardando Oneiro titubante, il quale era concentrato a scrutarsi intorno.

«Una cura? Ma io non sono una curatrice, mia cara streghetta.» Sogghignò la figura incappucciata, enfatizzando la sua ultima parola, portando alla luce la nostra differenza di età ed esperienza.

L'attenzione di Oneiro tornò sulla conversazione «Non cerchiamo una cura convenzionale, infatti.» Il suo tono era calmo e si muoveva con ritrovata sicurezza, estraendo dalla tasca del soprabito la pergamena con raffigurata la runa e parte della divinazione di Isidora, porgendola verso la strega.

Per qualche secondo la casa rimase avvolta dal completo silenzio, se non per lo scricchiolio del fuoco del caminetto. Non posso descrivere l'espressione assunta dalla strega, in quanto ancora nascosta dai suoi abiti.

«È una divinazione incompleta, e so con certezza che la restante parte è stata interpretata alla bell'e meglio, vendendo un incantesimo alla persona che - prima di me - è venuta qui con la medesima pergamena.» Continuò Oneiro, non ricevendo segni dalla figura difronte a noi.

«Non posso parlare degli accordi presi con gli altri acquirenti» Sentenziò la strega, voltandosi per tornare nel suo banco di lavoro, probabilmente, riprendendo ciò a cui stava lavorando prima della nostra interruzione.

«No, certo. Non sto chiedendo questo. Diciamo che io sono il nuovo acquirente e voglio una magia che annulli quella fatta in precedenza. Quanto mi costerebbe?»

«Ogni oggetto o incantesimo ha un prezzo, e non mi riferisco solo a monete d'oro. La magia esige un tributo, sia esso tempo, emozioni o sacrifici. Sicuro di essere disposto a dare ciò di cui ho bisogno per eseguire la tua richiesta? Sei sicuro piccolo corvo?»

Oneiro si aggiustò il soprabito e riprese compostezza, cercando di apparire più sicuro di sé possibile.
Stava, probabilmente, riflettendo sull'errore di aver indossato l'uniforme scolastica, e quasi mi sarebbe venuto da prenderlo in giro per una simile svista. Lo potevo capire dal fare nervoso con cui prese a mordersi l'interno della guancia.

In questo modo, la strega sapeva che davanti alla sua porta si erano presentati due studentelli di Hogwarts, ostentando una falsa sicurezza e, probabilmente, peccando di eccessiva confidenza nelle proprie capacità; il tutto senza richiedere alcuno sforzo da parte sua per giungere a tale conclusione.

«Sentiamo la richiesta allora» Rispose Oneiro, mostrando uno dei suoi sorrisi accattivanti.

«Richiede il tuo dispendio di tempo e sacrificio di energia. Ciò che mi occorre è una chiave magica dotata di volontà propria, è antica, ed è dorata. Si nasconde e cambia spesso posizione per non farsi trovare, ma hai un vantaggio, mio piccolo corvo: la chiave non esce mai dalla tua scuola!»

«Tutto qui? Allora basterà tornare con la chiave, ma come faccio a riconoscerla?»

«Oh, la riconoscerai quando la vedrai. Non hai mai visto niente di simile» Sogghignò la strega.

«Che presunzione! Come fai a sapere che non ho mai visto nulla di si-» La frase di Oneiro venne bloccata prima che potesse finire, la strega allungò la sua mano, afferrando con una presa decisa le sue guance.
Non era una mano rugosa, anzi, sembra abbastanza giovane e ben curata.

Hogwarts Legacy | Diario del 6° anno 1891 - 1892 IN REVISIONEDonde viven las historias. Descúbrelo ahora