Capitolo 3

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Appena arrivai a casa, lanciai le chiavi sul mobile d'ingresso, sperando come ogni giorno, che non cadessero per terra.

Mi sbottonai i primi bottoni della camicia, dato che stavo iniziando a sentire caldo e poi accesi il condizionatore.

Mi versai un bicchiere d'acqua e accesi la tv.

Senza neanche farmi una doccia e mettermi il pigiama, mi buttai sul divano e presi i documenti che mi aveva dato il mio tutor, del quale ancora non sapevo il nome.

Iniziai a leggerli e c'era scritto tutto quello che avremmo dovuto fare.

Una cosa mi colpì molto, "riproduzione in scala di questo palazzo" .

Scoppiai a ridere
«Ma questo è matto» dissi.

A malapena sapevo riprodurre una porta, figuriamoci un edificio.

Di quel calibro poi, era praticamente quasi tutto vetro, come avrei dovuto fare.

Notai la firma sotto.

Liam Jackson Carter, oh, avevo scoperto anche come si chiamava adesso.

Poggiai i documenti sul tavolino di fronte al divano e poi andai a prepararmi per dormire.

No... Cioè, forse magari mi sarei vista prima un film e poi, forse, mi sarei addormentata.

• • • •
Appena aprii gli occhi, mi accorsi che erano le otto.

«Aspett- CHE?!» ero in ritardo, la prima lezione era già incominciata.

Corsi in bagno e feci mille cose contemporaneamente.

«Maledizione» imprecai mentre mi infilavo le scarpe.

Afferrai tutto e uscii dall'appartamento.

Misi subito in moto e poi partii alla velocità della luce.

«Ehi ragazzina, va più piano!» urlò un signore mentre correvo per la strada.

«MI SCUSI» dissi anche se non ero sicura che col casco mi avrebbe sentita.

Scrollai le spalle e arrivai finalmente all'università con mezz'ora di ritardo.

Corsi per i corridoi e appena arrivai davanti alla mia classe, senza neanche bussare, aprii la porta di soppiatto.

La professoressa che stava parlando, s'interruppe di colpo e si voltarono tutti contro di me.

Vidi Alice portarsi una mano in faccia mentre Michelle con il labbiale mi diceva "stupida" e bhe in effetti non aveva torto.

«Signorina, più tardi la voglio qui, da sola» disse e poi mi fece accomodare.

Salii le scale per raggiungere le mie amiche e poi mi sedetti di fianco a loro.

«Ma che diamine ti salta in mente, oggi verranno anche persone molto importanti per offrirci dei corsi» disse Alice ed io poggiai la testa sul banco.

«Forse stanotte non ho visto l'orario...» dissi e Michelle rise.

«Shhh» sentimmo dire dalla professoressa.

«Questo perché ti avevamo detto di non fare tardi» continuò
«Sembri mia madre» dissi
«Anche se non la conosco, confermo» disse Michelle e poi mi diede il cinque.

«Michelle!» disse Alice bisbigliando.

«Senti Ashley, per te potrà anche non essere importante perché già ti hanno offerto uno stage, ma a noi no e potrebbe essere anche la nostra occasione»
«Si ma se io faccio tardi non dovrebbe essere un vostro problema» ribattei
«Non sto dicendo questo, solo che dovresti essere più responsabile avvolte» sospirai.

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora