Capitolo 13

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Il giorno dopo
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Erano le 19 ed io ancora mi stavo asciugando i capelli.

«FAI SEMPRE TARDI ASHLEY» urlai mentre correvo nel corridoio per prendere il vestito in camera.

Mi ero distratta troppo a finire una serie su Netflix e non avevo fatto caso all'orario.

Ricevetti un messaggio sul cellulare ma decisi di non aprirlo altrimenti avrei perso altro tempo.

Indossai il vestito e mentre mi asciugavo i capelli, cercai con lo sguardo di capire che trucchi usare.

Nulla di troppo complicato.

Mi truccai e non riuscivo a fare un cazzo di eyeliner.

Controllai l'orario ed erano le otto meno venti.

PORCO DUE.

Ok calmiamoci.

Appena finito presi il telefono dato che mi era arrivato un altro messaggio.

Liam?... Come aveva il mio numero? Vidi un altro messaggio di Gabriel ed era qui fuori.

«MINCHIA LE SCARPE» corsi a metterle e poi mi spruzzai un po' di profumo.

Appena aprii la porta, avevo il fiatone.

«Ciao» dissi sorridendo e lui notando la mia difficoltà a respirare, si mise a ridere
«Tutto bene?» chiese ed io annuii.

«Sisi, allora... Andiamo?» dissi
«A prima che mi dimentichi...» sparì dietro la porta per prendere qualcosa sulle scale.

«...Questa è per te» disse porgendomi una rosa rossa.

«Grazie» dissi afferrandola.

Fu un gesto carino da parte sua.

Spensi le luci nell'appartamento e poi scendemmo con l'ascensore.

«Non sapevo che guidassi» dissi appena entrai in macchina.

«In realtà ho preso da poco la patente, però già giudo da un sacco» rispose.

In effetti, aveva 23 anni, che idiota che ero.

«Posso accendere lo stereo?» chiesi e lui annuii.

Avviai i Chase Atlantic e lui sorrise.

«E io non pensavo che ascoltassi questo tipo di musica» disse e mi pentii subito di averla messa, di solito nessuno sapeva che tipo di canzoni ascoltavo.

«No cioè, si è avviata da sola...» mentii.

Amavo i Chase Atlantic ma tra quelli che conoscevo, non li amavano particolarmente.

«Però è bella, no?» disse
«Beh, diciamo» disse e mi poggiai contro lo schienale.

Appena arrivammo, scesi dall'auto e lui mi porse la mano.

Dalla villa proveniva un gran fracasso.

All'entrata ci aspettavano Michelle e Alice.

«Uu, ma guarda, siete arrivati insieme?» disse Michelle mentre abbracciavo Alice.

«Si, sono passato a prenderla in realtà» rispose Gabriel e lei mi guardò con una faccia strana.

No Michelle, non è affatto come pensi.

Almeno questo avrei voluto dirgli, ma restai in silenzio.

Appena entrammo notai com'era arredata la villa.

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora