Capitolo 4

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«Volevo chiedere una cosa in realtà» dissi e lui alzò lo sguardo.

«Mi dica» oh, adesso aveva ripreso con le formalità?

«Perchè devo riprodurre in scala questo palazzo? Cioè... Io non...» mi trovai in difficoltà ad esprimere ciò che volevo dire
«Non sapete come si fa» disse ed io annuii.

«Infatti è una cosa che dovrà fare alla fine di questo stage, devo prima insegnarvi a farlo» ohhhh, ora avevo afferrato il concetto.

Idiota.

«Bene, allora...» lui si alzò dalla scrivania e si diresse alla libreria.

Afferrò qualche progetto e me li portò davanti.

Appena poggiò i fogli sulla scrivania, sbuffò alzando gli occhi al cielo.

«Senti, evitiamo queste formalità, tanto ormai» disse e tornò quello di prima.

Aveva finto un falso comportamento e ora già si era stufato.

Risi e lui mi trucidò con lo sguardo.

«Scusa» dissi.

«Posso sapere perché oggi sei uscita dall'aula? Vorrei la verità» disse mentre apriva i progetti di alcuni edifici e li sistemava sulla scrivania.

«Ma ti ho detto la verità» il mio tono ironico e la mia voglia improvvisa di ridere, non mi faceva risultare affatto convincente, ma era la verità.

«Tu non volevi vedermi» disse ed io rabbrividii.

«E come mai non avrei voluto vederti? Non ti conosco neanche» dissi e risi
«Avevi ancora il viso assonnato stamattina, ho dedotto che non volessi farti vedere da me in quello stato» disse e in effetti quasi quasi aveva centrato il punto...

«Avevo fatto tardi... Ma non sono uscita dall'aula per non vederti» ero uscita soprattutto perché mi sentivo di troppo.

«Allora perché?» chiese poggiando entrambe le mani sulla scrivania e incrociando il mio sguardo.

Sospirai.

Distolsi lo sguardo
«Mi sembrava di averti detto che non mi piace esprimere i miei problemi personali» lui sospirò.

«Giusto, scusa» disse sedendosi e poi decise di cambiare discorso.

«Dunque, questi sono alcuni dei progetti già realizzati. Sai riconoscere qualche edificio?» mi chiese incrociando le braccia e assumendo una posizione autoritaria.

«Ahm... Questo è city hall, mentre questo Bradbury Building» dissi e lui annuì.

«Bene» disse e poi mi disse di seguirlo.

Uscimmo dall'ufficio e attraversammo il lungo corridoio.

Ricevetti molte occhiate da diversi uomini e sentii una mano decisa sul fianco.

Era quella di Liam.

Appena lo guardai, lo beccai a guardarmi.

«Stammi vicina» disse avvicinandomi a lui e poi tolse la mano.

Quel contatto mi fece sentire al sicuro, in qualche modo.

Entrammo in una grande sala e notai molti uomini seduti ad un tavolo lunghissimo.

Avevano tutti dei progetti da presentare.

«Parteciperai ad una delle mie riunioni, osserverai soltanto, così imparerai come dovrai comportarti in futuro» disse e poi mi fece mettere di fianco a lui, in piedi, davanti a tutti.

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora