Capitolo 17

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Appena arrivai a casa, mi sbattei la porta alle spalle e mi ci poggiai con la schiena.

Presi un profondo respiro e poi mentre cercai di mantenere la calma, mi andai a fare una doccia.

Non gli avevo neanche chiesto come avesse fatto ad avere il mio numero, ieri sera mi aveva mandato un messaggio che non avevo neanche letto.

Appena uscii dalla doccia, presi il cellulare per leggere il suo messaggio.

Liam
Come stai?

Oh, mi aveva domandato questo.

Sospirai e iniziai a prepararmi per lo stage.

Speravo che appena arrivata, avrebbe fatto finta di nulla, non avevo voglia di riprendere quel discorso.

Si fece mezzogiorno ed io scesi dal palazzo per raggiungere il garage.

Indossai come mio solito, casco e guanti.

Dato che mancava un'oretta e mezza, decisi di prendere la strada più lunga e andai sull'autostrada.

Non c'erano molte macchine, ma sicuramente la strada si sarebbe riempita da lì a poco.

Pian piano iniziai ad accelerare e quando fui bloccata al semaforo, accesi la playlist.

Portavo solo una cuffia ad un orecchio, si non dovevo farlo, ma non alzavo più di tanto il volume.

Appena il semaforo si fece verde, sfrecciai davanti a tutta la fila di macchine che mi erano davanti.

Arrivai a 100 km orari e accelerai sempre di più.

Quando ero nervosa, la moto in qualche modo riusciva a calmarmi.

Durante il tragitto, cercai anche di ricordarmi i vari titoli delle canzoni che stavo ascoltando.

Una che riuscii a capire subito era "Moth to a flame" e "pray for me".

Nella playlist avevo principalmente canzoni dei Chase Atlantic, the weekend, Taylor Swift, Eminem e gli Arctic Monkeys.

Gli altri cantanti neanche lì ricordavo.

Oh si, lana del ray, l'amavo.

Ma perché stavo pensando solo alla musica in quel momento?

Iniziai a rallentare quando notai dei ragazzi in moto, più che moto era uno scooter e c'era un ragazzo alla guida, con una ragazza dietro, senza casco tra l'altro.

Spalancai gli occhi appena vidi una macchina a tutta velocità, correre verso di loro.

Diedi un'ultima occhiata alla macchina e poi corsi vicino a loro

Con la moto li spinsi fuori dalla corsia e cademmo tutti.

Appena caddi, sbattei col gomito a terra e sentii un dolore atroce al braccio.

Qualche secondo dopo, la macchina ci sfrecciò di fianco.

«Tutto apposto?» dissi cercando di togliermi il casco.

Per fortuna non li avevo fatti cadere di getto, li avevo solo fatti scivolare.

Avrei voluto trovare un altro modo per farli levare da lì, ma non c'era tempo.

Corsi verso la ragazza e si teneva la testa dolorante.

«Hai sbattuto la testa?» chiesi preoccupata.

COME CAZZO AVEVA FATTO A SBATTERLA?

«Nono, non preoccuparti»
«Grazie» disse il ragazzo mettendosi vicino a lei.

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora