Capitolo 23

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Appena Liam interruppe il video, si voltò infuriato verso Blake che stava tremando da testa a piedi.

In qualche modo mi fece pena.

«Esigo delle spiegazioni immediatamente, prima che vi sbatta fuori di qui ovviamente» disse Liam.

Io me ne stetti in silenzio
«Io ecco...» guardò me con sguardo supplichevole e mi scappò un sorriso.

Mi voltai per non guardarlo.

«Non volevo farle nulla» disse ed io mi innervosii.

Se prima mi ero voltata per non guardarlo, adesso mi ero girata di scatto per ammazzarlo.

«Come?» dissi e lui mi fissò
«È vero, volevo solo il registratore con il quale mi hai ricattato» disse ed io feci per avvicinarmi a lui.

«Ma come cazzo ti permetti razza di-» Liam mi afferrò per la vita e mi tenne salda a lui.

Provai qualcosa di strano in quel momento.

«Fa parlare me» mi disse all'orecchio e poi mi lasciò.

«Non è una valida motivazione per quello che stava per fare, se ne rende conto Adams?» disse e Blake se ne stette in silenzio.

«Mi scu-»
«Non voglio io le vostre scuse, inginocchiatevi davanti a lei e poi lascerete questo edificio immediatamente» CHE? CHE CAZZO AVEVA DETTO? Ma era pazzo, stava esagerando ora, a me sarebbero bastate delle semplici scuse, anche se da lui non mi aspettavo fossero sincere.

Blake strabuzzò gli occhi e poi mi guardò.

«Sto aspettando» continuò Liam.

Lo vidi deglutire e poi si avvicinò a me, io rimasi pietrificata.

Si inginocchiò davanti a me e mi chiese scusa.

«Bene, ora può alzarsi e andarsene» disse Liam dopo averlo fatto stare così per qualche minuto.

Guardai entrambi finché Blake non uscì dall'ufficio e Liam si mise davanti al monitor per assicurarsi che se ne fosse andato.

Appena Blake lasciò l'edificio, lui mi rivolse la sua totale attenzione.

«Perchè l'hai minacciato tu?» mi chiese ed io fui costretta a spiegargli tutto.

«Mh, cerca di fare la paladina della giustizia con persone che sai di poter gestire» disse ed io rimasi sorpresa.

«Lo stavo gestendo benissimo» dissi
«Si certo, come no» rispose
«Che mi hai fatto venire a fare oggi allora?» dissi cercando di cambiare discorso.

«Perchè voglio portarti in un posto, stasera» disse ed io aggrottai la fronte
«Un posto? Io avrei da fare» risposi.

«E dove dovresti andare?» chiese.

Avrei dovuto dirglielo? Si, tanto che sarebbe cambiato.

«Al bar dove lavora un mio amico» dissi e lui strabuzzò gli occhi, poi tornò composto.

«...Bar?» aggrottai la fronte
«Si, perché?»
«Vieni con me, non andarci stasera» disse alzandosi.

«E dove dovremmo andare?» dissi
«Vestiti come tuo solito, ti passo a prendere per mezzanotte, fatti trovare giù» disse ed io rimasi perplessa.

«Mezzanotte?»
«Che c'è, ti ubriachi ad una festa oltre le due e hai paura di venire con me a mezzanotte? Guarda che non voglio ucciderti, mi rimarresti sulla coscienza» disse ironico ed io incorciai le braccia al petto.

«D'accordo, non ho intenzione di fare tardi» dissi e lui annuì.

Poi me ne andai.

• • • •
Pov ~Liam~
• • • •

Appena la ricciolina uscì dall'ufficio, presi il telefono e chiamai mio fratello.

«Cameron, sto arrivando» dissi
«Di già?» chiese ed io risposi di si, poi staccai e uscii dall'ufficio.

«Amore, già te ne vai?» disse Ava appena passai davanti la segreteria.

«Si, ho da fare. Ci vediamo domani» dissi e la lasciai così.

Avvolte mi sentivo in colpa a comportarmi in quel modo con lei, ma che potevo farci.

Avrei fatto di tutto per poter trovare l'assassino di Amelia.

Appena entrai in macchina, feci partire la playlist e alzai il volume.

Sull'autostrada sfrecciai, dovevo sbrigarmi perché per la serata avevo in serbo una bella sorpresa per la ricciolina.

Appena arrivai sul posto, cercai con lo sguardo mio fratello.

«Cameron, dove cazzo sei» dissi
«Signore, siamo qui» mi voltai appena trovai un mio sottoposto dietro di me.

Chiusi l'auto e poi andai con lui.

«Fratellone» disse dandomi una pacca sulla spalla ed io lo scostai.

«A che punto siete?» dissi e si guardarono.

«Guarda tu stesso» disse spostando il tendone.

Entrai nel giardino e il nostro capanno stava venendo davvero bene, non era un capanno come tutti gli altri in realtà, lo avevo fatto fare a due piani, in un piano c'erano le telecamere opportune a vedere tutto quello che succedeva lì dentro, mentre al piano di sotto... Beh c'era tempo per spiegare cosa avrei fatto lì dentro.

«Bene»
«Ahm solo una cosa...» mi voltai verso Cameron.

«Cosa» lui sospirò
«Axel, non vuole più collaborare» CHE?

«Ma state scherzando spero»
«No, ha conosciuto la ragazzina e oltre a stargli altamente sul cazzo, non vuole fargli del male» neanche io volevo fargli del male, o almeno non più, ma gli altri non lo sapevano.

«Ho detto che a lei ci penso io, nessuno la toccherà se non sarò io a farlo, non dovete neanche guardarla, CI SIAMO CAPITI?» alzai la voce nervoso e poi mi passai una mano fra i capelli.

«Trovate Axel e fatelo venire qui, immediatamente» ordinai e tutti si misero a lavoro, tranne Cameron, come sempre.

«Ma tanto che c'importa di lui? Non ci è mai servito a niente» disse
«A no? Tra di voi è il più forte se ne vogliamo parlare» dissi incrociando le braccia al petto.

«Ma vaffanculo» disse
«Lo abbiamo trovato signore» ci voltammo entrambi verso Axel che già era lì.

«Ho sentito tutto, non c'è bisogno che mi spieghi di nuovo la cantilena» disse e poi sospirai passandomi una mano sul viso.

«Allora che vuoi fare» dissi
«È un'amica di mia sorella, stai facendo tutto un cazzo di casino per cosa? La tua ragazza è morta ormai Carter!» gli diedi uno schiaffo che gli fece voltare il volto e poi l'afferrai per il colletto della maglia.

«Azzardati di nuovo a parlare di lei e ti ammazzerò con le mie stesse mani» sibilai e lui mi rise in faccia.

«Sai cosa ho capito da quando è venuta quella ragazzina qui? Che ti ha fatto un brutto effetto a discapito tuo ovviamente, ti sei innamorato di lei ma non vuoi accettarlo» spalancai gli occhi.

«Smettila di sparare cazzate»
«E se ti dicessi che quando è venuta a casa mia, me la sono portata a letto? Ti darebbe fastidio?» lo feci finire per terra.

Perché stavo reagendo così? Mi aveva innervosito, sapere lei venir toccata da qualcuno, mi faceva innervosire.

«Smettila fai come vuoi» dissi pacato, ovviamente non sapevo se quello che aveva detto era vero, quindi perché avrei dovuto innervosirmi così tanto?

Sospirai
«Allora se non è vero quello che ho detto, dimostramelo» disse rialzandosi
«Puoi pensare quello che vuoi, non ti dimostrerò niente»
«ALLORA LA VUOI UCCIDERE SI O NO?» digrignai i denti.

«Non sono affari che ti riguardano, sto da poco più di tre mesi a dire che non dovete toccarla, il resto non vi riguarda. Adesso voglio che te ne vai, puoi anche non tornare più» dissi e poi me ne andai.

Il mio piano non era quello di far del male alla ricciolina, ma era imparentata con l'assassino, quindi qualcosa forse sapeva, dovevo solo scoprire cosa, poi l'avrei lasciata in pace e sarei sparito dalla sua vita per sempre.

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𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora