Capitolo 35

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Aspettai che finirono di discutere e ad una certa, cercai di filarmela ma uno mi afferrò il polso e mi tenne inchiodata agli armadietti.

«Che cazzo stai facendo» dissi e Blake si voltò verso di me
«Ora basta!» disse nervoso e poi me lo scostò di dosso.

In quel momento non c'era persona più confusa di me, al mondo.

«Fate un po' i maturi, avete 24 anni a testa, è normale il modo in cui vi comportate?!» io sorrisi.

«Se non ti levi subito dal cazzo...»
«Che fai eh?» disse lui sfidandoli
«Blake stai facendo sul serio? Ci siamo sempre divertiti così»
«E NON STATE BENE!» sobbalzai appena alzò la voce
«State ancora a comportarvi così perché mai nessuno ha avuto il coraggio di denunciarvi, altrimenti stareste già a fare i cagnolini chissà dove, in realtà non siete nessuno, solo dei buffoni» avrei tanto voluto fargli un applauso, ma preferii godermi la scena.

Uno fece per dargli un pugno ma lui lo bloccò.

«Non ti azzardare» no, non sarebbe finita bene, uno contro sei non mi sembrava la migliore delle situazioni.

«Andiamo» dissi afferrandolo per la spalla e scoppiarono tutti a ridere.

«E da quando tu e lei vi parlate?» sospirai
«Non rispondergli, forza» bisbigliai e lui mi seguì.

«Ma dove pensate di andare!»
«CORRI!» urlai e iniziammo a correre chissà dove.

«Vieni con me» disse Blake e iniziò a fare strada.

Arrivammo in un aula vuota e ci chiudemmo dentro.

Mi mancava l'aria e per di più ero stanca morta per non aver dormito, non avrei resistito per molto.

Mi sedetti e poggiai la testa sulla cattedra.

«Cazzo non mi ero accorto che quest'aula fosse così alta» disse lui voltandosi a vedere i posti a sedere.

«Bhe, è un'università, che ti aspetti» risposi e lui scrollò le spalle.

«Piuttosto, in queste notti è passata la fata turchina e farti cambiare pensiero?» dissi e lui aggrottò la fronte
«Oh, giusto» sospirò e poi si passò una mano sul viso
«Ti chiedo scusa per il mio modo sconsiderato di comportarmi. Ho capito i miei errori e a dir la verità sin dalla prima volta che ti ho evitata mi sono sentito in colpa, solo che mi hai fatto innervosire con la storia del registratore lì...» disse vago ed io sospirai.

«Vabbe, ma dopo questa non voglio più vederti» dissi stando il più lontana possibile da lui
«Me lo aspettavo» disse
«Comunque grazie per prima» lui sorrise e poi si voltò appena sentimmo delle botte pesanti sulla porta.

«APRI STRONZO!» urlarono da fuori ed io mi alzai.

«Apri» dissi e lui si voltò verso di me
«Ma che cazzo dici, hai capito cosa hanno intenzione di fare?»
«Non ci sono riusciti fino ad adesso, secondo te ci riusciranno ora?» domandai e lui scosse la testa
«No, non apro, non sono così bravo a difendermi da sei persone»
«Non fare il codardo, prima hai bloccato un pugno, non fai così schifo dopotutto e in ogni caso ci sarei anch'io» lui scoppiò a ridere
«Tu?» incrociai le braccia al petto e alzai un sopracciglio.

«Avresti qualcosa da dire?»
«Sono più forti di te, fidati, una volta che ti hanno afferrata, non ti mollano» come no.

«Se non apri non usciremo mai da questa situazione e comunque non possiamo più scappare» dissi
«Porca miseria ma chi me l'ha fatto fare» aprì la porta di scatto e caddero tutti a terra.

Mi constrinsi a trattenere le risate.

Probabilmente stavano tutti spingendo sulla porta per aprirla.

«Potremmo raggiungere un accordo, che dite?» disse Blake ed io mi portai una mano in fronte.

«Non c'è nessun accordo, se ti toglierai di mezzo allora nessuno si farà male» disse uno, minchia ancora non conoscevo i loro fottuti nomi, che nervoso.

«E che cazzo volete allora?» domandò
«Lei» disse il biondino indicandomi dalla soglia della porta.

Deglutii il vuoto, no, dovevo affrontarlo ora altrimenti non sarei più stata in pace, ma dopotutto era al quinto no? Poi non l'avrei più rivisto, quindi avrei anche potuto fuggire da lì.

E INVECE ASHLEY VUOLE COMPLICARSI LA VITA.

Il biondino si fece strada tra i suoi amici e lentamente si avvicinò a me.

Blake si mise davanti e l'altro rise.

«Togliti»
«Neanche per sogno» rispose.

Lui fece per dargli un pugno, così spinsi Blake via di lì e diedi un calcio al biondo, che subito dopo si calò a terra dolorante.

«Minchia» disse e lo guardarono tutti.

Ero stanca adesso
«Pensate a come sopravvivere una volta laureati anziché perdere tempo» dissi e poi me ne andai.

Più nessuno osò seguirci ed io tirai un profondo respiro.

«Come cazzo hai fatto» disse Blake dietro di me
«Sono troppo stanca per darti spiegazioni e sono già in ritardo, quindi ci si vede. Ciao» dissi e poi tornai in classe.

Appena poggiai la mano sulla maniglia, iniziai a vedere ombrato.

Cazzo.

Mi poggiai contro il muro e poi mi sedetti a terra.

Quell'ora l'avrei saltata.

Mi serviva un po' di zucchero, almeno mi sarei ripresa un po', ma a chi avrei dovuto chiedere? I corridoi erano vuoti e Blake era tornato in aula.

Chiusi gli occhi e aspettai che il giramento di testa cessò, così da potermi alzare.

Ma appena mi misi in piedi, le gambe cedettero e tornai a sedermi.

Avrei dovuto dormire stanotte, mi faceva male non riposare abbastanza.

La porta della mia aula si aprì e vidi Michelle uscire fuori.

Si guardò attorno e poi finalmente si voltò verso di me.

«Ashley, cazzo! Stai bene? No, stai male, aspetta, che devo fare, no-»
«Michelle, calmati, sto bene, puoi prendermi un po' d'acqua?» chiesi e lei annuì.

Gli diedi la chiave del mio armadietto e mi prese l'acqua.

«Non è meglio metterci lo zucchero?» disse
«C'è l'hai?» lei sorrise
«Aspetta» si allontanò un attimo e poi tornò saltellando con una bustina di zucchero in mano.

«Ecco, tieni» disse porgendomi acqua e zucchero mischiati insieme ed io deglutii tutto.

«Come ti senti adesso?» chiese
«Meglio, non preoccuparti» dissi e poi cercai di alzarmi
«Aspetta, ti aiuto» disse e mi fece mettere un braccio attorno alle sue spalle.

«Vuoi andare in infermeria?» mi chiese ed io scossi la testa
«Tra poco mi passa, non è niente sta tranquilla, non ho dormito stanotte, per questo»
«Ma sei cogliona allora» disse ed io risi.

Mi aiutò a sedermi su una sedia che si trovava nel corridoio e lei si sedette per terra.

«Ti consiglierei di tornare in aula se non vuoi una cazziata dalla professoressa»
«Non m'interessa, tu sei più importante, tornerò con te in aula» sorrisi e aspettammo che mi sentissi meglio.

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𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora