Non posso credere di averlo fatto

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Quando era più giovane, Henry si era fabbricato di nascosto uno zaino, nella remota eventualità che, un giorno, potesse uscire dalla torre, alla ricerca delle luci fluttuanti. Al di là di ogni più rosea previsione, finalmente era arrivato il momento di usarlo davvero. 

Riempì le tasche interne con alcune cosine che gli sarebbero potute tornare inutili, e nel vano più ampiò piazzò David, in modo che affrontasse la discesa in tutta sicurezza. Dopodiché si fece una lunga treccia, la legò intorno all'armadio e, con la padella sottobraccio e lo zaino in spalla, balzò sul davanzale della finestra, sentendosi come un falchetto pronto a spiccare il suo primo volo.

<<Allora vieni, principino?>> esclamò Flynn, che aveva già iniziato a scendere aiutandosi con due frecce.

Henry fece un respiro profondo. Si trovava in bilico: da un lato c'era l'occasione a lungo attesa, che gli prometteva un intero mondo a sua disposizione; dall'altra la stanza in cui aveva sempre vissuto, piena di ricordi tutto sommato allegri, ma allo stesso tempo piccola, buia e incapace di contenere i sogni che gli agitavano l'animo. Sarebbe stato capace di osare e inseguirli? Doveva farlo, aveva pazientato così tanto per quel momento, e poi nessuno avrebbe mai voluto confinarsi in una torre per sempre.

Forza e coraggio!

<<Reggiti forte, David>> sussurrò, per poi contare fino a tre e saltare giù con una risata euforica, girando su se stesso, mentre Flynn si appiattiva alla parete per non essere travolto.

Fu una discesa rapida, e quando il ragazzo giunse infine alla base della torre allungò timidamente un piede dopo l'altro, toccando l'erba. Era fatta.

Si prese qualche istante per rifiatare, sciogliersi i capelli e far uscire David dallo zaino, dopodiché si guardò intorno e rimase a bocca aperta, con la felicità che aumentava a dismisura. Era lì, era lì per davvero, fuori dalla torre. Poteva sdraiarsi sull'erba, più morbida, elastica e profumata di quanto avesse mai immaginato. Poteva accarezzare i fiori, prendere in mano un soffione ed esprimere un desiderio. Poteva lasciarsi accarezzare dal vento, che sembrava chiamarlo a voce piena per condurlo lontano, verso luoghi fantastici da esplorare. Poteva saltare nell'acqua fresca dei ruscelli come un bambino. Poteva fare tutto quello che voleva, perché per la prima volta in ventisei anni si sentiva del tutto libero. Era una sensazione surreale, ma meravigliosa.

Spinto da un impulso a cui non seppe resistere, cominciò a correre quasi avesse le ali sotto i piedi, lontano, sempre più lontano, tallonato da un David festante e un Flynn che, ne era certo, cominciava già a pentirsi di aver acconsentito fargli da guida (o da babysitter, come forse quest'ultimo avrebbe sostenuto), anche se ormai non poteva rimangiarsi la parola. Corse sempre più forte, sempre più veloce, e correndo sentì che la sua vita, finalmente, era davvero iniziata.

Dopo aver attraversato una grotta e aver raggiunto una radura, si fermò un attimo a riprendere fiato.

<<Non posso credere di averlo fatto>> sospirò sorridendo con tutto il viso, mentre le farfalle gli svolazzavano intorno e gli uccellini cantavano.

Ma purtoppo, quando si tocca con mano una grande felicità, il dubbio e la tristezza attendono dietro le quinte per fare la loro mossa e colpire, e neanche in questo caso fecero eccezione. Bastò infatti pensare quelle sei parole a far balenare nella mente di Henry l'immagine del volto di Padre Jeffrey, uccidendogli il sorriso sulle labbra.

<<Papà sarà così furioso>> mormorò.

Nei minuti successivi, fu come se sulle spalle gli si fossero posati due suoi alter ego, uno vestito da angelo e l'altro vestito da demone, pronti a dare battaglia e a ridurlo a uno straccio emotivo.

Il mio nuovo sogno ||Red, White & Royal Blue AU||Where stories live. Discover now