Ho un sogno anch'io

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D'accordo, il tentativo di insinuare i dubbi nella mente del principino si era rivelato un completo fallimento, ma Alex non era il tipo che si arrendeva facilmente, e aveva già pronto un asso nella manica, che gli avrebbe consentito di riottenere la bisaccia e chiudere per sempre quella fin troppo improbabile alleanza con la sua nuova nemesi. Era meglio così: non aveva senso, né faceva bene alla salute, che due ragazzi ostili l'uno verso l'altro continuassero a viaggiare insieme prolungando la sofferenza. Appena fossero andati ognuno per la propria strada sarebbero stati più felici, ne aveva la certezza. Doveva solo pazientare ancora un po', giusto il tempo di girare l'angolo e giungere a destinazione.

<<Oh, eccolo là! Il Bell'Anatraccolo!>> esclamò sollevato, avvistando la locanda che tante volte lo aveva ospitato.

Si trattava di una struttura piuttosto bizzarra, pendente e dalle forme tondeggianti, collocata nei pressi di una quercia simile nell'aspetto, la cui chioma ricordava una mano intenta a proteggere il tetto. Il viale che conduceva ad essa era delimitato da una traballante staccionata di legno, e sopra un palo, appesa a una catena, dondolava un'insegna sulla quale era raffigurato un anatroccolo dorato. Nel complesso appariva come un luogo alquanto accogliente, perfetto per i viaggiatori stanchi in cerca di ristoro, e ad Alex piaceva tantissimo.

D'istinto si voltò a studiare il volto di Henry per capire cosa ne pensasse, essendo quella la prima costruzione che vedeva all'infuori della torre, e gli sembrò incuriosito e affascinato. Non solo dal luogo, ma anche dagli animali di grossa taglia legati all'esterno, anch'essi una grande novità per lui.

<<Niente male, vero? Un posticino tranquillo e caratteristico, perfetto per te. Non preoccuparti, nessuno vuole che ti spaventi e rinunci subito alla tua impresa>> disse, trattenendo un sorriso malandrino. In realtà si augurava che accadesse l'esatto opposto, e le probabilità erano piuttosto alte.

<<Beh, in effetti sembra accogliente>> ammise Henry <<E poi, mi piacciono gli anatroccoli e i cavalli.

Stavolta Alex dovette fare sforzi sovrumani per non scoppiare a ridere. Era fatta, tutto stava procedendo secondo i piani, e il povero principino non immaginava neanche lontanamente cosa lo aspettava. Avrebbe avuto una gran brutta sorpresa.

<<Perfetto!>> rispose con entusiasmo, per poi avvicinarsi all'ingresso della locanda insieme ai suoi (di lì a poco non più) compagni di viaggio.

Contò mentalmente fino a tre per prepararsi allo spettacolo, dopodiché aprì la porta di scatto.

<<Zahra! Il tuo tavolo migliore, prego!>> esclamò ad altissima voce, attirando l'attenzione di tutti i presenti.

Il Bell'Anatroccolo era un luogo magico, uno stanzone caotico e affollato solitamente avvolto in una sinfonia di strumenti musicali e voci che ridevano, cantavano e narravano storie. Ma ora quelle voci si erano zittite, dalla prima all'ultima, perché i loro proprietari avevano spostato l'attenzione sui nuovi arrivati, e li stavano guardando con sospetto. Molti di essi indossavano abiti scuri e presentavano una gran varietà di caratteristiche a dir poco pittoresche: alcuni, avevano la testa calva o un uncino al posto di una mano o entrambe le cose, altri avevano visi sfregiati, occhi sporgenti, gote barbute, corpi muscolosi e così via. Inoltre erano tutti uomini, tranne poche eccezioni. C'era Amy, per esempio, un'indiana bella e robusta con i capelli scuri avvolti in una coda, che stringeva un pugnale e aveva lo sguardo truce. E poi c'era Zahra, la padrona della locanda, una donna alta dalla pelle ambrata e dai lunghi capelli castani, tanto bella quanto pericolosa: c'era del buono in lei, ma quando si arrabbiava poteva trasformarsi in una belva feroce, pronta a sbranare chiunque le ostacolasse il cammino. In quel momento, naturalmente, sembrava proprio fuoriosa.

Il mio nuovo sogno ||Red, White & Royal Blue AU||Where stories live. Discover now