Il principe perduto

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Tanti piccoli soli disegnati inconsciamente su fogli sparsi, il ricordo di una giostrina appesa al letto, di volti sorridenti e di braccia amorevoli, il bambino del mosaico dall'aria fin troppo familiare, il momento in cui aveva indossato la corona che sembrava fatta apposta per lui, la forte affinità con le lanterne. Tutte queste immagini, insieme a una tempesta di diverse emozioni, avevano inondato la mente di Henry, rischiando di farlo affogare. Soltanto una cosa, malgrado rigirasse il coltello in un'incurabile ferita del cuore, riusciva a farlo rimanere a galla. Un pensiero, una semplice domanda: che cosa avrebbe fatto Alex?

Pensare a lui faceva male da morire, ma doveva farlo, perché sapeva benissimo cos'avrebbe fatto al suo posto, se i loro ruoli fossero stati invertiti. Avrebbe cercato di riordinare i pensieri compilando una lista, perciò Henry decise di agire allo stesso modo, e questo fu il risultato:

1)Lui era Henry George Edward James Hanover-Stuart-Fox, il principe perduto di Corona.

2)Jeffrey, l'uomo che aveva chiamato padre, l'uomo che lo aveva cresciuto, l'uomo a cui aveva voluto bene, gli aveva mentito per tutta la vita, insegnandogli a vivere nascosto da un mondo che voleva sfruttarlo per il suo potere, mentre era soltanto da lui che avrebbe dovuto nascondersi.

3)Il suo vero padre era morto tre anni prima a causa di una grave malattia.

4)Aveva una madre, un fratello, una sorella e un nonno ancora in vita, e stava per incontrarli.

Una volta conclusa l'operazione, Henry si rese conto che purtroppo non aveva funzionato, perché il cuore aveva preso a battergli all'impazzata. Era un principe delle fiabe tornato a casa dopo tanti anni, ma si sentiva agitato. Come sarebbe stato vivere tra nuove mura di pietra, ben più grandi di quelle della torre? Com'erano le persone che stava per incontrare? Si sarebbero rivelate migliori o peggiori di Jeffrey? Gli avrebbero voluto bene? E se invece non lo avessero accettato?

Quanto vorrei che Alex fosse qui, mi farebbe sentire più sicuro, pensò d'istinto, per poi pentirsene subito dopo, a causa di una fitta al petto più forte di mille pugnalate. La verità era che Alex lo aveva illuso e abbandonato al suo destino, e non ci sarebbe stato mai più per lui. Avrebbe dovuto rassegnarsi. 

Mentre reprimeva con forza le lacrime, la porta della sala del trono si spalancò e si affacciò il capitano Shaan, che gli sorrise gentilmente per incoraggiarlo. Era giunto il momento.

Col cuore in gola, Henry entrò, sentendo David trotterellargli subito dietro, e un attimo dopo si bloccò. Si trovava in una sala molto ampia, con meravigliosi arazzi alle pareti, scintillanti lampadari di cristallo, statue dedicate agli eroi della  mitologia classica e poltrone di morbido velluto. Tutte cose che avrebbero potuto anche essere invisibili, per la poca attenzione che il ragazzo dedicò loro. In quel momento non vedeva altro che le quattro persone intente a osservarlo dai troni, e in particolare una donna di mezz'età coi capelli striati d'argento, un viso acqua e sapone e un prezioso abito lilla. Nonostante l'avesse vista un'unica volta su quel mosaico, Henry la riconobbe all'istante: era Catherine, la principessa ereditaria. E guardandola meglio, grazie alla forma degli occhi e del naso e alla piega della bocca spalancata per la sorpresa, ebbe la conferma che si trattava proprio di lei. 

Mamma...

Piano piano, Catherine si alzò dal trono e gli andò incontro con passi un po' esitanti. Quando gli fu abbastanza vicina allungò la mano e gli sfiorò il viso con molta delicatezza, studiandolo attentamente per cercare di capire se fosse proprio lui il figlio perduto. Tutt'a un tratto, poiché, nonostante la vita a volte ponga di fronte alle persone una serie di avversità, una madre non dimentica mai, gli occhi le si riempirono di lacrime di felicità, e dalle labbra le uscirono cinque parole piene d'amore: <<Henry. Sei davvero tu.>> Poi lo abbracciò forte, piangendo di gioia.

Il mio nuovo sogno ||Red, White & Royal Blue AU||Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ