Di proposito

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Il mattino del settimo giorno, Alex se ne stava con la testa appoggiata a un tavolo, gli occhi di chi aveva pianto ogni lacrima in corpo fino a rischiare di perdere del tutto la ragione. Il motivo era sempre lo stesso: Henry. La notizia del suo ritorno si era diffusa in fretta, diventando il principale argomento di conversazione, ma la cosa peggiore era che quella sera a corte ci sarebbe stato un ballo, in cui lui avrebbe scelto la futura sposa. Correva voce che per l'occasione fossero giunte principesse e nobildonne di ogni angolo del mondo. Rosas, Arendelle, Andalasia, Maldonia, Agrabah, Enchancia, Avalor. Erano tutte impazienti di incontrare il principe dei cuori di Corona, cullate dalla speranza di essere da lui scelte. Tuttavia nessuna di loro conosceva i piccoli dettagli che rendevano Henry Henry, a parte il nome completo (E io che credevo che Alexander Gabriel Claremont-Diaz fosse extralarge, aveva pensato con un sorriso triste quando lo aveva sentito per la prima volta.) Nessuna conosceva il suono della sua risata, il profumo di erba fresca e lenzuola pulite che emanava, il modo in cui sollevava il mento per sembrare un duro, il modo in cui apparivano le mani quando suonava, la sua capacità di recitare lunghe poesie e monologhi complessi e di elencare la configurazione di almeno dodici costellazioni, la sua determinazione, il fatto che considerasse Il ritorno del Paladino l'episodio migliore di Guerre leggendarie, la bellezza del suo volto al momento del risveglio, il dolce sapore dei suoi baci e delle sue carezze e il suo enorme, generoso, ridicolo, indistruttibile cuore. Tutti dettagli che Alex aveva avuto il privilegio di conoscere e aveva inserito in una lista incompleta delle cose che amava di lui per non dimenticare.

Gli faceva male tutto dentro. Gli mancava da morire Henry, e non lo avrebbe mai più visto, se non nei ricordi e nei sogni. Poteva solo augurargli di trovare la felicità.

<<Mi dispiace tantissimo per quello che stai passando>> disse Rafael in tono comprensivo, distogliendolo dai suoi pensieri. <<C'è qualcosa che possiamo fare per aiutarti?>>

Alex scosse la testa e sospirò mestamente

<<Temo di no. Ma grazie per essermi vicini>> mormorò.

<<Lo saremo sempre, perciò non pensare di poterti liberare di noi facilmente>> assicurò Rafael, parlando, come il giovane sapeva bene, a nome di tutti. <<E non posso prometterti che questo dolore svanirà del tutto, ma so che riuscirai a ricominciare e ad andare avanti. Sei giovane, e potresti realizzare tanti sogni.>>

Le intenzioni dell'amico erano buone, ma l'ultima parola rese Alex ancora più triste: era consapevole che non avrebbe mai più potuto innamorarsi di qualcun altro in quel modo. L'amore che provava per Henry, anche se, ricordò con sommo rammarico, non corrisposto, non si poteva replicare. Era unico.

<<Serían sueños incompletos, porque no habría él>> disse. Significava: sarebbero sogni incompleti, perché non ci sarebbe lui.

Rafael gli strinse il braccio con affetto senza dire niente.

<<Però guardiamo il lato buono: almeno ora Henry è con i suoi cari e sta bene. Per quasi tutta la vita ha creduto di essere imparentato con un essere spregevole colpevole di rapimento e abusi emotivi. Una famiglia reale è un bel passo avanti, no? E magari stasera incontrerà una persona che gli donerà tutto l'amore di cui ha bisogno>> disse Alex, senza riuscire a impedire alla voce di incrinarsi verso la fine.

Scese un silenzio pregno di tristezza, ma ben presto ci pensò Nora a interromperlo.

<<Io credo che quella persona l'abbia già trovata>> disse sorridendo. <<E che quella persona sia tu. Quindi lo sai che ti dico? Dovresti andare a palazzo oggi stesso... e riprenderti il tuo uomo.>>

Ad Alex mancò il respiro.

<<Mi sembra un'ottima idea>> intervenne Liam. <<E noi potremmo accompagnarti per darti supporto emotivo, se ti fa piacere. Lo faremmo volentieri.>>

Il mio nuovo sogno ||Red, White & Royal Blue AU||Where stories live. Discover now