(31) Di nuovo ad una cattedra di distanza.

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<<E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma
ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.>>


Quando la -solo per oggi- benedetta sveglia suona, io salto giù dal letto alla velocità della luce e con un'energia che non pensavo di possedere, salto per la mia camera pensando al fattore che da oggi in poi si riparte.
Vado da mamma e facciamo colazione insieme mentre ridiamo come due sceme e parliamo del più e del meno, successivamente mi lavo, vesto, trucco e faccio i capelli.

Una volta pronte, io e mamma scendiamo e saliamo in macchina.
Quest'anno, purtroppo, non lo passerò nella struttura nella quale ho passato l'anno scorso, bensì in una succursale. Questo perché nella mia scuola siamo circa 1.700 alunni e le classi a disposizione non bastano in centrale.
Quando arrivo a scuola, salgo ben tre piani di scale e percorro il corridoio con davanti a me tantissimi ragazzi che corrono per accaparrarsi i banchi nelle ultime file, ma la cosa non mi riguarda visto che il mio posto fisso al primo banco non lo lascio.

Entrata in classe, vedo subito una donna accanto alla cattedra e decido di parlarle.

<<Buongiorno! Lei è la nostra nuova professoressa di francese?>>

<<Oui, exactement, je suis madame Frida Indovino.>>

Oddio mio, già odio questa lingua, in più si parte in francese... No no, non mi piace. Però devo farle sin da subito una buona impressione, sennò non arrivo da nessuna parte.

<<Oh, alors bonjour, ravi de vous rencontrer, je m'appelle Charlotte.>>

<<Quel joli nom!>>

<<Merci beaucoup, prof!>>

Dopo questa emozionante conversazione, saluto tutti i miei compagni ed abbraccio le mie meravigliose amiche, giuro che mi sono mancato davvero, davvero tanto.

Passano dieci minuti ed ognuno prende posto, Louise arriva in tutta fretta, poiché è in ritardo, e si mette subito accanto a me.
Stranamente mi abbraccia subito ed io ricambio il gesto affettuoso.
Amo gli abbracci non tutta me stessa, ma è stato inaspettato perché non abbiamo mai avuto chissà quale confidenza, per questo lo apprezzo ancora di più.

Spero che quest'ora passi il più velocemente possibile, visto che dopo mi aspettano ben due ore con la mia amatissima professoressa Signorelli, e per fortuna così è.
Dopo le classiche presentazioni di tutti e 24 i componenti della classe, la campanella suona facendo allarmare il mio cuore.

La professoressa di francese esce salutandoci e rimaniamo soli giusto 10 secondi, dopo di che la Signorelli entra con un sorriso che mi illumina il cuore e ci saluta subito con tutta la sua dolcezza.
Mi aspetto che mi dia un segno speciale, un cenno, un saluto, anche un semplice sguardo, ma nulla...
Non mi guarda nemmeno in faccia.

Cos'ha?

Mi allarmo immediatamente e, non sapendo che fare, sussurro qualcosa a Louise e ci scambiamo quattro parole sotto voce per non farci sentire dalla professoressa, la quale si trova esattamente di fronte a me.

Ottima scelta quella di mettermi qui!

I primi dieci minuti li usiamo per parlare di ciò che abbiamo fatto durante l'estate, altri dieci affinché lei ci introduca ciò che faremo in generale durante l'anno ed altri cinque ancora per parlare del fattore che faremo latino con lei per quest'anno.

<<Sono davvero molto felice di passare due ore in più con voi, ragazzi. Spero che per voi sia lo stesso. Allora... oggi avevo in mente di farvi fare un tema, come il primo giorno dell'anno scorso. Prendete i fogli protocollo che vi detto la traccia.>>

Professoressa, è vero ciò che sentiamo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora