(46) E ora?

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<<La gelosia nasce sempre con l'amore, ma non sempre muore con lui.>>


Sono passati ben quattro mesi dall'inizio della scuola, anche se mi sembra ieri quando ho fatto l'ultima lezione con Dafne.

Lei mi manca, mi manca da morire.

In primis, mi manca poterla guardare tutto il tempo che voglio mentre è davanti a me, in tutta la sua bellezza. Mi manca vedere quella luce che brilla nei suoi occhi ogni volta che spiega ciò che l'appassiona, studiare per lei e con lei.

Ma questa è forse la cosa minore, perché ciò di cui sento di più la mancanza, è il nostro rapporto, che sembra non essere mai esistito per lei.
In questi mesi non ci siamo nemmeno rivolte la parola, nonostante ci siamo incrociate più e più volte. Certo, continuiamo a cercarci costantemente con lo sguardo, ma vedo chiaramente che ha preso le distanze da me. La vedo stare bene con i suoi colleghi e con i nuovi studenti... Forse lei è già andata avanti ed io dovrei solo imitarla.

Con la professoressa Messineo le cose stanno migliorando piano piano: non sono più fredda come prima con lei, ma sento comunque il costante bisogno di mettere un muro fra di noi, questo probabilmente perché sono in fase di negazione. Se devo essere onesta, non ho ancora realizzato che effettivamente Dafne non sarà mai più la mia professoressa e che adesso ci sia un'altra donna al suo posto, non riesco davvero a crederci.

Dopo aver passato tre anni carichi di emozioni regalate da Dafne, ero sicura che mi avrebbe forgiata e portata fino agli esami di stato, eppure eccoci qui, con tutti i miei sogni infranti.

La Messineo è brava, su questo non ho da ridiere, ma non spiega come lei, non si avvicina nemmeno lontanamente alla sua capacità di trasportarmi ad un'altra realtà. Non regala alcuna emozione, le spiegazioni sono prive del fuoco che arde dentro la mia amata, e forse è proprio questo che mi manca di più.

Riesco comunque ad andare avanti grazie alle mie meravigliose amiche, e grazie alla professoressa Di Laudo, che è tornata ad essere la mia docente di inglese, e ciò non potrebbe rendermi più felice: la sua dolcezza è quello di cui ho bisogno. Un altro pilastro portante della mia vita è sicuramente la professoressa Ferrante, che è sempre al mio fianco, e so di poter contare su di lei.

Oggi, che è sabato, c'è assemblea di istituto e ne sono molto felice. So già che avrò modo di vedere Dafne, anche solo per un millesimo di secondo, perché durante le assemblee siamo liberi di entrare ed uscire da scuola per andare nel cortile, ed i professori stanno sempre dentro.

Arrivata a scuola, la professoressa di arte fa l'appello e ci lascia scendere. Cerco un'unica persona, ma proprio non la trovo.

Mi sento chiamare da dietro, e quando mi giro trovo la professoressa Messineo dietro di me.

<<Charlotte.>>

<<Salve, prof.>>

<<Ciao, come stai?>>

<<Bene, lei?>>

<<Bene, ma volevo parlarti. Ti va un cappuccino?>>

Ai cappuccini non potrei mai dire no, peccato che io abbia paura di parlarle, perché provo costantemente una repulsione nei suoi confronti, ma poiché fingo molto bene, sono capace di mascherarlo.

Alla fine accetto titubante e ci dirigiamo verso le macchinette, mentre la scuola si svuota ed il cortile della palestra si riempie.

<<Quindi? Cosa voleva dirmi?>>

Professoressa, è vero ciò che sentiamo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora