6.Caffè (Geto)

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Esco ancora gocciolante dai bagni, strofino malamente i capelli e mi incammino verso l'area break. Non me la sento di rientrare subito in camera dove c'è Sato che mi attende. Ho bisogno di stare da solo per incassare il colpo ricevuto e affrontarlo col sorriso.

La notizia delle sue probabili missioni in solitaria mi ha distrutto più di quanto immaginassi. Non posso farmi vedere in questo stato da lui.

Le luci della sala sono spente ed è illuminata solo dal chiarore delle macchinette. Mi siedo su una panca e rimango a fissare un buco nel soffitto. Lo abbiamo fatto noi due il secondo anno, quando ho lanciato una lattina vuota contro Satoru e lui senza pensarci ha utilizzato la sua tecnica lanciandola come un razzo. Lo hanno messo in punizione per tre giorni.

Se gli accadesse qualcosa mentre è da solo? No, che cretino sto parlando di Gojo Satoru, l'incorreggibile, l'inafferrabile, l'ineguagliabile...ah no quello era Lupin*.

«Ciao» una piccola ombra accanto alla macchinetta del caffè.

«Oh! Haibara sei tu» la luce illumina un tenue sorriso che scompare appena si piega per raccogliere la bibita dalla macchinetta. Lancia qualcosa nella mia direzione mentre si rialza.

Afferro al volo una lattina di caffè freddo «Grazie» 

Si siede accanto a me col suo tè all'aloe «Sei triste da quando siete tornati»

Bevo un sorso non sapendo bene cosa rispondere, credo che dal rientro ci siamo incontrati solo una volta nei corridoi e stavo discutendo con Nanami del bambino col la Vista, per cui non ho scambiato con lui non più di un "ciao" frettoloso.

Appoggio i gomiti sulle gambe e giocherello con la lattina passandomela tra le mani «Perché sei qui?»

Irrigidisce la schiena mettendosi sull'attenti.

«Ho formulato male la domanda. Intendevo dire: come mai hai scelto di fare lo Stregone? Sei nato in una famiglia normale, potevi rifiutare. Questa vita non è qualcosa che si desidera fare»

Haibara sospira e abbassa le spalle rilassandosi «In verità sto scoprendo ora in cosa consiste essere uno Stregone. Quando sono venuti a farci visita a casa ho pensato che con le mie capacità potevo difendere altre persone oltre i miei genitori. Anche mia sorella possiede la Vista ma lei ha rifiutato, vuole una vita tranquilla. Quel giorno mi ha detto "tu pensa a salvare gli altri io mi occuperò di tenere al sicuro mamma e papà". Ed è quello che ho intenzione di fare»

Sorride, le luci non illuminano abbastanza per vedere chiaramente il suo viso ma posso immaginare che sia arrossito.

«Sei un ragazzo troppo buono per stare qui» mi alzo mentre con la mano gli scompiglio i capelli «andiamo a dormire ora»

Prima di uscire dal locale mi volto e lo vedo seduto a bere lentamente, assorto nei suoi pensieri.

«Yu» alza di scatto la testa sentendo che lo chiamo per nome «grazie per stasera, avevo proprio bisogno di chiacchierare con qualcuno puro come te»

Proseguo verso la mia camera, è strano ma dopo aver passato del tempo con Haibara mi sento più leggero e sereno.

Apro la porta e vedo Sato seduto sul letto.

«Ehi! A me non hai preso nulla?» indica con l'indice la lattina.

Sorrido e l'appoggio sulla scrivania «te lo meriti?»

Spalanca gli occhi per lo shock, posso sentire il cuore aumentare i battiti per ciò che potrebbe significare quella frase. Sono sadico. Ho volutamente usato quelle parole per ferirlo.

Mi avvicino al letto e noto che gli trema il labbro. Lo spingo giù sul materasso. Inerme si lascia fare tutto. Le mie ginocchia sfiorano i suoi fianchi, il respiro si fa più veloce. Fisso i miei carboni nelle sue iridi color del cielo. Il potere che ho su di lui mi inebria e voglio assaporarlo con ogni cellula del mio corpo. Satoru mi appartiene e non saranno un paio di giorni lontani a dividerci. Appoggio le labbra sulle sue e sento tutta la sofferenza, l'ardore, la tristezza, l'amore, la paura, l'affetto che proviamo passare da un corpo all'altro. Mi passa le dita tra i capelli umidi e mi stringe forte a sé.

Lo sento premere contro di me e mi stacco «fermiamoci qui» mi siedo sul letto.

Lui rimane sdraiato «mi ucciderai se continui così»

«Non voglio farlo qui nell'istituto» mi sistemo i capelli dietro all'orecchio.

Sato si siede accanto a me «lo so, però non puoi stuzzicarmi e poi fare finta di niente. Ora mi toccherà fare una doccia fredda per tornare normale!»

«Due mesi» gli ricordo.

«Si, tra due mesi saremo maggiorenni e potremo andare in un motel» ripete rassegnato.

Annuisco mentre lui si alza «Vado in bagno, aspettami prima di addormentarti»

Gli sorrido mentre chiude la porta dietro le sue spalle. 

Mi mancherà tantissimo.


***

* sigla Lupin https://youtu.be/yL8I-c1IujM?si=ukBIPjxiw-s_KkOi


What's the trouble, honey? (JujutsuKaisen - SatoSugu)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora