15.Incrinato (Geto)

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Mi sveglio di soprassalto sentendo pronunciare il mio nome, è talmente buio che non riesco a vedere neppure la mia mano. Strano dovrebbe esserci la luce della sveglia ad illuminare lievemente la camera ma ora non vedo neppure i numeri, deve esser saltata la corrente. Non sento rumori nel corridoio e nessuna sensazione inquietante. Tutto tranquillo.

Poi nuovamente il mio nome pronunciato. 

«Sato?» è sicuramente la sua voce, allungo la mano cercandolo nel letto, sfioro la sua schiena quasi sul bordo, che strano lui dorme sempre stringendomi. Cerco di riportalo tra le mie braccia, è gelido. Mi chiama ancora. 

«Sato, stai bene?» non risponde, ora inizio a preoccuparmi, gli sfioro la fronte con le dita: è ghiacciata. Sembra che abbia dormito in un freezer, com'è possibile se io non ho minimamente freddo? Lo stringo contro il mio petto e lo scuoto lievemente per svegliarlo. «Sato, svegliati per favore» appoggio le labbra sulla fronte ghiacciata. Si lamenta nel sonno, non so che fare, devo cercare aiuto. Faccio per alzarmi ma una mano mi blocca il polso.

«Sugu?»

«Sato, come stai?» è troppo buio per vedere qualsiasi cosa ma i suoi occhi sono stati creati con polvere di stelle e brillano, sono il mio faro nell'oscurità.

«Ho freddo» bisbiglia e lo stringo forte «ora va meglio, sei così caldo Sugu» 

«Va meglio?» lo bacio nuovamente sulla fronte e ora è caldo.

«Ho avuto un incubo terribile» la voce è ovattata perché nasconde il volto nel mio petto «non lo ricordo bene ma tu eri morto ed era tutta colpa mia»

«Sono qui e non è successo nulla» gli accarezzo la schiena, strofina la guancia umida contro il mio mento, deve aver pianto, e poi risale depositando un bacio dolce e salato sulle mie labbra.

«Non riesco a tenere gli occhi aperti» bisbiglia con voce assonnata, il suo respiro è regolare, si è riaddormentato. Lo cullo un po' sul mio cuore, quel gelo non era normale. Se non fossi riuscito a svegliarlo cosa sarebbe accaduto?

Una lieve luce illumina la camera, è tornata la corrente. 

«Devi andare in infermeria» strattono lo zaino cercando di fermare la sua corsa verso la classe

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«Devi andare in infermeria» strattono lo zaino cercando di fermare la sua corsa verso la classe

«Sto bene, dai Sugu non esagerare. Piuttosto dobbiamo sbrigarci altrimenti il prof ci mette in punizione, sta per suonare» la campanella di inizio lezioni interrompe la sua frase a metà «cazzo corri!»

«Per favore pomeriggio fai un salto» lo imploro aumentando il passo per stargli accanto.

«Ho avuto solo un incubo di che ti preoccupi? Oltretutto nemmeno lo ricordo» entriamo in classe un secondo prima del prof, lancio la cartella e mi siedo.

«Sato eri un ghiacciolo, qualcosa non va» cerco di attirare la sua attenzione lanciandogli la gomma.

«Oh! Finiscila dai! Sei sempre il solito esagerato, cosa vuoi che mi possa succedere? Stamattina sei davvero snervante» 

Mi zittisco immediatamente. Ah sono fastidioso? «Bene, allora stanotte dormi in camera tua» rispondo secco. Sento la rabbia bruciare in fondo alla gola, vorrei urlargli contro tutta l'ansia che ho in corpo, il fatto che dopo quell'incubo ghiacciato non sono più riuscito ad addormentarmi e ora ho due meravigliose occhiaie per colpa sua. Ingoio tutta la frustrazione e la rabbia, sento lo stomaco bruciare e mi volto a fissare il prof che in quel momento appoggia il registro sulla cattedra.

«Sugu non volevo...» cerca invano di scusarsi ma il prof gli lancia il cancellino in piena fronte. Il gesso crea una piccola nube bianca.

«Allora Gojo vogliamo pulire la cucina oggi?» il prof incrocia le braccia al petto e lo fissa corrugando la fronte

«No prof...» abbassa il viso sedendosi composto.

«Coglione! Sei riuscito a far incazzare Suguru! Complimenti!» Shoko picchietta la biro sulla schiena di Satoru, lui non reagisce.

What's the trouble, honey? (JujutsuKaisen - SatoSugu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora