13.Pace (Geto)

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«Ha aperto una nuova pasticceria qui vicino, andiamo a provarla?» Shoko siede sul mio banco facendo cadere la gomma che Sato prende al volo e inizia a lanciarla insieme alla sua come un giocoliere.

«Non amo molto i dolci ma per un buon caffè sono dei vostri» 

Shoko mi dona un pollice in su e poi si volta verso Nanami e Yu che in fondo alla classe parlottano tra loro «Ehi venite?»

«Dove?» Yu saltella subito verso di lei e Nanami lo segue.

«Usciamo pomeriggio a provare una nuova pasticceria» Shoko scende dal banco nel momento esatto in cui fa il suo ingresso il prof Yaga.

«Ooooh adoro i dolci! Si si!» esulta Yu sfiorando il braccio di Nanami «vieni con noi vero?»

«Certo» sorride lui dolcemente prima di sedersi al proprio posto.

Satoru mi lancia la gomma che prendo al volo e come un gatto sornione saluta il prof.

«Ah!» esclama Yaga «è finita la mia tranquillità. Bentornato»

La lezione di oggi è più noiosa del solito, alzo lo sguardo dal libro per sbirciare Sato e lo trovo a fissarmi, sorride e mima un bacio.

«Devo già metterti in punizione?» il prof picchia il registro sulla sua testa, le risa di tutti rimbalzano tra le pareti.

«Prof! Sono stato via a lavorare almeno un po' di relax me lo merito!» mugugna Sato mentre si massaggia il capo.

«Credo ci siano i bagni da pulire...» suggerisce il prof

«No! Starò attentissimo, prometto!» Sato si siede composto con la schiena dritta. Shoko trattiene le risa e gli tira un calcio alla sedia, lui la ignora.

Si respira aria di normalità, di gesti e parole ripetute ogni giorno come un rito scaramantico. Sorrisi, dispetti idioti di chi è abituato a convivere da anni in uno spazio ridotto come quello di una classe.

Il silenzio ora è intervallato dal nostro incessante scrivere e dalle pagine dei libri che vengono sfogliate. Un gatto salta sul davanzale e ci fissa col suo occhio buono, l'altro è un semplice bottone*.

E poi finalmente la campanella suona regalandoci la libertà.

Non faccio in tempo a chiudere il libro che Sato è già in piedi davanti al mio banco, saltella da un piede all'altro «andiamo?»

«Dammi il tempo di ritirare...» raccolgo le ultime biro e le lancio nello zaino.

«Ho voglia di pizza!»  mi interrompe.

Sospiro, ho un ragazzo che è peggio di un bambino e non sono capace di dirgli di no.

«Shoko» mi alzo dalla sedia e la chiamo prima che esca dall'aula, lei si blocca sulla porta «ci vediamo dopo in pasticceria, mandami la posizione. Usciamo a pranzo»

«Tu lo vizi troppo!»  e ci saluta con un cenno.

Sato stringe la mia mano tra la sua e canticchia un motivo sconclusionato mentre ci incamminiamo verso l'uscita.

La pizzeria al trancio è rumorosamente piena di clienti, molti sono dipendenti dei vari uffici circostanti ma ci sono anche alcune studentesse del liceo femminile che indiscretamente fissano Sato. Detesto frequentare luoghi affollati, Sato attira sempre l'attenzione su di sé e finiamo per esser travolti dalle attenzioni indesiderate delle sue fan. Mordo la pizza sfogando la frustrazione mentre lui mi ruba un po' di coca.

«Potevi comprarla» lancio un'occhiataccia ad una ragazza che furtivamente si sta avvicinando a noi.

«Un bacio indiretto» e sul suo volto si allarga un sorriso impertinente che si spegne appena la ragazza gli sfiora il braccio.

What's the trouble, honey? (JujutsuKaisen - SatoSugu)Where stories live. Discover now