16.Perdono (Gojo)

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Esco dall'infermeria con in mano una scatola di integratori da prendere per aumentare le difese immunitarie nel caso in cui quel freddo potesse essere l'avvisaglia di una semplice influenza, come avevo già immaginato sono sano come un pesce. Ma poi perché si pensa che i pesci siano sani? Comunque questo ora non è importante, devo raggiungere Sugu e fargli vedere che mi sono fatto visitare come voleva lui.  Sicuramente si addolcirà e mi perdonerà come sempre. Busso prima di entrare in camera ma non risponde, la porta è chiusa.

«Sugu?» silenzio, anche se arrabbiato mi avrebbe risposto con un vaffanculo epico ma il silenzio non è da lui. Forse è nella sala break con gli altri.

Lungo il corridoio riconosco la risata di Shoko riecheggiare tra le pareti, raggiungo la sala e trovo tutti lì tranne Sugu.

«Oh Gojo» Haibara si alza dalla panca avvicinandosi «Satoru è in missione, mi ha chiesto di avvisarti»

Perché lo ha chiesto a lui e non mi ha telefonato? Forse mi ha mandato un messaggio, prendo il cellulare dalla tasca ma nulla. Ha avvisato Haibara che stava andando via e non me? L'ho fatto arrabbiare fino a questo punto?

Una mano mi colpisce la nuca «Cretino piantala!» Shoko si para davanti a me con la fronte corrucciata «hai lo sguardo spiritato da pazzo, cazzo fai impressione» tra le labbra ha una sigaretta spenta «vieni accompagnami a fumare» e mi prende per il braccio trascinandomi in cortile.

Si siede sugli scalini freddi e umidi, una lieve nebbia avvolge l'istituto, l'umidità filtra nel tessuto della felpa.

«Siediti» si accende la sigaretta, attende che ubbidisca prima di procedere con la ramanzina del giorno, Shoko non ama vedere Sugu arrabbiato e prende sempre le sue difese «si può sapere che hai? Prima hai fissato Yu come se lo volessi uccidere. Non è colpa sua se hanno mandato in missione Suguru»

«Hai ragione» bisbiglio a bassa voce, come darle torto, allora perché provo tutta questa rabbia contro un ragazzino innocente?

«Ovvio che ho ragione, mi sono mai sbagliata? » una nuvola bianca esce dalle sue labbra «Il prof Yaga lo ha richiamato appena sei scomparso, immagino per andare in infermeria» indica gli integratori che ancora stringo tra le mani «non è lontano, hanno richiesto solo una verifica in un karaoke dove avevate già esorcizzato una Maledizione. Sembra che una ragazza sia andata di matto e abbia accoltellato il fidanzato, il coltello era uno strumento carico di energia malefica»

«Perché hanno mandato Sugu?» non ha senso mandare uno studente in questo caso, ci sarà un'indagine per comprendere come la ragazza sia entrata in possesso dello strumento.

«Il proprietario ha chiesto espressamente di voi due e gli anziani hanno preferito mandarlo da solo visto che non poteva permettersi la cifra richiesta per il tuo intervento»

Ah è così dunque? Ora hanno alzato il valore delle mie prestazioni, non dovrei stupirmi era inevitabile. Le nostre famiglie non potrebbero vivere così agiatamente da secoli se non guadagnassero a spese dei figli. Una percentuale ovviamente va anche all'istituto, a noi che eseguiamo il lavoro sporco restano le briciole.

«Tutte queste cose te le ha riportate Sugu?» strano che lui racconti dettagli di una missione.

«Ovviamente no! Ho origliato alla porta dell'ufficio di Yaga» sorride soddisfatta di sé stessa.

Scoppio a ridere «Allora tornerà presto» mi alzo sentendo ormai le chiappe totalmente intorpidite dal freddo «andiamo a berci un caffè?» non voglio rimanere solo.

«Starbuck?» suggerisce lei.

«No, volevo andare alla pasticceria» sento il bisogno di scambiare due parole con Eve, è da stamattina che il suo viso appare nei miei pensieri e non ne capisco il motivo. C'è qualcosa che mi sfugge nel suo atteggiamento.

«Ok» spegne la sigaretta e si alza pulendosi i pantaloni «andiamo»

«Che piacere rivederti, oggi in compagnia di una deliziosa signorina» Eve ci accoglie con un caloroso sorriso appena varcata la soglia

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«Che piacere rivederti, oggi in compagnia di una deliziosa signorina» Eve ci accoglie con un caloroso sorriso appena varcata la soglia.

«Passi il deliziosa ma signorina proprio no, grazie» Shoko risponde scocciata, la fisso incredulo perché raramente si comporta in questo modo con estranei che reputa non pericolosi.

«Una donna con gli artigli» Eve non si scompone minimamente «volete un caffè o una cioccolata?»

«Un caffè grazie» la voce di Shoko si addolcisce un poco.

«Anche oggi il bel ragazzo coi capelli neri ti ha dato buca? Si dice ancora così?» il sorriso si allarga quasi ad un ghigno sul suo bel viso. Sento freddo al petto, starò davvero covando l'influenza?

«Ehi! Non parlare così del mio amico» Shoko la minaccia col cucchiaino pieno di zucchero facendone cadere qualche chicco sul bancone.

«La scusi» intervengo prima che questa antipatia degeneri ulteriormente «la mia amica è molto legata a Suguru, non le piace che si parli male di lui»

«Oh, pensavo che fossi tu ad esser particolarmente affezionato a lui» non distoglie gli occhi da me e il gelo aumenta tanto da farmi portare la mano al petto per riscaldarlo.

«Signora, questi non sono affari suoi» risponde seccata Shoko «l'ultima volta che siamo stati qui tutti insieme aveva accennato al fatto che lei e suo marito vi siete appena trasferiti, perché invece non ci racconta come vi trovate qui? Che lavoro fa suo marito? Viene spesso a trovarla in pasticceria?»

Eve distoglie lo sguardo da me e sorride a Shoko , la voce è pacata ma ha un accenno di odio profondo «Io e mio marito siamo ancora più innamorati di prima da quando ci siamo trasferiti qui»

«Non era questo che ho chiesto» Shoko sorride a sua volta, appoggia la tazzina del caffè ormai vuota e mi sfiora il braccio «Satoru, ho mandato un messaggio a Suguru prima. Credo che ormai stia arrivando, non è il caso di andargli incontro?»

«Hai fatto cosa?» il mio caffè è ormai freddo, non sono riuscito a berne nemmeno un sorso talmente ero concentrato sugli scambi di parole affilate tra le due.

Shoko addolcisce il sorriso «siete due bambini se non ci fossi io...» alza le braccia al cielo e sbuffa scuotendo il capo «guarda lì» indica fuori dalla vetrina.

Una chioma nera si avvicina al locale, ha le mani in tasca e cerca di nascondere le labbra dentro la giacca. Si è alzato un vento gelido che ha spazzato via la nebbia e Sugu sicuramente è uscito per la missione senza portarsi il burrocacao, gli si taglieranno le labbra. Cerco nelle mie tasche e finalmente trovo quello al lampone, mi prenderà in giro come sempre per i miei gusti pessimi ma chissenefrega. Esco di corsa dal locale senza nemmeno allacciarmi il giubbotto ma quel freddo è scomparso e il mio cuore palpita caldo.

«Sugu!» lui alza lo sguardo su di me, gli corro incontro stringendo il burrocacao come se fosse un mazzo di rose «perdonami, sono stato in infermeria mi hanno dato degli integratori. Non sei fastidioso quando ti preoccupi per me, non lo sei mai...» interrompe il mio sproloquio abbracciandomi stretto, il suo cuore batte a ritmo contro il mio.

«La rabbia era già sbollita quando sono arrivato al karaoke» strofina il naso gelido contro al mio collo «torniamo all'istituto sto gelando»

«Si torniamo a casa» mi stacco da lui e gli passo il burrocacao sulle labbra, Sugu mima un bacio. 


What's the trouble, honey? (JujutsuKaisen - SatoSugu)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt