18.Caccia (Gojo)

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«Guarda il lato positivo di questa missione» scarto l'ennesimo chupachups della giornata, il sole sta tramontando e non abbiamo ancora trovato una pista decente da seguire. La Maledizione sembra scomparsa nel nulla dopo aver consegnato strumenti malefici in mano ad ignare persone che le ha portate a commettere crimini atroci contro coloro che amavano di più.

«E quale sarebbe?» Iori mi fissa corrugando la fronte.

«Finalmente hai ripreso a parlarmi» sorrido sperando di addolcire quel suo sguardo assassino.

«Solo per necessità» sbuffa «non capisco cos'hai da sorridere in quel modo. Sei irritante, è tutto il giorno che giriamo a vuoto senza ottenere nulla e tu cammini saltellando tutto felice»

«All'esterno ero sempre sorridente, cercavo disperatamente di fare del mio meglio per risultare quanto più simile agli altri. Ma all'interno combattevo contro l'ansia e la sofferenza per dover tener nascosto quell'altro me.*» alzo gli occhi al cielo sperando che Sugu stia osservando lo stesso tramonto.

«Leggi Dazai? Non è da te» Iori mi fissa con la bocca aperta dallo stupore.

«Infatti non lo leggo, è l'autore preferito di Sugu alla fine ho imparato i suoi testi per osmosi»

«Devi ammettere che ti descrive bene questa citazione» riprende a camminare spedita verso l'auto che ci attende accostata al bordo strada con le quattro frecce luminose.

«Già» domani è il mio compleanno e non potrò tornare come promesso, vorrei gridare tutta la mia frustrazione e insofferenza al mondo ma non servirebbe a nulla. Non mi riporterebbe da lui.

Non ho idea di dove si sia rintanata questa Maledizione, nessuna delle vittime riesce a ricordare come sia entrata in possesso dell'arma. E se invece fosse uno Stregone il colpevole? Forse stiamo seguendo la pista sbagliata.

Prendo il cellulare per scattare una foto al sole rosso prima di sedermi accanto a Iori in auto, la spedisco a Sugu. Il messaggio viene letto subito e dopo nemmeno un secondo ricevo la foto di una finestra che incornicia un cielo rosso fuoco, è quella della nostra camera.

Mi manca così tanto. Sento nuovamente quel freddo al petto, cerco gli integratori nelle tasche e ingoio una pastiglia ma il gelo non scompare anzi sembra allargarsi ogni giorno di più.

Fuori dal finestrino la città appare come un ammasso di colori e forme messe a caso, tutto sfoca mentre le luci si accendono e l'oscurità cala su di noi. Questa volta hanno prenotato in una piccola locanda tradizionale e noi stregoni, con gli autisti e gli assistenti, occupiamo tutte le camere del Ryokan. Iori scende e senza nemmeno aspettarmi entra diretta alla sua camera.

Io devio verso un piccolo cortile riservato agli ospiti, non c'è mai nessuno e posso chiamare Sugu in tutta libertà senza orecchie indiscrete. Una carpa mi osserva dal piccolo laghetto, è convinta che abbia del cibo da regalarle.

«Ehi, come è andata oggi?» Sugu ha la voce roca da sonno.

«Come ieri, nulla di fatto» sospiro afflitto «lì come va?»

«Oggi sono andato in missione con Nanami, ti ricordi del caso del karaoke?»  lo immagino seduto a gambe incrociate sul letto col libro aperto in grembo e i capelli sciolti ancora un po' umidi dalla doccia.

«Si certo» in quel karaoke ci siamo scambiati il nostro primo bacio**, come potrei scordarlo?

«Si è verificato un altro caso simile a quello della ragazza. Senti Sato, la Maledizione che state pedinando dona utensili maledetti giusto?»

«Si, ma inizio a pensare che non sia una Maledizione... se fosse uno Stregone?» Sugu è l'unica persona al mondo con cui posso condividere ogni mio pensiero senza esser giudicato. Come sarebbe vuota la mia vita senza di lui.

«Gli stessi casi si stanno verificando anche qui, se pensi che sia uno Stregone magari potrebbe essercene più di uno»

Possibile che gli anziani non se ne siano accorti? «L'ultimo caso qui si è verificato ieri, potrebbe non agire da solo»

«Oppure è un solitario e noi stiamo guardando la scena del delitto dalla prospettiva sbagliata. Ricordi quel serial killer che nascondeva le bombe nei supermercati inserendole in prodotti di uso comune?»

«Suggerisci che possa aver nascosto le armi maledette in vari luoghi e le persone le scovano per caso?»

«Esatto. Con un sigillo noi non le percepiremmo finché non vengono trovate»

«Sugu sei un genio!» saltello sul posto terrorizzando la carpa.

«Lo so grazie» risponde ridacchiando.

«Vado subito a suggerire la tua idea. Ti adoro, forse questa caccia ora ha una direzione e potrei tornare presto!»

«Corri vai a parlarci e ci vediamo domani mattina presto» riaggancia.

Ha detto vediamo ma si deve esser confuso, voleva sicuramente dire sentiamo



ღ Note ღ

*citazione presa da Lo squalificato di Osamu Dazai

** altro racconto presente in L'ombra (tra le mie opere)

What's the trouble, honey? (JujutsuKaisen - SatoSugu)Where stories live. Discover now