7.Partenza (Gojo)

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«Oggi fisica è stata una tortura» Shoko si scioglie sul divanetto della zona relax dell'istituto «per migliorare l'umore ci vorrebbe un dolce»

«Ho del cioccolato» Haibara fruga nello zaino e le offre un kinder cereali.

«Yu tu non sei reale, non riesco a credere che al mondo possa esistere un ragazzo perfetto come te» Shoko si solleva ondeggiando come un'alga e prende il dolcetto dalle mani del piccoletto.

«Potevi offrirlo mentre suonavi la chitarra in playback» credevo che cogliessero subito la citazione della pubblicità ma dai loro sguardi deduco che sia andata persa. Sospiro afflitto, se ci fosse stato Sugu l'avrebbe capita al volo.

«Finiscila di esser geloso della nostra piccola perla rara» Nanami mi offre un bicchierino, dal profumo ingannatamente buono deduco sia il caffè della macchinetta.

«Non sono geloso, era una citazione» 

Nanami solleva gli occhi al cielo «dov'è il tuo addomesticatore?»

«Spedito in missione» lascio trapelare dal tono tutta la sofferenza che provo mentre mi siedo su uno degli sgabelli della penisola del mini bar.

«Senza di te?» Shoko mi fissa stupita

«Già» non ho voglia di parlarne, mi pento di aver accennato al motivo della sua assenza. Non mi piace che Geto sia là fuori da solo, come detesto l'idea che tra poco partirò a mia volta. Perché dividerci? Insieme siamo indistruttibili. Perfetti. Non sarebbe un guadagno farci collaborare fino alla fine dei nostri giorni?

Riprendo tra le mani il cellulare. Ancora nessun messaggio.

«Gojo» il prof Yaga entra nella sala «per favore puoi venire un momento con me?»

Lo seguo recalcitrante lungo il corridoio.

La sua voce è monocorde e non si volta a guardarmi «stasera prenderai il treno per Kyoto»

Mi blocco di colpo. No. Non sono pronto. Sugu non è qui, e se non torna in tempo e non riesco a salutarlo? Partirò senza vederlo.

«Gojo? Tutto bene?» il prof è davanti a me e mi fissa preoccupato, non mi sono nemmeno accorto che si fosse avvicinato.

«Si tutto bene» sorrido fingendo una serenità che non provo  «solo non mi aspettavo così presto»

«Nemmeno io» qualcosa nel suo tono mi fa pensare che si sia opposto agli anziani senza successo «ma non siamo liberi di decidere. Ho il biglietto del treno, in stazione verrà a prenderti Utahime Iori, sarà lei che ti affiancherà e ti illustrerà il caso»

«A che ora devo partire?» tardi, fai che sia notte fonda e che Sugu sia tornato.

«Hai il treno alle 10 stasera»

«Hai il treno alle 10 stasera»

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Il treno sta per arrivare dove sei? Non riesco a stare fermo per l'ansia, il prof mi guarda malissimo ma non proferisce parola. Non voglio partire così senza vederlo.

«Sato!» sento la voce ma non lo scorgo da nessuna parte, poi dalle scale fa capolino la testolina nera che tanto amo. Con un salto supera gli ultimi gradini e corre verso di me. Il mio cuore esulta.

Frena la propria carica appena scorge Yaga seduto sulla panchina, la sua intenzione era quella di abbracciarmi. Era evidente. Purtroppo occhi indiscreti ci scrutano. 

L'altoparlante annuncia il treno in arrivo. Sugu mi sfiora le dita che stringono la sacca.

«Quanto starai via?» la voce è incerta e spezzata, il viso pallido.

«Hai ingoiato...» annuisce e stringe le mie dita tra la sua mano fredda. Vorrei baciarlo, abbracciarlo e invece l'unica cosa che posso fare ora e ricambiare la stretta «non lo so, mi verrà spiegato tutto una volta a destinazione»

Il treno sta arrivando, il rumore ci costringe ad alzare la voce «ti scriverò in continuazione, ti  telefonerò tutti i giorni e farò il possibile per tornare il prima possibile»

«Cerca di stare attento» un finto sorriso appare sul volto tirato.

Il prof Yaga si avvicina e mi appoggia una mano sulla spalla «buon viaggio» mi saluta prima di allontanarsi.

Le persone scendono dal vagone, ci urtano ma per noi non esistono. Fisso Sugu negli occhi prima di voltargli le spalle e salire su questo maledetto treno.

What's the trouble, honey? (JujutsuKaisen - SatoSugu)Where stories live. Discover now