Hurricane - Gunshot Vol.2

Danzare sulle note del vento

Guns

La mattina seguente mi sveglio presto, più energico che mai!
Pronto per questo nuovo inizio che ci attende.
A malincuore decido di andare via prima di lei e lasciarla ancora camminare nel mondo dei sogni serena; torno da lei dopo essermi lavato rientro in stanza prendo i vestiti dalla valigia e rimanendo ancora assorto nell'osservarla mi vesto con tutta la calma, mi avvicino ancora una volta a lei, voglio sentire ancora il suo profumo, quell'odore di ciliegia che mi ha inebriato tutta la notte, voglio che mi rimanga incollato addosso per tutta la giornata.
Le lascio una carezza sui capelli morbidi ormai intrecciati tra loro in una matassa dalle forme insolite, sorrido al pensieri di lei che li affronta in uno scontro titanico, perché lei affronta tutto in maniera teatrale, le lascio anche un delicato bacio sulla fronte, approfitto di respirarne ancora la fragranza e assaporare la sua pelle morbida un ultima volta, inspiro lento quel dolce aroma che ormai mi regala sensazioni felici e mi riporta a casa.
Lei si muove appena e mi regala un sorriso delicato, chissà cosa stai sognando?
Così stregato con lo sguardo perso in te, finisco di vestirmi velocemente, prima di svestirmi alla stessa velocità ed interrompere i tuoi sogni; lascio un bigliettino accanto al suo cuscino adagiato sul letto ed esco veloce da quella stanza inebriante.
Per ora sazio di te, non mi resta che accontentarmi del tuo profumo.
Mi dispiace doverti lasciare qui sola il primo giorno, ma so quanto il sonno sia sacro per te e so anche quanto tu possa diventare rompipalle se priva; ti lascio recuperare le energie perse, tanto, già di prima mattina ho l'agenda che straborda di impegni:
La prima riunione sul posto con il fotografo, l'incontro con l'attrice e tutto lo staff e forse, se tutto procede senza troppi intoppi, riuscirò a tornare da te per pranzo, perchè poi nel pomeriggio si inizia il photo-shooting.

Arrivato nella hall dell'albergo ad aspettarmi trovo il mio manager e l'assistente, con il mio tanto desiderato americano ice, nero ghiacciato e soprattutto lungo quanto l'iperspazio.
Lo afferro al volo ringraziando mentre saliamo sul van per andare al ritrovo delle riprese. Mentre sorseggio il mio caffè, fonte del mio benessere, lascio che lo sguardi si perda nel paesaggio circostante, guardo fuori dal finestrino, il tempo non poteva essere migliore, il sole alto brilla illuminando tutto il verde paesaggio di questa florida selvaggia isola.

Arrivato, vengo accolto da tutto il personale di staff, alcuni si presentano c'è un grande scambio di strette di mano, altri semplicemente si inchinano lontani, mi dirigo verso il regista e il fotografo, mi mostrano le emozioni e le scene che vorrebbero ricreare e finalmente la mia collega, Kim Doo Jung, in arte Kim-J ci allieta della sua immancabile e riposata presenza.
Kim-J è una bellissima attrice di ventuno anni, con la quale mi sono già trovato a collaborare in altri contesti, diciamo che il suo viaggiare, molto verso il mondo occidentale l'ha resa già più intraprendente rispetto alcune ragazzine sue coetanee rimaste in patria; si differenzia con atteggiamenti gfià più adulti un po' più donna, è molto esuberante ed ha un talento incredibile si destreggia in tante cose e finora, lavorare con lei non è mai stato un gran problema per me.
Appunto, Finora. Ammetto di esser preoccupato.
Sono sempre stato solo quindi, certi suoi atteggiamenti non li ho mai tenuti di riguardo, ovvero non ho mai dato peso alle sue continue frecciatine, c'è troppa differenza di età tra di noi, non riuscirei mai a immaginarla come una donna.
Ma lei la pensa diversamente, come tante altre donne che hanno collaborato con me.
Ma la cosa non mi crea disagio, perché il confine che traccio è ben visibile e nessuno lo ha mai oltrepassato, oppure rovinerebbe tutta la complicità professionale per un vano tentativo con un finale già prescritto.

Le vanno tutti incontro, la sua presenza illumina la stanza, è radiosa gentile e appariscente, ma non mi inganna, ormai la conosco bene, lei ha molti volti ed alcuni purtroppo me li ha mostrati.
Rimango seduto sulla mia sedia da regista a rifinire il trucco, tanto so già che verrà qui a disturbarmi fastidiosa. Infatti non finisco la frase nella mia testa che arriva, sbircia il mio telefono adagiato tra le mie mani con la conversazione con shot aperta, ci sono quattro messaggi inviati da parte mia ma non ho ricevuto ancora nessuna risposta dalla mia tigre nel suo dolce letargo. Alza lo sguardo e mi sussurra compiaciuta:
<Problemi in paradiso?> Alludendo a qualche mia ipotetica lite o screzio con Eve; non è una cosa che posso nascondere, ormai siamo usciti allo scoperto e anche se la corea sta impazzando
... <Ancora non capisco perché stai con una donna gigante! Quando puoi avere me!>
Parla con un tono scherzoso, ma io so che non scherza.
Non ci casco più, non reggo le sue battutine, l'ultima volta si è infilata nella mia stanza d'albergo e credo che se ci provi ancora a sto giro si possa ritrovare un Ak-47 puntato alla tempia, o ancor peggio una reazione come il mio benvenuto di soppiatto in camera di Shot.
Sorrido a quello strambo ricordo e lei lo nota, imbronciando il suo splendido viso giovanile.
<Va bene, va bene! Pensa pure alla tua bella, io andrò a correggermi il trucco e aspetterò il nostro shooting per toccarti tutto!>
Mi poggio una mano sulla fronte per nascondere lo sguardo esausto, qui ogni emozione fa notizia, una risposta vaga, uno sguardo di troppo e sei fottuto!
Stampato in prima pagina, perché non sai ridere alle battutine, additato come scorbutico, oppure un maniaco che va dietro alle giovincelle, oppure ancor peggio se non quello che stanno già architettando un triangolo amoroso!
Ed io, ora non ne ho per niente voglia! Quindi per oggi rimarrà il mio lato di Guns allegro ma taciturno, perchè non voglio avere problemi.
Prima di iniziare la riunione provo a chiamarla, ma niente!
Stara ancora dormendo?! Sono le dieci.
Sbuffo fuori l'aria in un soffio di ilare perplessità e constato di essersi fidanzato con un bradipo.