Per questo ti odio!

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Guns
Jackson Wang - Blow

La vedo uscire di fretta e furia dal lavoro.
Mi lancia un'occhiatina terrorizzata e poi inizia a correre.
Riesco a malapena a trattenere la sua corsa, bloccandola per un braccio.

senza troppi indugi cerco il suo sguardo sfuggente e ostinato osserva qualcosa nella direzione opposta a quella nella quale prima cercavi di scappare.
Questo suo strano atteggiamento mi confonde, ma lei è sempre stata così, indecifrabile. Si volta di scatto regalandomi un tiepido sorriso elusivo, per poi frettolosamente scivolare via dalla mia presa, avvertendomi di dover correre via per un qualche tipo di urgenza lavorativa, ma la cosa peggiore è che per scivolare via da me, accetta un passaggio in macchina di quel deficiente, di Josh.

Lo detesto perché so, cosa vuol dire innamorarsi di lei.
So cosa vuol dire amarla.
Chi meglio di me, sa quanto è difficile rinunciare a te e quanto cresce il bisogno di lottare per te, lottare per averla al proprio fianco.
Per questo lo odio.
Lo odio, perché conosco le sue ragioni.
Lo odio, perchè lo capisco!
Capisco ogni sua ragione!

Cerco di non dare troppo peso ai suoi strani atteggiamenti, è sempre stata con la testa tra le nuvole, chissà cosa avrà combinato questa volta.
Proseguo la mia serata serenamente.

Un paio di giorni dopo, mi ritrovo con il mio plotone come già prestabilito, nella mia scaletta di esercizi settimanali, a percorrere gli ultimi chilometri di una piccola maratona, improvvisata stamattina, per il campo base. Oggi abbiamo corsa mattutina e corso di apnea.
Rallento il mio passo e abbasso il volume delle mie cuffiette, quando, i miei occhi vengono catturati da una cascata di boccoli dai riflessi ramati, muoversi agitati in mezzo alla distesa verde.
Seduta sul prato verde brillante, fresco e profumato, il tuo sorriso spicca tra tutti, divertita urli e ti agiti, in compagnia degli altri. Con loro, ridi serenamente, scherzi radiosa, schiaffeggiando la schiena di Dong-me, che senza contrattaccare si lamenta, lamentandosi vistosamente.
E tu rimproverandolo per qualcosa ti fingi seria, pur lasciando trasparire la tua delicata ilarità, facendo sbellicare, Kim Seo-Ah e Yoon-Ha di gusto. E' dall'altra sera che con me, solo con me, ti sento spenta; solo a me vieti i tuoi comici atteggiamenti?
Che anche se pur infantili, iniziano a farmi sentire la loro mancanza.

Chissà cosa sta combinando quella casinista.
Convoco il cadetto più disciplinato, autorizzandolo a prendere il comando di questa tratta, lo avviso della mia temporanea sosta e di proseguire senza di me, per poi dirigermi verso di loro.
Come arrivo da loro tutti mi salutano raggianti, lei si alza di scatto, solo quando penso che voglia venire a salutarmi, il mio buonumore si infrange. E' così che, una volta lasciato un leggero e fugace bacio sulle mie labbra, inventa una scusa banale, incamminandosi verso l'entrata dell'edificio alle nostre spalle.
Mi sta evitando?
-Eve!- Richiamo la sua attenzione, ma lei si allontana da me, come se l'asfalto scottasse.
Ormai lontana, forse colta dai sensi di colpa per il suo atteggiamento confusionario, si volta e grida:
"Scusa, mi sono ricordata che devo chiedere un parere a Yoon-Ha, ora devo andare, sono in ritardo!"
-Ci vediamo a cena?-
"Eh... Stasera non riesco, ti faccio sapere io, ok?!"
- Ok.- Rispondo incazzato nero, nascondendo, quanto la cosa mi inizi a stare stretta.
Saluto tutti e riprendendo la corsa verso il mio plotone, correre farà bene alla mia temporanea collera.
Sono un paio di giorni che la percepisco assente e distratta, non mi sta ignorando di proposito, almeno credo, ma mi sento un pochino messo da parte.
Poi perché chiedere un parere lavorativo a Yoon e non al sottoscritto?! Tutto questo non ha senso.

...Play...

Ora lo so... Il perché... e non mi piace!
Stava palesemente scappando.
L'altra sera dopo la sua improvvisa ennesima necessità, ho sbottato.
Ho cercato di trattenerla stretta a me, guardandola prepotente negli occhi. Occhi che non ero riuscito a decifrare. Lei strabuzza gli occhi incredula, forse non ancora abituata al potere dei media.
Ma io ero stato chiaro con lei; quando le dissi che doveva stare attenta, se voleva starmi vicino.
Loro sono ovunque e non l'avrebbero lasciata in pace facilmente. Lei lo sapeva, sapeva che gli avvoltoi, non sono mai sazi e che se c'è anche solo un accenno di debole fraintendimento, loro se lo sarebbero preso, costruendoci sopra così tante cornici e castelli, da rovinare tutto e te stessa, rendendo i fraintendimenti indelebili.
Per sua fortuna, ho capito il suo atteggiamento da codarda, ho ricevuto la notizia da Kang-Hee, che gentilmente mi ha informato della loro serata e si è premurata anche di tranquillizzarmi. Ma non mi sarei comunque soffermato alle semplici apparenze, ormai vivo in questi panni da troppo tempo; ma quella maglia, la vedo, ancora sbucare fuori dalla sua borsa e il mio sangue ribolle nelle vene di collera. Il solo pensiero che il profumo di un altro uomo, si sia poggiato sulla sua pelle, mi manda in escandescenza.
La osservo guardare quelle foto e video, con un'insolita cautela.
Non mi parla, non mi guarda, non reagisce. Guarda solo il telefono stretto nella mia mano, impassibile.
Sto facendo di tutto per non pensare a quello che vedo e ragionare in maniera razionale, ma il suo mutismo selettivo non rende le cose facili.
In un impeto incontrollato di rabbia, lo stringo un po' troppo forte e lo scaravento lontano da noi, infrangendosi in mille pezzi.
Internet esplode invaso da queste foto. Articoli di giornale marciano sulla notizia ricamando sopra supposizioni, senza pensare alle possibili conseguenze, senza pensare alle emozioni.

Hurricane - Gunshot Vol.2Where stories live. Discover now