Il sapore amaro del passato

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Pov shot

Mi ritrovo a camminare per le strade buie e solitarie di Seul con il bisogno di staccare la spina da tutto e stare da sola.
Ho bisogno di ascoltare solo i miei pensieri, tanto di dormire non ci riesco, quindi mi son detta, esco. Attraverso queste viuzze buie e leggermente illuminate dal chiarore dei lampioni, mi sento avvolta dalla notte e coccolata dal silenzio, fino alle piazze illuminate dagli enormi cartelloni pubblicitari che ingannano il tempo con questo gioco di luci intense, a differenza delle viuzze qui sembra sia pieno giorno e invece non sono neanche le sei.
A farmi compagnia solo le mie emozioni cullate da enormi cuffie nella quale risuona Numb - Linkin Park, la sua voce urla a volume massimo la sua rabbia che aiuta a coprire i miei pensieri. Che controsenso divertente, sono uscita di casa per passeggiare ancora prima delle prime luci dell'alba, per schiarire i pensieri e li sto praticamente soffocando con la musica.
Prestami la voce penso. Presami le parole, prego. Dammi ispirazione, come posso affrontare la realtà che mi ha completamente scombussolata? Che parole devo utilizzare? Quanti sospiri riempiranno la mia giornata?
Quante volte sbufferò al suono delle solite ripetute frasi di convenienza, questa strana forza che ricarica le mie energie mi da la forza con la quale spingo prepotente i miei passi su questo marciapiede sconosciuto, mentre cammino come se mi muovessi avanti e indietro nel tempo.
Ormai lontana dalla base, ho trovato il mio rifugio in queste strade lontane. La base si trova a nordovest dal centro di Seul, ed io ormai lontana mi trovo a Incheon 인천광역시, dall'altra parte del fiume Han. Ho continuato a cambiare metro e autobus e camminare fino a che non ho trovato la forza per alzare la testa e respirare, così mi sono ritrovata qui. Non voglio incontrare nessuno che conosco, cullata da una playlist del mio spotify, "Zittire i Brutti pensieri!" un titolo più allegro non lo avevi trovato? Alterno la mia musica di tutti i giorni a qualche brano azzeccatissimo di Kpop, ora The Roses - Back to me, mi da la grinta giusta per iniziare ad affrontare la folla che popola queste nuove strade. Alzo il cappuccio sulla testa e non mi importa dell'afa, questo caldo mi avvolge come un mantello del l'invisibilità accompagnata da questa canzone sta frustando le mie orecchie facendomi volare un po' più in alto l'umore.
Incoraggiandomi a camminare più veloce accompagna i miei passi sempre più pesanti e determinati, con una meta sola, mi fermerò solo davanti al mare.
Perfetta, mi ritrovo a galleggiare nei ricordi di ieri...
I flash della puntata affollano la mia mente confusa.

Sono le prime ore del pomeriggio quando arriviamo agli studios, ad attenderci una folla accoglie me e Guns.
Flash fastidiosi di macchine fotografiche mi fotografano senza il mio consenso, grida stridule fastidiose graffiano il mio udito, pizzicano i miei nervi a fior di pelle dalla tensione, esultazioni, spintoni, nomignoli urlati nel vento mi schiaffeggiano, gesti a forma di cuore accompagnati da cartelli di dichiarazioni d'amore, la gelosia, il sentirsi schiacciati e poi toccati, ma protetti ma da mani che non si conoscono, per me poche parole ma dure mettono a dura prova i miei istinti, pruriginose le mie mani si stringono i pugni, alterati da frasi d'amore. "OPPA", molteplici complimenti, sentirsi osservati da occhi felici e occhi arrabbiati, giudicati da persone che lo amano troppo o con troppa insistenza, come fossi di proprietà di qualcuno o qualcosa, in debito con il loro affetto, in obbligo di sorridere anche ai loro spizzanti giudizi; questi sono tutti sentimenti sbagliati. Soffoco tra piccoli rimproveri, schiacciata dalla folla che mi giudica su chi sono, come sono fatta, su come mi chiamo e come mi vesto, sul mio presente e il mio passato, haters e fan, giornalisti e passanti curiosi.
Sentirsi sola e lontano mano per mano con lui, le sensazioni che solo la sua mano mi sanno regalare, calda e accogliente mi protegge non mi lascia andare, anche quando tutto cerca di dividerci. Vedo solo i tuoi occhi, il resto è protetto dalla mascherina.
Tu sei quell'energia che mi tiene ancorata a terra nonostante tutto intorno a noi sia agitato e voli via spazzato dal vento. Come fossi al centro di un ciclone dove al posto dell'aria ci sono troppe voci e troppi occhi.
Succede tutto in una manciata di secondi, entro dentro la porta nera, sobbalzo alla sensazione di vertigine che mi riporta alla realtà. Il silenzio regna sovrano. Come se una gomma gigante avesse cancellato tutti i rumori in un nanosecondo. In questa stanza ci siamo solo noi. Tu che mi osservi felice e io schiacciata contro il tuo petto in un abbraccio involontario ma tanto desiderato, nella stanza riecheggia solo il rumore forte del mio respiro ansante e leggermente spaventato, cullato da una canzone in lieve sottofondo che accarezza e placa ogni mia angoscia temporaneamente, The Astronaut- Jin, la musica è così leggera che non so nemmeno se è un regalo della mia immaginazione o se sia riprodotta per davvero.
Il tempo di calmare le emozioni e in breve tempo vengo velocemente sballottata prima su una sedia dove un tizio pelato con fare da diva mi pasticcia la faccia di trucco, alla quale la mia pelle è davvero poco abituata, poi con la faccia pesante per colpa di un cerone di sette chili cementato sul viso, mi spediscono dai parrucchieri che mi acconciano i capelli, o almeno ci provano! Sorrido allo specchio osservando la mia corazza, un'indomabile criniera rossa di folti capelli ricci, che un po' come me, o la ami o la odi; loro del resto del mondo se ne fregano altamente e fanno quello che vogliono. Osservo divertita la poverina che sta cercando di pettinarmi, una ragazzina alta 1,55 circa alta come me seduta, quasi del tutto inglobata dentro i miei lunghissimi capelli, sembra un pirata che si difende dai tentacoli di un Kraken, per cercare di riottenere un pettine, credo ormai inghiottito dalla matassa rossa, vorrei girarmi e dirgli di rinunciare ormai è finito in un universo parallelo, ma non voglio inimicarmi qualcuno fin da subito, la lascio fare.
Una volta pronta, mi accompagnano allo studio televisivo.
Lo studio è molto luminoso è semplice c'è un maxischermo con davanti una scrivania laccata in legno di ciliegio e un paio di divanetti gialli paralleli, luci calde e led colorati un ambiente allegro, niente sfarzo eccessivo proprio come avevo richiesto io. L'atmosfera risulta calda e confortevole, mi accompagnano ad un divanetto e poi un ragazzo che conosco molto bene, mi passa la scaletta della serata, mi giro a salutarlo. "Ed! meno male che ci sei almeno tu, hai visto Guns?" lo guardo con un filo di supplica nello sguardo.

Hurricane - Gunshot Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora