Una fiamma priva di candela

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Guns

Non vorrei passare per scorbutico o malmostoso, ma questo tipo di gesti non riesco a perdonarli facilmente.
Quando vivi la tua vita in modo che la paura della solitudine non possa mai entrare nel tuo cuore è difficile non disturbare l'orgoglio e chiedergli di rimanere zitto.
Ho sempre mantenuto poche semplici regole nella vita, per sopravvivere alla dipendenza del ricercare affetto negli altri, una di queste:
Rispetta gli altri dal loro punto di vista e chiedi loro di rispettare il tuo. Mostra rispetto a tutte le persone e non umiliarti con nessuno, non umiliare a tua volta nessuno. Ama la tua vita, non sprecare il giorno, si grato di tutte le cose che hai della tua vita.
Totalmente avvolti dall'oscurità, piove il silenzio tra di noi.

Ritorno alla baita con in braccio una Eve estremamente silenziosa, forse guidata dal mio atteggiamento taciturno. Non riesco a nascondere la profonda offesa subita. Non siamo né animali, che non riusciamo a gestire i nostri istinti, né tantomeno bambini che capricciosi non riusciamo a gestire le nostre emozioni.
Ma i miei occhi involontariamente vanno a lei che attenta e cauta fa scivolare lentamente lo sguardo dal mio profilo al paesaggio oscuro alle nostre spalle.
Si sente solo il rumore delle mie scarpe che scricchiolano su foglie secche, cadute dagli alberi circostanti e rumore di rami spezzarsi sotto i miei passi.
In lontananza delle luci ci avvertono dell'arrivo a destinazione. Sento il suo respiro teso infrangersi sul mio collo, il rumore delle sue dita che sfiorano la stoffa della camicia, stringono appena il tessuto all'altezza delle mie spalle, aggrappandosi timorose.
Dita bianche e magre si spostano silenziose lasciano lievi carezze docili, come a voler in un qualche modo, cercare di calmare una bestia inferocita. Ma a differenza degli sguardi confusi e attoniti che ci accolgono, al nostro rientro, lei non sembra avere alcuna paura, di questa bestia, nonostante lo sguardo scuro e il volto avvilito, lei continua a rimanere aggrappata a me, ipocrita, come fossi la sua unica ancora di salvezza.

Arrivati all'interno della baita, la porto nel piccolo bagno e la faccio sedere sul mobile accanto al lavabo. Lei si lascia guidare mansueta.
Non lascio che i nostri occhi si incontrino, li evito di proposito, conosco i tuoi occhi impazienti e arroganti, capaci e sensibili di scalfire la mia armatura. Diversi da tutti gli occhi incontrati nella mia vita, nei tuoi occhi troppe emozioni in contrasto dalla paura alla gentilezza dall'incanto alla rabbia. Urgenti e avidi, meravigliosi e incontrollabili, mi lasciano alla deriva dei miei sentimenti incapace di affrontarli, anche quando le tue dita sfiorano il mio profilo, trasformando tutto intorno a noi in vago, indistinto, dolorosamente confuso.
La prima cosa che faccio è prendere le sue mani, dopo una lenta e accurata diagnosi, afferro la cassetta delle emergente e le inizio a disinfettare le piccole escoriazioni sulle dita, sempre con lo sguardo basso e avvolti da questo silenzio ultraterreno, serro la mascella alla vita di lente e piccole goccioline che come pioggia lente si trasformano in un uragano, quando i suoi avambracci iniziano a rigarsi del suo pentimento, non riesco a resisterle, alzo lo sguardo e ti osservo di nascosto, mi sembra di perdermi nella nebbia, tra i versi sparsi nella mia disordinata mente, tutte le mie convinzioni naufragano, la mia finta diffidenza si scontra con il mio tragico destino, la mia fine così affogo dentro i tuoi occhi, sgorgano così copiose che quasi perdo l'equilibrio spaventato dalla forza di quelle lacrime sembra che il mio cuore sia soffocato da qualcosa...e cado all'indietro.

Riconoscono di tutte le lacrime che ingoi, le più care sono quelle piante per te stessa, ascolto i tuoi occhi pentiti supplicarmi parole che portano il peso del tuo mare. Ti vedo piangere in una tua lacrima vedo il segreto della bellezza del mare, la goccia che combatte nel Mare in burrasca della sua anima, ad ogni tua lacrima il mio mondo vacilla e vuoto naufrago negli abissi della mia.
Istintiva la mia mano come guidata da una forza a me estranea, consumata dal voler placare il tuo supplizio, ne raccoglie una, la guardo. Questa è la potenza con la quale una tua lacrima profonda col suo sapore salato come l'oceano soggioga il mio cuore e cura ogni cosa, scivola dai tuoi occhi del colore del mare e spegne il rumore della mia mente e si abbandona alla voce del mio cuore. Rassegnati al mio cuore chiedo in un silenzioso abbraccio che vibra e sente la tua inquietudine spegnersi, pian piano, tra il rumore di carezze quando ti asciugo il viso irrorato dal pianto, spunta un piccolo sorriso sul tuo volto. Un bacio casto disperde, la nebbia del nostro respiro e tutto torna nitido.
Rimaniamo fermi a cullarci i cuori stanchi, stretti l'uno all'altra. Con l'esigenza di toccarci con le mani e con gli occhi.

Hurricane - Gunshot Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora