Fantasmi

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Pov Shot

Non è cambiato per niente.
Soffoco un rauco lamento nel trovati qui oggi, gli occhi si appannano appena, il respiro di appesantisce e la gola brucia arida. Vittima di una rabbia che mi acceca ti guardo, sei solo una versione più adulta e più muscolosa di un ragazzo che conoscevo anni fa. Mi ricordi ancora un ragazzo alla quale avevo voluto tanto bene in passato ma che da tutta la vita cerco di cancellarne le memorie. Quegli occhi piccole comparse sempre rimaste vivide nei miei incubi, non sono cambiati per niente grandi paure color di foglia pieni di sgomento, d'altronde son stati gli specchi di molte disavventure. Gli ultimi occhi che vidi prima di rinascere dovevano essere anche i primi al mio risveglio, invece quelli che vidi furono l'ombra di un passato vissuto, quegli occhi non li ho più rivisti, finora. Con la mente affollata dai ricordi che nemmeno più credevo di possedere, aggrappandomi avida con dita tremanti stringo con forza la sua maglietta, strattonandola un pochino mi avvicino al suo orecchio cauta e leggermente intimorita bisbiglio flebile: "Quello è Josh!" La mia voce udibile solo da Joon è simile a un piccolo lamento di dolore. Una rapida occhiata e i suoi occhi scuri saettano nei miei e incontrano il mare in burrasca, gli occhi di Joon sono un misto tra preoccupazione e rabbia scrutano il mio viso mentre i polpastrelli freschi della sua mano sfiorano delicatamente la mia guancia timida, arrestano il sentiero di una lacrima sola e persa sfuggita al mio controllo e con un semplice gesto mi trasmette tutto il suo conforto. Poi si volta di nuovo verso di lui prendendo un profondo respiro recupera quella mano aggrappata alla sua maglietta stringendola piano per poi posizionarsi difronte a me facendomi da scudo umano.
Il rumore dei giornalisti impazza, il suono scrociante di foto scattate e voci ovattate saturano l'ambiente circostante.
Joon prudente mi chiede sottovoce,
- Cosa vuoi fare?- Il suo tono è duro ma la rabbia che sente non la riversa contro di me; apprezzo il fatto che si fida delle mie emozioni e mi da il libero arbitrio.
"Voglio solo andare a casa" parlo in maniera anche fin troppo priva di emozioni ma d'altronde cosa posso farmene della sua presenza adesso? Non c'è stato per poco meno di dieci anni, presentarsi oggi non ha proprio senso.
Dopo aver ascoltato il mio desiderio inizia la sua camminata decisa verso l'uscita con me mano nella mano, passiamo al suo fianco lasciandolo sbigottito e interdetto davanti agli sbarchi dell'aeroporto circondato da giornalisti invadenti e affamati di notizie, o almeno nella mia testa tutto si era svolto in maniera veloce e sbrigativa. Ma la mano di Josh stretta al mio polso libero arresta la nostra camminata impedendomi di proseguire, un flebile <Shot> quel nomignolo pronunciato da lui mi provoca solo sofferenze la sua voce ancora uguale a otto anni fa, mi travolge riportandomi veloce indietro nel tempo.

Dal suono un po' incrinato come se rivedermi avrebbe scosso la sua anima che il mio cuore vede fredda e dura come pietra, non minaccia accelerarne il battito bensì di sgretolarsi come sabbia stretta in un pugno. La sua presa salda non lascia il mio polso neanche quando Joon si volta funesto verso di lui, spaesata li vedo litigare con gli sguardi amari a bocche cucite. Vedo occhi che urlano frasi feroci ed io mi sento indecisa resto immobile tra due fuochi che si contendono il mio tempo, senza pensare alle mie paure e ai miei sentimenti. Fino a che la mano di Joon con una mossa veloce non allontana quello strano contatto che mi brucia ancora sulla pelle.
Istintiva mi porto il polso al petto massaggiandolo con la mano destra, come marchiata a fuoco agli occhi di Joon non sfugge la cosa chiedendomi se mi fossi fatta male per poi anteporsi tra me e Josh.
-Lasciala subito! Ma cosa ti aspettavi, una bella rimpatriata?- lo sbeffeggia parlandogli con un tono che non aspetta risposte. Io avvicino subito le mani al suo petto cercando di calmare la sua ira appoggiando la testa su di lui, in un abbraccio delicato, a quel contatto lui distende i muscoli della sua ampia schiena, gli sussurro "Andiamo a casa" Joon è davvero alterato ma ci sono troppi occhi e orecchie indiscrete pronte a idolatrare ogni suo gesto, o a metterlo alla gogna, pronti a dare la colpa di tutto questo a me che forse sono l'unica ad avere paura che i due arrivino alle mani senza nemmeno parlare.

Hurricane - Gunshot Vol.2Where stories live. Discover now