❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐈𝐈❞ | Casa, dolce casa

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━━━━━━━| 𝐃𝐎𝐃𝐈𝐂𝐈 |━━━━━━━

"Sei seria Y/N!? Una stracazzo di rissa!?"

"Oh non farmi la morale, ████! Sei l'ultimo che potrebbe venire a farmela!"

████ era di fronte a me, completamente furioso per il mio atteggiamento inappropriato nei confronti dei miei simili.

"Se continui così, sai cosa sarò costretto a fare" mi rispose l'angelo puntandomi un dito di fronte al viso.

Mi ripugnava, era talmente disgustoso che anche solo la sua presenza mi faceva tornare il rigurgito di ciò che avevo aver mangiato quella mattina.

"Sei solo un lurido bastardo"

"!ozzɐɔ ,ǝɹoᴉɹǝdns onʇ un ǝʇuǝɯʅɐɹǝʇʇǝʅ ouoS !████ pɐ opoɯ oʇsǝnb uᴉ ᴉʇɹǝᵷʅoʌᴉɹ ɐ ǝɹɐpɹɐzzɐ ᴉʇ uoN"

Improvvisamente notai che la mia visione stava perdendo... pezzi?

Intorno a me, tutto crollava, così come la pelle dal mio corpo. Stavo forse svanendo?

"████ che cazzo succede!?" esclamai in preda al panico. Ma ████ , stava svanendo a sua volta.

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Sobbalzai, il mio corpo era estremamente sudato.

Ancora in uno stato di dormiveglia, avevo gli occhi sgranati e fissi sulla coperta che mi copriva. Fortunatamente era solo un sogno; breve, ma intenso.
Sospirai socchiudendo gli occhi, tornando a stendermi lentamente sul... divano?

Guardai in direzione del letto, trovandoci su Alastor, intento a dormire beatamente.
È vero, oggi toccava a me dormire qui.

Eppure mi sembrava di essermi addormentata sul letto. Probabilmente il demone mi aveva spostata, e aveva perfino avuto la premura di procurarmi delle coperte.

Grugnii impercettibilmente, ma onestamente, ero anche un po' divertita. Sarebbe stato divertente vedere Alastor prendermi a mo' di principessa e posarmi gentilmente sul divano rimboccandomi le coperte.

Sempre che non mi ci avesse trascinata dai capelli.

Il mio pensiero tornò al sogno da cui mi ero appena svegliata, un po' scombussolata dalla stranezza di quest'ultimo.

Angeli? Paradiso? Ma che roba era?

Ripensandoci, non ricordavo il nome con cui chiamavo quel tizio; ma riuscivo a sentire perfettamente lo stesso senso di disagio che non mi aveva evidentemente lasciata dalla fine dell'incubo.

Dovevo distrarmi, le mie paranoie diventavano sempre ossessioni, e non avevo intenzione di cimentarmi su qualcosa del genere.
Allungai la mano verso il comodino, afferrando uno dei libri che avevo noleggiato il giorno prima.

Un secondo, ieri?
Che ore sono!?

Diedi una veloce occhiata all'orario, prendendo il mio cellulare sepolto dalle coperte.

"02:30..." mugugnai fra me e me mentre cercavo di capire come avessi fatto ad addormentarmi così presto. 
Non avevo nemmeno cenato, la situazione stava diventando irreversibile.

Il mio cuore ne era felice; saltare un pasto per me significava raggiungere un traguardo; ma ero cosciente di come non potessi farlo. Una sola eccezione, mi avrebbe fatto ricadere nella mia bizzarra dipendenza.

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | AlastorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora