❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈❞ | Una crocifissione

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━━━━━━━| 𝐃𝐈𝐂𝐈𝐎𝐓𝐓𝐎 |━━━━━━━

' 𝄞 Di tutto il nero che hai, sulla schiena fino a dentro il petto... '

Ore! Fottutissime decine di ore passate ad esercitarmi per quel maledetto concorso, ed ancora non avevo la più pallida idea di quale canzone avrei presentato.

-

'Dimmi che ne farai, a chi dedicherai il tuo canto?...'

L'audio proveniente dal mio cellulare riempiva il silenzio della stanza, il quale era interrotto solo ed unicamente dal ridondante e ritmico tappeggiare delle mie dita sulla superficie marmorea al mio fianco.

' Quello che hai non ti basta mai, e chiedi la testa di ogni tuo re... '

Ero nel mio bagno, completamente assorta dalla canzone riprodotta dal mio telefono, immedesimandomi ad ogni nota, ogni parola che danzava nell'aria carica di vapore.

' Quello che hai non è ciò che vuoi, regina degli altri fai scempio di me...'

Era difficile concentrarmi sulla gara, quando la mia mente era padroneggiata dal pensiero maniacale che ospitava Alastor come protagonista.

"Non sei cambiata affatto, mia cara."

Le sue affermazioni taglienti si ripetevano in un nauseante loop senza sosta all'interno della mia testa; procurandomi una disgustosa sensazione vertiginosa che si contorceva nel mio stomaco come un serpente velenoso.

' In ogni mia sconfitta c'è una parte di te, manipoli la sorte nei panni sporchi di Venere... '

"Dannato cannibale..."

Sputavo imprecazioni sul suo conto come niente; denigravo ogni caratteristica della sua essenza, ritenevo riprovevole anche solo l'esistenza di un uomo del suo genere. Solo l'aggettivo "ripugnante" non sarebbe stato abbastanza per descrivere il modo in cui il demone mi stava consumando dall'interno. Era come se ogni pensiero, ogni ricordo fosse contaminato da un veleno che mi avvelenava lentamente, rendendo la mia anima un terreno fertile per l'odio e il risentimento nei suoi confronti.

' E per ogni mia resa lo sguardo muore, sai? Ma il sapore dalle labbra no, mai, lo cancellerai... '

Le mie parole si trasformavano in armi affilate, pronte a trapassare qualsiasi difesa e a lasciare il segno della mia rabbia su tutto ciò che toccavano. Eppure, non importava quanto mi sforzassi di allontanarlo, quel demone continuava a danzare nella penombra della mia mente, sussurrandomi insidiosamente le sue menzogne e alimentando il fuoco della mia disperazione.

"..."

' E adesso chi chiamerai, per combattere dalla tua parte?... '

Ero intrappolata in una spirale di autodistruzione, incapace di spezzare le catene che mi tenevano prigioniera del mio stesso tormento.

-

Plick

' Il dolore lo sai, quando tace diventa più forte... '

"..."

-

Plick

' Ma quello che hai non ti basta mai, e chiedi la testa di ogni tuo re... '

Voltai lo sguardo ai miei piedi nudi, tenendo le mie mani poggiate al muro marmoreo della cabina doccia in cui mi trovavo. Se fino ad allora, pensavo che il suono delle piccole gocce che cadevano provenisse dal flusso interrotto dell'acqua che fino a poco prima mi scorreva ininterrottamente addosso, mi sbagliavo.

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | AlastorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora