❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐕𝐈𝐈❞ | Venti minuti

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━━━━━━| 𝐃𝐈𝐂𝐈𝐀𝐒𝐒𝐄𝐓𝐓𝐄 |━━━━━━

Uova e pancetta.
Sempre quel dannato piatto a colazione.

Siamo in un hotel stellato, e questo è l'unico pasto che posso prepararmi la mattina.

Ancora coi postumi della sbornia, tenevo la mia testa apparentemente pesante mentre mi portavo alla bocca del bacon bruciacchiato.

Crunch

...

"Ottimo, l'ho anche bruciato" sussurrai mentre mi rendevo lentamente conto del sapore amaro che rilasciava il colorito più scuro della pancetta.
Era nero.

...

"05:56"

L'orario sull'orologio di fronte a me segnava quasi le 6.
Lo osservavo muovere le lancette, ascoltando il ticchettio incessante riempire il silenzio nella stanza.

Quella notte dormii poco e niente: dopo il misterioso sogno su Alastor non riuscivo a capacitarmi più di nulla.

Provavo a convincermi fossero stati solo gli effetti dell'alchol a confondermi, e sembrava l'opzione più plausibile; ma ciò non spiegava la presenza del morso di Alastor sul mio collo.

Non fui pronta a vederlo quella giornata, perciò, quando mi trovavo ancora nel letto e vidi che le 5 del mattino erano giunte, decisi di alzarmi presto ed andare a far visita ad un vecchio amico.

Che di vecchio non aveva assolutamente nulla, era semplicemente Asmodeus. E quel giorno, mi ero promessa che quel figlio di puttana avrebbe parlato.

Ormai la situazione si stava rendendo insostenibile, e non mi era andato a genio il suo modo superficiale di spiegarmi le cose.

Perciò, senza altri indugi, mi misi in cammino verso il girone della lussuria.
.
.

"Fammi entrare, stronza!"

La segretaria nella hall era tremendamente cocciuta.
Stavo provando da ormai una quindicina di minuti a convincerla di farmi saltare la fila dei clienti di Asmodeus, ritenendo il mio problema di estrema urgenza; eppure la donna non aveva alcuna intenzione di lasciarmi passare. Perciò, mi ero messa a minacciarla al punto che dovette intervenire la sicurezza.
Infatti, due demoni alti e vestiti elegantemente, vennero con l'intento di sbattermi fuori.

"E voi che cazzo volete?" dissi una volta che furono abbastanza vicini da potermi incutere timore.

Nel mentre che i due si avvicinavano, notai con la coda dell'occhio che la segretaria aveva appena digitato un numero sulla cornetta del telefono accanto a sè.

Brava piccola, informa Asmodeus.

I due demoni mi afferrarono per le braccia, trascinandomi contro la mia volontà verso l'uscita.

Fra le mie imprecazioni e il loro atteggiamento impassibile, udii la voce del lord provenire dalla telefonata che stava effettuando la donna dietro al bancone.

Fu difficile comprendere il tutto, ma fortunatamente riuscii a sentire Asmodeus affermare che aveva intenzione di vedermi subito, e di lasciarmi passare.
Di conseguenza, la donna fermò i due bodyguard, i quali mi lasciarono andare.

"Mpf" sbottai mentre scrollavo i miei vestiti dalla presa sudata dei bodyguard.

Voltandomi con fare scenico, mi diressi verso l'ascensore a pochi metri da me.

Mentre le porte di quest'ultimo si chiudevano, rimasi con lo sguardo fisso sui due demoni che mi avevano quasi buttata fuori, guardandoli vittoriosa ora che avevo ottenuto ciò che volevo.

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | AlastorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora