━━━━━━| 𝐓𝐑𝐄𝐍𝐓𝐀𝐐𝐔𝐀𝐓𝐓𝐑𝐎 |━━━━━━
𝙥𝙤𝙘𝙤 𝙢𝙚𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙪𝙣𝙖
𝙨𝙚𝙩𝙩𝙞𝙢𝙖𝙣𝙖 𝙙𝙤𝙥𝙤...
・・・Finalmente giunse il giorno. Finalmente, avremo giocato un ruolo cruciale in quella battaglia. Finalmente, Natasha, una delle pedine di quel gioco malefico, sarebbe stata la prima a morire.Il piano era cambiato: Blitzø si sarebbe introdotto furtivamente in casa di Natasha, grazie all'indirizzo fornitomi da Vox; mentre io ed Alastor, ci saremmo occupati della faccenda al palazzo delle tre V personalmente.
Stavamo discutendo nel nascondiglio di Zestial, intenti a sorseggiare del the e degustare dei deliziosi biscotti preparati proprio dall'overlord in persona. Non lo facevo affatto un amante dei fornelli, ma evidentemente mi sbagliavo.
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"Quiiindi..." iniziò l'imp, indicando la sottoscritta e il cervo, "...voi due fottete?"
L'intera stanza si bloccò per un istante, come se anche l'aria avesse smesso di circolare. Il silenzio che seguì la domanda di Blitzø fu surreale, e in quel momento mi sentii morire di imbarazzo. Il mio volto si infuocò all'istante, mentre Alastor, con la sua consueta compostezza, si limitò a inclinare leggermente la testa, sorseggiando il suo tè come se nulla fosse accaduto.
"Ah, il caro Blitzy," rispose Alastor con il suo solito tono affabile e teatrale, "sempre così... diretto." Posò la tazza con un movimento elegante e incrociò le dita sotto il mento, il sorriso enigmatico dipinto sul volto. "Ma temo che certe questioni siano irrilevanti per il successo della nostra missione, non credi?"
Blitzø scoppiò a ridere, battendosi una mano sulla coscia. "Hah! Non fare il misterioso, Demone della Radio! Non c'è bisogno di tergiversare. Vi vedo, siete come due adolescenti in calore. È disgustoso e adorabile." Fece una pausa, squadrandoci entrambi. "Ma più disgustoso."
"Esplodi." sbottai, "Puoi essere per una volta meno... te stesso?"
"EEHY!" rispose lui, alzando le mani in segno di resa. "Non è colpa mia se siete così evidenti. Seriamente, però," aggiunse, assumendo un'espressione un po' più seria, "siete sicuri che questa missione non sia un diversivo per qualche romanticheria segreta?"
Zestial, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si schiarì la gola con fare teatrale. "Se abbiamo finito di esporre la vita sentimentale altrui," disse con calma glaciale, "potremmo tornare a concentrarci sul piano, per favore?"
Alastor annuì con un sorriso divertito, lanciandomi un'occhiata che sembrava voler dire "tranquilla, tutto sotto controllo". Io, invece, volevo sprofondare sotto il tavolo.
"Sì, sì, torniamo al piano," disse, alzandosi e passandosi una mano in mezzo alle corna. "Ma non pensate di scamparla, perché quando questa roba sarà finita, io voglio sapere tutto."
Alastor ridacchiò sottovoce. "Se sopravvivi alla missione, mio caro amico imp."
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Ore 23:30, eravamo di fronte il palazzo delle V.
"Eccoci qui," disse Alastor, rompendo il silenzio. Il suo tono era calmo, come se fossimo semplicemente arrivati al teatro per uno spettacolo. In un certo senso, probabilmente lo era per lui.
"Che spettacolo deprimente," borbottai, incrociando le braccia mentre osservavo tutta quella gente impaziente di entrare, "Allora, qual era il piano? Entriamo e speriamo di non essere immediatamente beccati?"

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𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | Alastor
Fanfiction━━━━━━━━━━━━ 𖤐 l « Le tue parole sanno annientare le mie convinzioni, senza far rumore. » | SANLEVIGO Può, una ragazza qualunque, scatenare l'ira dell'Inferno? Una domanda senza risposta, ecco cos'era. Un'amnesia tale, da far dimenticare la verit...