❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐈𝐕❞ | Riflessi pericolosi

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━━━━━━━| 𝐐𝐔𝐀𝐓𝐓𝐑𝐎 |━━━━━━━

Dopo che la sera prima trovai quello strano biglietto in cucina, ero talmente confusa che ebbi un attacco di panico.

Non sapevo il perchè. Tornai di fretta nella mia camera e coprii tutti gli specchi con qualsiasi cosa che poteva funzionare come telo.

Era come se sentissi lo sguardo del demone radio addosso, sembrava mi perseguitasse, il che era molto probabile.

Fra tutto ciò che poteva capitarmi mi ritrovai a dover combattere la sensazione dell'essere osservata da un pericolo effettivamente presente. Non erano più le sensazioni o le paranoie che avevo sempre avuto anche nella mia vita terrena!

Sarà la mia pena all'inferno immagino, non ci sono altre spiegazioni.

Comunque, chiusi la porta a chiave e mi sotterrai sotto le coperte sperando che il giorno dopo arrivasse in fretta.

Assurdo, sembravo tornata bambina. Era come se mi stessi nascondendo dal mostro nascosto nel buio che era pronto ad azzannarmi se l'avesse voluto.

Nonostante ciò, riuscii a dormire dopo pochi minuti. Ero talmente stanca che l'ansia lasciò il posto al sonno, e ben presto mi ritrovai nel mondo dei sogni.

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Finalmente la sveglia è suonata!
Non pensavo l'avrei mai detto.

Mi alzai velocemente dal letto e corsi al bagno, dimenticandomi di come avevo conciato lo specchio la notte prima.

Esitai un po', ma poi tolsi ciò che mi era d'intralcio dallo specchiarmi.

Non era diverso dal giorno prima, e non c'era nessuna anomalia.

Forse qualcuno stava cercando di spaventarmi, e chi se non Alastor?

Sospirai e mi rincuorai nel vedere che nulla era cambiato, così ripresi la mia routine.

Sembravo uscita da un film horror per quanto ero messa male quella mattina.
Le occhiaie erano come se ormai fossero incollate alla mia pelle, non c'era niente da fare.

Nel mentre che mi truccavo, sentii bussare alla mia porta.

"Un attimo!" urlai dal bagno mentre mi sbrigavo a completare il makeup.

"Y/N! Non c'è tempo! È arrivato Lucifer sbrigati!" urlò a sua volta la voce dietro la porta. Riconobbi Husk.

Rabbrividii e sbavai un po' con il mascara: ora sembravo sporca d'inchiostro.

"Cazzo! A-Aspetta ci metterò un attimo!" esclamai in preda al panico mentre cercavo qualcosa per pulirmi.

"Sbrigati!" urlò un'altra volta Husk per avvisarmi di scendere in fretta, e poi sentii i suoi passi pesanti scendere per le scale.

Mi tremavano le mani, quando ero sotto pressione non riuscivo più a fare niente.

Rovesciai per sbaglio la boccetta di profumo a terra e mille pezzi di vetro si sparsero sul pavimento.

Mi scansai appena in tempo ma caddi dando una testata al muro pur di non tagliarmi con le piccole lame taglienti.

Dannazione! Non arriverò in tempo!

Mi trovavo in terra a massaggiarmi il capo dopo la botta data, e ritraevo le gambe verso di me per evitare di allungarle troppo verso la zona pericolosa.

Mi venne quasi un attacco di panico, ma mi ricordai di aver lasciato i miei farmaci nell'armadietto del bagno, il quale era accanto a me in quel momento.
Dovevo solo cercare di non muovermi troppo nell'azione di aprirlo, era come se a terra ci fossero mille spuntoni.

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | AlastorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora