❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐗❞ | Lavoro Sporco

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━━━━━━━| 𝐕𝐄𝐍𝐓𝐈 |━━━━━━━

𝐋𝐀𝐕𝐎𝐑𝐎 𝐒𝐏𝐎𝐑𝐂𝐎 | 𝐀𝐓𝐓𝐎 #𝟏


Il fatidico giorno dell'audizione arrivò con certezza e trepidazione.

Il mio cuore batteva all'unisono con il ticchettio dell'orologio, riflettendo la mia prepotente ansia nel corpo appena cosciente. Il sole si faceva vagamente strada tramite le fessure della veneziana di fronte alla finestra della mia stanza.

Mi ritrovai con lo sguardo fisso sui raggi di luce che si dispiegavano all'interno della mia camera come se fossero le uniche guide attraverso il labirinto delle mie emozioni. Il sole, filtrando dolcemente, sembrava quasi rassicurante, ma la mia mente era immersa in un vortice di pensieri. Respirai profondamente, cercando di trovare un po' di calma prima di avventurarmi nella giornata ospitante l'audizione imminente. Ogni nota, ogni parola, ogni gesto sarebbe dovuto essere perfetto. L'opportunità dietro quella porta era tanto attesa quanto temuta. Eppure, sapevo che dovevo affrontarla con coraggio e determinazione, perché solo così avrei potuto scoprire verità importanti sul mio passato.

O almeno, era ciò che speravo.

Il piano di Blitzø era geniale, tutto coincideva perfettamente; l'unica pecca, era che la maggior parte del lavoro sarebbe stata svolta solo, ed esclusivamente dai nostri bersagli. Sarebbe stato un buco nell'acqua se Fizzarolli non avesse parlato, e ciò sarebbe valso specialmente per il conto di Natasha. Cos'avrei dato pur di sentire quella donna parlare di me...

Mi chiedevo se una volta tornata nel suo camerino avrebbe effettivamente rivelato qualcosa di interessante, facendo sì che la cimice piazzata da Moxxie e Milli sarebbe potuta servire a qualcosa.

-

Mi alzai tremante dal mio letto, dirigendomi verso il bagno con fare stanco. Era stata una notte orribile: l'ansia attanagliò il mio cuore, rendendomi difficile il riposo. Chi mai sarebbe potuto rimanere calmo in una situazione del genere!?

Mentre mi specchiavo nel bagno, scrutando il riflesso del mio volto segnato dall'insonnia, cercavo di raccogliere tutte le forze rimaste. La mia voce interna ribolliva di dubbi e incertezze, ma dovevo trovare il modo di calmare quelle acque agitate.

Abbassai il volto verso il getto d'acqua che scorreva sotto di me, rinfrescando il mio viso con il freddo liquido proveniente dal lavandino.

Scossi la testa una volta che mi ripresi, cercando di aggrapparmi a quel briciolo di sanità mentale rimasta in me.

[...]

"Andrà tutto bene."

-

Sussurravo commenti rassicuranti per convincermi che non sarebbe successo nulla di strano, sperando con tutto il mio cuore che non ci sarebbero stati cambiamenti nel piano prestabilito.

"Andrà tutto ben- uh?" improvvisamente, il cellulare nella tasca del mio pigiama vibrò.

Con una giustificata confusione visibile sul viso, portai il mio telefono davanti ai miei occhi. Li strabuzzai leggermente, presa alla sprovvista dalla potente luminosità dello schermo.

"Blitzø-?" sussurrai, notando il mittente della chiamata, facendo scorrere il mio dito sul pulsante verde.

-

« Dove stracazzo sei? »

La voce di Blitzø risuonò con un tono particolarmente accanito, facendomi improvvisamente questionare sul come o perchè si stesse rivolgendo in quel modo. Avrò forse tardato? Non mi ero accorta dell'orario?

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | AlastorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora