❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐈𝐗❞ | El Sin Nombre

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━━━━━━| 𝐃𝐈𝐂𝐈𝐀𝐍𝐍𝐎𝐕𝐄 |━━━━━━

"Quindi tu mi stai giurando... che non stavate assolutamente flirtando?"

"Cazzo, Husk! Quante volte devo dirti che sei entrato nel momento sbagliato!?"

Il mio amico sbuffò, distogliendo lo sguardo dal mio, mettendo in dubbio la veridicità delle mie parole.

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Non potevo credere di star avendo quella conversazione col demone!
Tutto ciò che provavo era disagio, ma un disagio davvero devastante.

Un piccolo fraintendimento, era pronto a rovinarmi la giornata.

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Nel momento in cui Alastor finì di pronunciare una delle solite provocazioni nei miei confronti, la porta della mia stanza si aprì improvvisamente in concomitanza con l'arrivo di Husk.

Non appena il Demone della Radio notò la presenza del nuovo ospite, si allontanò immediatamente da me; ricomponendosi e di conseguenza portando le proprie mani dietro la schiena.

Fu una situazione parecchio imbarazzante, e non servirebbe nemmeno spiegarne il motivo.

Husk ci chiese se avesse interrotto qualcosa, ed Alastor rispose col suo solito tono meschino; proferendo che "non era il caso di introdursi negli appartamenti altrui senza prima bussare".
Successivamente, specificai che il demone in mia compagnia stava solo medicando le mie misteriose ferite, e che quindi non era affatto il momento di giungere a conclusioni affrettate.

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"Y/N, non sono tuo padre. O tantomeno ho il diritto di dirti cosa dovresti o non dovresti fare, ma so che sento il bisogno di avvertirti a cosa stai andando incontro." spiegò il demone, ormai seduto accanto a me sul letto che poco prima ospitava il carico di un'altra atmosfera.

Alastor, ci lasciò soli non appena si rese conto che l'intimità che si era creata fra me e lui si era dissolta improvvisamente all'arrivo del barista; perciò, rimanemmo solo io ed Husk nella mia umile e desolata camera.

Riuscivo a percepire l'insaziabile pugnale che conficcava la sua lama nel mio cuore, la quale lentamente sprofondava sempre di più in me, provocandomi un dolore emotivo veramente straziante.

La parte peggiore, era che avrei dovuto nascondere il tutto: non potevo rendere evidente la mia debolezza nei confronti di Alastor, o mi sarei giocata terribilmente male quella partita di vita o morte che riguardava il mio orgoglio. Senza di esso, sarei stata solo un miscuglio di emozioni senza senso, un pastrocchio di incongruenze e false verità.

Cercai di allontanare i pensieri riguardanti il demone per cui provavo sentimenti estremamente contrastanti, per far spazio alla razionalità e alla logica; le stesse che mi avrebbero aiutato a far fronte a quella situazione. Ma come poteva una mente disturbata come la mia, non essere attratta da un uomo misterioso e ipnotico come lui?

Alastor era l'unica persona in grado di tenermi testa, e forse, era proprio quello il motivo per cui ero così ossessionata da lui. Il motivo per cui lo disprezzavo così tanto, ma al tempo stesso bramavo il suo tocco come una tossicodipendente.

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"Quello che voglio dirti, è che faresti bene a non entrare troppo in confidenza con lui. Te l'ho detto altre volte, e lo sai bene." mi avvertì Husk, sospirando nel mentre che teneva lo sguardo fisso sul pavimento.

"..."

Nel silenzio della stanza, si udì un mio sospiro.

Con la consapevolezza che le sue parole esprimevano la pura ed innegabile verità, dovetti comunque contraddire il demone.
"Ascolta, so perfettamente che dici ciò per proteggermi da lui, ma io ho estremamente bisogno del suo aiuto. Senza Alastor, non potrò mai giungere alle conclusioni importanti del mio passato."

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | AlastorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora