𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | Alastor

❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐗𝐈𝐈𝐈❞ | Promesse di nicotina

━━━━━━━| 𝐕𝐄𝐍𝐓𝐈𝐓𝐑𝐄 |━━━━━━━

"⸮ìꙅoɔ ɘɿɒuᴎiƚᴎoɔ ɿɘ|ov ib oɿuɔiꙅ iɘꙄ"

".iƚƚuɿᎸ iouꙅ i obᴎɒb ɒƚꙅ oᴎiɿƚɒɘƚ oƚꙅɘuỌ ...oƚƚuƚoqoᗡ !oƚᴎivᴎoɔ ɘʜɔ úiꟼ"

-

[...]

Non vedevo nulla. Tutto intorno a me sembrava totalmente inesistente, una copia temporanea della realtà per darmi il tempo di riprendere coscienza.

Non aprii gli occhi. Ero solo cosciente di essere incosciente.

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".ɒꙅoɔ|ɒup ɘɿɒƚƚɘqꙅoꙅ ɒ obᴎɒiɔᴎimoɔ oᴎᴎɒƚꙄ .ɒ́ɿɘǫɒɘɿ oƚᴎɒup oꙅ ᴎoͶ"

[...]

Qualcuno stava conversando nella mia stessa stanza. Non capivo nulla; non volevo capire. Essere in contatto con la realtà era doloroso, avevo solo bisogno di rimanere nel limbo che collegava il mio inconscio alla mia presenza concreta.

-

".cederanno ɘʜɔ ɒmiɿq tempo ib ɘᴎoiƚꙅɘup o|oꙅ Ǝ́"

[...]

Iniziavo lentamente a rendermi conto di dove mi trovavo, seppur contro la mia volontà. Capivo sì e no qualche parola di quella bizzarra discussione.

Solo allora mi resi conto di chi stesse parlando.

-

"Mio caro Alastor, mi sorprende la tua calma impellente."

Udii una risata. La sua risata.

"Beh, è innegabile che io lo sia. Presto o tardi, sarà finalmente la sua ora."

-

Un brivido scorse lungo la mia schiena, irrigidendo da cima a piedi il mio corpo infreddolito.

Non sapevo dove mi trovavo, e tantomeno in che stato fossi. Perché non riuscivo a muovermi?

"Allora ci atterremo ai piani come prestabilito. Ora ti saluto, immagino che tu abbia... da fare."

E con un rumore sordo, la porta della stanza si richiuse.

Il silenzio tornò ad avvolgere quel buco dimenticato da Dio, inquietando la mia già di per sè turbata quiete.

[...]

Tap

-

Tap

"..."

Passi.

Dei passi si affermarono sonoramente nella mia direzione.

Lui, stava venendo verso di me.

"..."

-

Tap

[...]

Essi si fermarono di colpo, poco distanti dalla mia posizione. Poi, calò nuovamente il sipario dell'oscurità sonora.

Continuai la mia farsa, fingendo di dormire.

-

"Da quanto tempo sei sveglia?"

Forse avrei dovuto rivedere le mie doti d'attrice.