❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐗𝐈𝐈❞ | Memento Mori

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━━━━━━━| 𝐕𝐄𝐍𝐓𝐈𝐃𝐔𝐄 |━━━━━━━

[ 𝐌𝐄𝐌𝐎𝐑𝐈𝐀𝐄 ]
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𝘗𝘙𝘐𝘔𝘖 𝘗𝘈𝘚𝘚𝘖 | Il Paradiso

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Meritavo l'inferno.

Come poteva, un essere infido ed iracondo come me, venir accolto dalle porte del Paradiso? Il Signore aveva avuto pietà di me, ed ora tutti i miei peccati mortali erano stati espiati in nome di Dio? Stronzate.

Tutte quelle reazioni, quelle imprecazioni, quei gesti egoistici... Erano stati sorvolati dal Paradiso stesso, solo perchè il mio atto suicida, era stato accolto come una disperata richiesta d'aiuto?

Era questo che bastava a far apparire un'anima impura come la mia, sana ed innocente di fronte alle anime angeliche di quel luogo?

Non ero d'accordo.

Forse, Dio era troppo clemente, o più plausibile, il Paradiso era solo un'altra menzogna per ingannare le anime smarrite. Ma io non mi sarei piegata a quella farsa.

Se il Paradiso perdonava il peccato, che allora accogliesse la mia rivoluzione.

[...]

"Dolce madre, dolce madre, invia a me il tuo figliolo, poiché i peccati degli indegni devono essere battezzati nel sangue e nella paura".

-

Un rumore sordo, si presentò in concomitanza dell'entrata. In seguito, dei passi pesanti, appartenenti a più persone, si affermarono velocemente nel corridoio del palazzo.

[...]

"Dulcis mater, dulcis mater, mitte ad me filium tuum, pro delictis indignorum sanguine et timore baptizetur."

-

Uno. Due. Tre...

Erano sempre più vicini. Molto probabilmente si erano già imbattuti nel sangue strascicato in direzione della stanza in cui mi trovavo.

-

"Che cazzo è questa roba!?"

Prevedibile.

"Y/N! Stavolta hai superato il limite!"

La familiare voce di sottofondo mi provocò una smorfia addolorata. Se in quel buco d'ipocriti, c'era qualcuno a meritare la disperazione dell'Inferno quanto me, lui era certamente il candidato più adiacente.

Un angelo peccaminoso, un uomo indegno di essere chiamato tale. Eppure, il Signore aveva avuto clemenza per un verme.

Ignorai le imprecazioni fastidiose dell'armata angelica che si dirigeva a passo veloce verso di me. Strinsi forte il suo cuore dorato fra le mie mani; ancora pulsante e gocciolante di lacrime eteree.

Lo portai al mio petto, recitando nuovamente il canto.

[...]

"Dolce madre, dolce madre, invia a me il tuo figliolo, poiché i peccati degli indegni devono essere battezzati nel sangue e nella paura".

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | AlastorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora