Il Nome e il Parto

17.2K 954 239
                                    

Sei mesi dopo...
"Amore! Vieni qua, devo dirti una cosa importante!"
"Ah, allora dobbiamo esserci anche noi!"
"Oh no, eccolo che ricomincia."
"Amore, cosa?"
"Sì, amore cosa? Dimmi tutto tesoro pucci pucci puccino! E datevi tanti bacetti!"
"FELPATO!"
La vita in casa Potter era sempre così.
Lily partiva con l'intenzione di formulare un discorso serio, ma puntualmente arrivava Felpato. E puntualmente Ramoso rispondeva come un ritardato. "Eeeh?"
"Coosa?"
"Dimmi amore bello."
"Codaliscia ha messo le sue mutande nel tuo cassetto? Ma non mi dire."
Da un po' James era così. Perso nei suoi pensieri, quasi addormentato.
Il fatto era che pensava costantemente al nome da dare al bambino.
Sì, signore e signori. Era un maschietto.
E dal giorno che l'avevano scoperto James si aggirava con quell'aria da ebete per casa Potter.
Quando finalmente si furono radunati tutti in salotto, Lily prese parola con aria mortalmente seria.
"Dobbiamo pensare al nome per il bambino."
Subito esplose un putiferio.
"EVERARD!"
"SIRIUS, COME IL SUO MAGNIFICO PADRINO!"
"NO, MAI!"
"ALLORA VOGLIO ASDRUBALE!"
"SEVERUS!"
"COOOOOSA?! MOCCIOSUS?! NON SE NE PARLA!"
"Ehm.. Harry?"
Codaliscia intervenne con timidezza alzando un dito e facendo un passo avanti.
E calò il silenzio.
Subito rotto da Sirius.
"SIIIIII, HARRY! Senti, Ramoso, come suona bene. HARRY POTTER! Il grande figlio di James Potter e Lily Evans! Con il padrino più figo del mondo! Lo annunceranno così alla tivù, vero? Sapete cosa sono le tivù? Quelle scatole babbane, dove ci entrano le persone.. sapete.."
Lily con un colpo secco di bacchetta rese silenziosa la sua voce, ma lui non ci badò. Continuò a gesticolare e parlare allegramente come se nulla fosse, mentre gli altri si guardavano allibiti.
"Ma è perfetto!" Esalò Remus, subito approvato da un cenno del capo della donna.
"Veramente io volevo chiamarlo 'la prova inconfutabile che sto con Lily Evans alla faccia tua Mocciosus'.."
Due mesi dopo...
"Amore. Svegliati. Amore."
Lily Evans si svegliò nel cuore della notte con delle fitte terribili al ventre. Se solo fosse riuscita a svegliare James..
"Mmggghhsblorg."
"JAMES! SVEGLIA!"
Per tutta risposta il giovane si girò dall'altra parte e continuò a russare.
La ragazza si alzò, ingombrata dell'enorme pancia.
Caracollò verso la porta mentre un'altra fitta dolorosa le trafiggeva il ventre. Fece praticamente di corsa il corridoio ed entrò in una piccola stanza profumata di pulito. L'unica stanza profumata di pulito.
"Remus, Remus aiuto. Mi fa male la pancia."
Remus fece un salto sul letto come se gli avessero messo dei carciofi sotto il sedere.
"Vai a svegliare James!"
"Non si sveglia!" Piagnucolò la donna.
"Vieni."
Il licantropo afferrò saldamente il polso di Lily e la trascinò in bagno. Trasse due secchi da un'anta e li riempì di acqua gelata. Poi ne consegnò uno alla rossa, tenendo l'altro per sé.
"Sulla testa con un urlo spaccatimpani. Vai. Io penso agli altri due."
Remus corse fino alla stanza di Sirius, mentre Lily si buttò praticamente sopra il letto liberando l'acqua gelata urlando "HARRY! HARRY POTTER!"
"MA PORCA.." James si svegliò con queste parole. "Amore, che succede?!"
"Il bambino!"
"No."
"Sì!"
"Ti fa tanto male?"
Per tutta risposta la donna chiuse gli occhi in una smorfia di dolore mentre una fitta le faceva balzare lo stomaco.
"Dobbiamo svegliare gli altri."
"Visto che non ti svegliavi sono andata da Remus. Sta pensando lui a Sirius e Peter."
"Amore, distenditi qua e cerca di non pensare al dolore. Io mi vesto e sono pronto in un attimo." E con quelle parole Ramoso uscì dalla stanza.

Dolore.
Intenso, bruciante dolore.
Proprio quando Lily pensò di non potercela più fare, entrarono nella stanza i quattro uomini tutti perfettamente svegli, e naturalmente terrorizzati.
"Faccio io." Disse risoluto Remus. Prese la mano di Lily e quella di Sirius, che a sua volta prese quella di James. Peter prese timidamente la mano della donna, e lo strano quintetto scomparve dalla stanza con uno schiocco sonoro.

"Calma Ramoso calma calmati non può succedere niente di male, nulla, sarai padre, Ramoso.." James Potter stava sclerando. Si ripeteva queste frasi senza quasi riprendere fiato, camminando su e giù per i corridoi del San Mungo. Sirius Black lo seguiva a ruota, torcendosi le mani. Remus e Peter erano invece seduti sulle sedie morbide e comode della sala d'attesa, che a quanto pare non erano degne di ospitare i nobili sederi purosangue di Potter e Black. Da quando erano arrivati in ospedale, due ore prima, i due uomini non si erano seduti per un secondo.
Camminare, camminare, camminare.
Una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Non lasciavano entrare nessuno, il parto stava diventando troppo complicato per qualsiasi spettatore. Avevano anche dovuto chiamare le ostetriche più in gamba del San Mungo, perché due novelline erano uscite sconvolte.
In pratica, tutto questo per dire che James era sull'orlo di una crisi di nervi. Black, il padrino, aveva già chiesto due calmanti e ne stava sorseggiando un terzo appoggiato alla parete della sala parto.
Un'infermiera uscì dalla stanza, e molte cose successero contemporaneamente.
Black sputò il calmante che aveva in bocca.
James si precipitò sulla donna facendola inciampare.
Peter svenne.
Remus cadde dalla sedia.
"COME STANNO?! STA BENE?! QUANDO POTRANNO USCIRE?!"
La donna, dal canto suo, riteneva che quei quattro fossero una banda piuttosto strampalata per una donna così bella e aggraziata.
"Se la caveranno. Il bambino aveva il cordone tutto attorcigliato al collo, e abbiamo dovuto agire subito. Sono le ultime spinte. Si calmi." Aggiunse con un sorriso.
Sirius si afflosciò contro il muro, con il bicchiere ancora in mano.
James ringraziò la donna più e più volte.
Remus invece si premurò di far rinvenire il povero Codaliscia, accasciato sul pavimento, che nessuno aveva notato.
Tutti furono rassicurati dalle parole dell'ostetrica. Tutti tranne James.
"E se non ce la fa? E se il cordone ombelicale fa un salto e strangola qualcuno? E se si rompe la pancia?"
Sembrava un bambino che aspettava il fratellino in sala d'attesa.
Dopo innumerevoli domande idiote, tre o quattro infermiere aprirono la porta, facendo sentire un vagito.
Questa volta James svenne veramente.

"Ha sentito il bimbo piangere ed è svenuto."
"Incredibile!"
"Sicuri che non ha battuto la testa?"
"Felpato!"
James Potter aprì gli occhi.
Il suo cervello bacato registrò poche cose in tanto tempo.
I suoi migliori amici con dei sorrisi da orecchio a orecchio.
Una chioma rossa e una piccola testolina pelata.
E per ultimo, aveva la faccia bagnata. Aveva pianto?
"Harry è nato."
Lily baciò il fidanzato con passione, sotto l'espressione schifata di Sirius che era stranamente single.
"È sano?"
La domanda fatale.
"Sanissimo e bellissimo."
Ramoso si alzò lentamente dal lettino, e il suo cuore perse un colpo.
Un bimbo sorridente, con la boccuccia sdentata, lo osservava dall'alto. La piccola testina pelata dondolava su e giù al ritmo dei saltelli di Lily.
"Avanti, prendilo in braccio."
Ci mancava solo che James svenisse di nuovo.. ma non lo fece.
Al contrario, prese con cautela il bimbo dalle braccia della donna e se lo strinse al petto.
"Ciao, Harry."
Il bambino allungò una mano paffuta e sfiorò lo zigomo lievemente puntellato di barba del padre. Non si era rasato dall'agitazione.
Per fortuna dietro c'era Sirius, che afferrò James al volo.
"Stai svenendo un po' troppo spesso, Ramoso. Forse dovresti farti curare da quell'infermiera là..." E indicò con un cenno del capo una graziosa donna vestita con la divisa dell'ospedale.
"FEL-PA-TO!"
"Lascialo stare, è fatto così."

Ci vollero ben tre giorni per lasciar tornare a casa l'allegra combriccola. Fu un vero delirio.
"Dov'è la mia giacca?"
"Cel'ha Peter."
"Lily dov'è?"
"Sta dormendo."
"Sicuro che non vuoi venire con me a trovare l'infermiera?"
"Sono appena diventato padre."
"DOV'È HARRY?!"
"SANTO CIELO, CEL'HA IN BRACCIO REMUS!"
Quando finalmente arrivarono a casa erano stanchi morti.
Insomma, andò così.
Crac.
"Casa dolce casa.."
"Veramente sarebbe casa mia, Felpato."
"Anche mia, visto che viviamo tutti qui."
"Ma tecnicamente l'ho comprata io."
"Lo so, ma adesso ci vivo anche io, e pago anche io l'affitto."
"Ma se sei disoccupato.."
"BASTA!"
Per fortuna arrivò Lily, che fece tacere Felpato e Ramoso.
"Andiamocene tutti a dormire."
"L'unica buona idea che tu abbia mai avuto, Felpato."
A sorpresa, Remus urlò:"IL DIVANO È MIO!" E si tuffò sul povero mobile, che emise un terribile scricchiolio.
"Oh noooo, dovrò fare le scale!"
"Ladro!"
"Furbo, il piccolo Lunastorta!"
"Però la camera più vicina è la mia!"
"Maledetto!"
"La volete piantare? Andate a letto e basta!"
"Sì mamma."
"E piantala, Sirius."

Una Nuova Vita ~ I MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora