... E Chiarimenti

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Davanti a loro si stagliò una graziosa casetta, con fiori alle finestre e un vialetto con un giardino ordinato. Le luci accese davano un aspetto sinistro alle aiuole ordinate. Sirius e Remus imboccarono il vialetto. Felpato tirò fuori dalla tasca il mantello dell'invisibilitá di James, che aveva preso dal tavolino del salotto. Ci sgusciò sotto, e con lui anche Lunastorta.
Si avvicinarono lentamente alla casa, tentando di non fare rumore pestando la ghiaia.
Quando giunsero alla prima finestra ci sbirciarono dentro. La mamma di Dora che cucinava, nient'altro.
Alla seconda finestra furono di nuovo sfortunati. Il papà che leggeva la Gazzetta del Profeta.
Girarono l'angolo. La prima finestra era buia, ma la seconda era accesa e chiaramente aperta.
Sempre attenti a non fare casino, i due uomini camminarono velocemente fino allo spiraglio di luce riflesso sull'erba ben curata del giardino. Remus guardò dentro titubante, e il suo cuore perse un colpo.
Ninfadora e un altro uomo stavano litigando, e anche pesantemente.
"Non puoi farmi questo, Dora!"
"Certo che posso! Non sei tu l'uomo della mia vita!"
"E chi è, se posso saperlo?"
"Certo che puoi saperlo! È REMUS!"
"Cooosa? Quel tizio?"
Tonks diede un forte pugno al ragazzo, che cadde per terra.
"Quel tizio ha un nome." Sibilò. "Fuori da qui!"
L'uomo caracollò fuori dalla stanza, e cadde il silenzio.
Rotto da un singhiozzo.
Sirius guardò di sottecchi Remus.
Era pallido, gli tremava il labbro superiore e aveva gli occhi lucidi.
Guardò Ninfadora piangere, poi non ce la fece più.
"Pssst. Dora."
Il pianto della ragazza si fece più forte.
"Ecco! Ho le allucinazioni! Sento anche la sua voce!" Gemette.
"Non hai le allucinazioni! Sono io!"
Per tutta risposta il pianto della ragazza si fece più disperato che mai.
"Sono stata una stronza! L'ho mollato per un altro ricco, pallone gonfiato e stoccafisso. Potrà mai perdonarmi?"
Sirius gettò un'altra occhiata al suo fianco, ma Lunastorta non c'era più. Stava scavalcando la finestra, e poi era di fianco a Tonks, e poi si stavano baciando.
In tutto questo bordello, Felpato non ci capiva una mazza. Ma si sforzò di mettere su un sorriso convincente. Finché non si ricordò che era sotto il mantello, e non potevano vederlo.
Si tolse il mantello e ritrovò il suo sorriso da ebete, anche se i due fidanzati non lo cagavano di striscio, troppo intenti a restare abbracciati. Quando finalmente si staccarono e notarono Sirius, quest'ultimo spiegò loro il piano. E questa volta furono in tre a smaterializzarsi.

La casa di Marlene faceva parte di una fila ordinata di villette a schiera, con il giardino ordinato e contornato da una siepe bassa e uno steccato.
Sirius con un movimento di bacchetta fece comparire un bel mazzo di fiori coloratissimo, e chiuse gli occhi.
Avanti, fallo.
"Andiamo ragazzi."
Felpato depose i fiori al centro del vialetto che collegava lo steccato alla porta d'ingresso, e scivolò di nuovo sotto il mantello.
Le stelle rilucevano pigre in cielo, ma non erano in grado di illuminare l'ansia del ragazzo.
Le finestre erano buie, a parte quella del salotto.
Un rapido movimento del polso fuori dal mantello, e il campanello suonò.
Marlene corse alla porta, pregando con tutta se stessa che fosse il suo ex ragazzo. Individuò il mazzo di fiori e corse a prenderlo, mentre nello stesso istante Felpato correva verso la porta.
Tonks e Remus rimasero sotto il mantello, abbracciati e pregando mentalmente che il piano funzionasse.
"Ti ho sentito, Sirius." Sospirò Marlene.
L'interpellato scoppiò nella sua classica risata simile a un latrato, e persino la ragazza si concesse un sorriso.
Ruotò lentamente su se stessa, e si ritrovò Felpato a cinque centimetri da lei.
"Ti chiedo scusa."
"No, è colpa mia."
"Sono io che ti ho risposto male!"
"No, io ti ho detto che eri una vecchia arpia!"
"E io ti ho detto che eri un maiale!"
"Tecnicamente sarei un cane." Borbottò Sirius.
"Eh?"
"Niente Marls, niente."
A quel punto Remus si stufò.
"Allora, vi decidete a baciarvi o dobbiamo infliggervi la maledizione Imperius?" Sbottò sgusciando fuori dal mantello.
Marlene urlò e cadde per terra, ma Sirius la prese in tempo.
Mentre i due appena-fidanzati ridevano a crepapelle, i due quasi-fidanzati presero a fissarsi negli occhi, quasi ne andasse della loro vita.
"Allora, Marls, che ne dici di quel bacio?"
La ragazza gli gettò di slancio le braccia al collo e lo baciò.
Quando finalmente si staccarono,
un fragoroso applauso risuonò nel giardino.
E questa volta furono in quattro a smaterializzarsi.

"Felpato, sei tu?" James era stato in piedi tutta la notte. Lily verso le due aveva cominciato a piangere e russare contemporaneamente nel sonno,
Così il fidanzato aveva preso armi e bagagli e si era trasferito in salotto, sul divano.
Alle tre, però, un forte crac e una sonora risata l'avevano svegliato di nuovo.
"No, sono la fata turchina."
Tre risate echeggiarono nel salotto silenzioso.
"Idiota!"
"Grazie amore."
"Piccioncini, volete muovervi?"
"E se invece decidessimo di stare qui in mezzo al corridoio a baciarci per tutta la notte?"
"Ottima idea."
"E se io ti dessi uno spintone?"
"Un attimo che sto baciando Marls."
"MARLS?!" James saltò su dal divano come se gli avessero messo dei carciofi sotto il sedere.
"Dove? Cosa?"
Tentò di correre da Sirius, ma inciampò in una piega del tappeto a causa del buio e cadde lungo disteso per terra.
"Porco Salazar!"
Le risate degli amici furono talmente forti che svegliarono Lily, Harry e persino Codaliscia.
"Tonks! Marls!"
"Che ci fate qui?"
"Mamma!"
"James! Perché sei lì per terra?"
"Chiedilo al tappeto."
"Al tappeto?!"
"Lascia stare."
Il resto della notte fu un roteare confuso di abbracci, baci, balli, boccali di burrobirra e partite a "prendi-il-naso-di-Peter", un gioco inventato personalmente da Remus al terzo anno.
Lily per una notte dimenticò la sorella, e Peter si dimenticò di essere l'unico a non avere una ragazza. Doveva agire in fretta.
In effetti, c'erano un paio di ragazze carine a Hogwarts che l'avevano notato, ma solo una interessava al ragazzo.
Emmeline Vance.

Una Nuova Vita ~ I MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora