2- Chapter Two

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Mancavano pochi giorni all'inizio delle vacanze natalizie e il padre di Bethany, Mr. Morgan, non smetteva di chiamarla, per assicurasi che fosse tutto a posto per il suo rientro a casa. Aveva già cominciato a fare la valigia, infilando i suoi maglioni preferiti, esageratamente larghi e qualche pigiama.

Quel giovedì il tempo non era dei migliori, il cielo era grigio e il freddo umido le penetrava nelle ossa facendola rabbrividire. Uscii dal dormitorio con un piccolo termos, contenente caffè zuccherato, senza il quale non si sarebbe nemmeno sognata di superare la giornata.

Si strinse nel maglione color panna, con inserti indaco, mentre i pantaloni neri le fasciavano stretti le gambe, e si sbrigò a raggiungere la biblioteca. Quel giorno non aveva lezioni, quindi aveva deciso di buttarsi avanti con lo studio, in vista della prossima sessione di esami che avrebbe dovuto affrontare.

Camminò fra gli studenti, osservando il paesaggio cupo e poco allegro, non avrebbe potuto chiedere di meglio, amava quando il cielo diventava nuvoloso, perché la faceva sentire a proprio agio, come se anche il tempo capisse che la vita non era solo formata da giornate di sole, ma anche da giornate grigie, tetre. Sarebbe dovuta nascere nel Regno Unito, pensò mentre varcava la porta della biblioteca, non dopo aver passato il suo tesserino di riconoscimento.

L'aria calda dei termosifoni la investì come una folata di vento in una giornata burrascosa, le sue guance si colorarono leggermente a quel cambiamento drastico di temperatura.

Sorrise alla bibliotecaria, che conosceva da molto tempo ed andò a posizionarsi nell'angolo, nel suo angolo, dove passava delle ore intere a studiare.

Posò la borsa sul tavolo, si sedette e prima di tirare fuori libri e quaderni si raccolse i capelli in uno chignon mollo.

Batté il tacco dello stivaletto a ritmo di una canzone che stava ascoltando sul suo Macbook, che aveva acceso da poco, mentre cercava il capitolo sul quale avrebbe dovuto lavorare. Al contrario di molti suoi coetanei Bethany si concentrava di più se era immersa in un ambiente famigliare e sicuro, un po' quello che le faceva provare la musica. La esiliava dalla realtà, inserendola in un insieme di note, percussioni e lievi accordi di chitarra.

Il tempo passò in fretta, così come finì il suo caffè, sbuffò sentendo il bisogno fisico di averne un altro. Si voltò vedendo che la macchietta, poco distante da lei, era libera, recuperò qualche moneta e si alzò.

Appena premette il numero del mocaccino con zucchero che aveva scelto di prendere, una mano le accarezzò la spalla facendola voltare.

<<Buongiorno splendore>> disse Simon sorridendole. Lei si immedesimò nella parte che aveva cominciato e recitare e gli sorrise debolmente.

Da quando Beth si era accorta che in Simon c'era qualcosa di davvero inquietante aveva provato ad ignorarlo ed evitarlo in tutti i modi, a parte quando era in compagnia dei suoi amici, quando non poteva fare nulla.

La settimana prima, ad una festa, Belle e Richard l'avevano lasciata da sola con lui. Aveva alzato un pochino il gomito quindi non si era resa conto di cosa comportasse rimanere su un divano accanto a lui, in mezzo ad una banda di giovani ubriachi.

Le fece ribrezzo solo pensare con che coraggio Simon si fosse avvicinato a lei e la avesse baciata, con ardore e passione, emozioni che a lei mancarono completamente in quel contatto. Non era riuscita a sottrarsi, quindi all'inizio ci stette, per colpa dell'alcol, poi ricordandosi l'ansia che quel ragazzo le procurava l'aveva allontanato mordendogli il labbro, cosa che fece divertire ancora di più lui, ma almeno non riprovò più a baciarla o fare altro.

<<Mocaccino>> disse lui leggendo dal piccolo e vecchio display dell'aggeggio elettronico che le stava facendo il caffè <<Scelta interessante>> continuò.

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