19- Chapter Nineteen

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La luce del sole, si fece spazio fa le tende pesanti della camera di Bethany, svegliandola dolcemente. Il calore dei raggi le solleticò il volto e per un momento le parve di essere nella sua camera del dormitorio, in California, ma non ci mise molto ad ambientarsi ed a riconoscere la grande stanza che le era stata assegnata durante il soggiorno in quella prigione dorata.

Allungò le gambe sotto il piumone morbido e sospirò quando i capelli biondi le ricaddero sul volto. Era una nuova giornata e doveva riuscire ad affrontarla.

Si mise a sedere, facendo vare gli occhi sull'arredamento moderno della camera, senza in realtà guardarlo perché altri pensieri si impossessarono della sua mente.

Kit.

La sera precedente aveva recuperato qualche snack e si era chiusa in camera per riflettere. Aveva pensato a quella situazione così a lungo che non era arrivata a nessuna conclusione. Si era domandata cosa sarebbe potuto accadere se si fosse fidata di Kit e cosa se non lo avesse fatto. Il suo istinto le urlava di aggrapparsi a lui, come ultima ancora di salvezza, ma le ripetute delusioni di quelle settimane, le avevano fatto imparare che avere speranza voleva dire essere troppo vulnerabili ed essere a rischio di ulteriori sofferenze.

Scese dal letto, spostando le coperte calde dal corpo e si diresse in bagno, per prepararsi. Quando arrivò davanti allo specchio si fermò a guardarsi.

Chi era quella ragazza? I capelli color miele, i grandi occhi azzurri, con delle pagliuzze verdi in quello sinistro e le morbide labbra rosee definivano Bethany Morgan. Ma l'espressine priva di emozioni, le occhiaie troppo scure e i colori spenti che caratterizzavano il suo bel viso, non le appartenevano.

Doveva riappropriarsi della propria vita, del proprio essere, rivoleva indietro se stessa.

Si legò i capelli in una coda alta e si sciacquò il viso, provando a disfarsi di quella persona che non conosceva. Massaggiò gli zigomi e le tempie con l'acqua calda, poi si passò l'asciugamano morbido sulla pelle umida, per asciugarla.

La vecchia Bethany era forte, la vecchia Bethany sapeva farsi valere; quell'uomo malato l'aveva rotta, riducendola in una poltiglia di lacrime ed insicurezze. La vecchia Bethany si sarebbe ripresa ciò che era suo, infatti la ragazza davanti a quello specchio si sarebbe ripresa la sua vita, a qualsiasi costo.

Si vestì e pian piano cercò di raggiungere il piano inferiore. Sulle scale sentì il profumo della colazione che la sorprese piacevolmente. Appena raggiunse la cucina, vide Kit ai fornelli, mentre sistemava l'ennesimo pancake su una pila.

Bath si fermò sulla porta, non volendo farsi scoprire e rimase ad osservarlo. Gli era cresciuta più barba, dall'ultima volta che si era permessa di guardarlo con gli occhi di una giovane donna. L'immancabile t-shirt blu risaltava la sua figura ed il fisico tonico, mentre la pietra verde del suo anello spendeva sotto i raggi del sole. Gli occhi azzurri di Bethany vagarono sull'intera figura del giovane e anche quella volta dovette ammettere a se stessa quanto fosse affascinante.

Ora che lui era diventato l'eroe, di certo la bionda poteva permettersi qualche pensiero in più. Neanche il tempo di realizzarlo che i ricordi del giorno prima la travolsero e si ritrovò a mordicchiare il labbro superiore. Kit aveva posato le sue morbide e calde labbra sulle sue.

Non era durato molto come contatto e non si poteva nemmeno definire un bacio, ma guardandolo cucinare, spaesato e apparentemente rilassato, la giovane ne desiderava uno vero, immaginando i movimenti forti, ma dolci del riccio.

<<Resterai lì ancora per molto Morgan?>> chiese Kit, facendole gelare il sangue nelle vene. Per un momento le parve persino che il riccio le avesse letto nella mente, cogliendola in fragrante. <<Non sei per nulla silenziosa ed immagino sia a causa della caviglia>> le disse voltandosi verso di lei, sorridendole lievemente.

The Green LightDonde viven las historias. Descúbrelo ahora