16- Chapter Sixteen

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Si percepiva la mancanza di Kevin nella casa ed era così frustante. Nessuno cucinava, nessuno parlava e nessuno più rideva. Furono i due giorni più lunghi ed orribili che Bethany passò in tutta la sua vita, dopo quello in cui venne rapita, ovvio.

Quando c'era l'allegro giovane dagli occhi verdi, Kit non si faceva vedere per ore intere, ma con Beth in quello stato e, soprattutto, dopo che lasciarla a casa da sola poteva significare rischiare che si facesse del male, il riccio non era più uscito senza di lei, o almeno era questo il motivo a cui pensava lei quando vedeva lo scorbutico seduto sul divano a guardare la tv, oppure fuori dalla casa a fumarsi una sigaretta.

Non era più abituata ad averlo lì e se all'inizio l'idea la allettava, in quel momento voleva solo tirargli entrambe le stampelle dietro. Odiava le persone false ed ipocrite e chi più di lui?

"Mi fa schifo solo toccarla" e passa i giorni successivi a chiederle se le serve una mano. Inutile dire che Bethany aveva rifiutato tutte le volte.

Si parlavano solo in quei momenti, perché poi la giovane si rinchiudeva in camera e lì rimaneva. Moriva di noia, eccome se si annoiava, ma preferiva essere consumata dai suoi pensieri che passare del tempo con lui.

L'aveva rapita, perché mai poteva crearsi un qualsiasi tipo di rapporto fra i due? Ed era questo che continuava a ripetersi Beth durante i pasti, quando Kit la portava fuori di casa per farla mangiare, a pranzo per lo meno. Le prime volte aveva provato a parlarle a farle domande, anche stupide, ma lei si era limitata a guardarlo male e rispondere: "Mi hai rapita Kit, smettila di parlarmi".

Dopo quella frase Kit si zittiva sempre, la prima volta che gliela disse le parve persino che qualcosa in lui si fosse mosso, compassione forse? Chi può dirlo.

Perché ci aveva messo secoli per fidarsi di Kevin, quando a Kit era bastato raccoglierla dalla sua pozza di sangue? Perché era una ridicola sciocca, ecco perché.

Era come se si fossero invertiti i ruoli, Bethany era sempre rabbiosa e pronta ad attaccare, oltre ad essere assente ed indossare una nuova maschera che non sapeva di possedere, rimanendo quindi per la maggiore parte del tempo in silenzio. Kit invece voleva sentirla parlare, voleva capire cosa le passasse veramente per quella testa, ma non ci riuscì.

Quindi quando salirono in auto per andare alla maledetta cena, non volò una mosca nell'abitacolo e non si azzardarono ad aprir bocca neanche quando si sedettero al tavolo in attesa degli altri.

Nessuno dei due si era impegnato molto nella scelta del vestiario, Beth aveva indossato dei pantaloni eleganti che aveva trovato nell'armadio e una camicetta perlopiù casual, mentre Kit sembrava aver perso tutta la voglia di indossare uno smoking, infatti addosso aveva un semplicissimo maglioncino celeste e dei pantaloni scuri.

La giovane era consapevole di avere lo sguardo del riccio addosso, ma lo ignorò e continuò a farlo finché non arrivò Eric a distrarla, anche se aveva sperato con tutta se stessa che se lo fosse dimenticato o avesse avuto un contrattempo.

<<Buonasera>> disse sorridendo, come suo solito, avvicinandosi a Bethany per baciarle la mano. Lei rimase impassibile e rimosse la mano non appena ne ebbe l'occasione. <<Vedo che sei di buon umore..>> disse ironicamente, prima di voltarsi per indicare i due giganti che stavano entrando nel ristorante. <<Spero che riuscirai a comportarti adeguatamente>> aggiunse, prima di guardare Kit.

<<Buonasera anche a te Kit, tutto bene?>> gli chiese, prendendolo alla sprovvista. Il riccio quindi annuì cercando di sorridere, ma come Beth fu distratto dai due gemelli giganti che raggiunsero il tavolo.

<<Oh buonasera raggio di sole>> la salutò uno dei due, mostrandole quel sorriso orribile e poco rassicurante. La giovane guardò Eric, trattenendo il senso di nausea. <<Muoviamoci che non mi sento bene>> disse quindi, sistemandosi il tovagliolo sulle cosce.

The Green LightWhere stories live. Discover now