Capitolo 8

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Entrai.
<< Ti sembra l'ora di ritornare a casa? >> iniziò ad urlare mia madre.
<< Sono affari tuoi? >> ora gli interessa?
<< Non rispondermi così! Sono tua madre voglio il rispetto! E poi, di chi è quella maglia orrenda!? Non dirmi che hai iniziato a rubare! Già è tanto che ti lasciamo fumare, non devi rovinare l'immagine di tuo padre! >> cosa? Ora si tratta di non rovinare delle impressioni che si fanno le persone su mio padre? E questa si chiama madre!?
<< Oh, perché ora t'interessa ciò che faccio! Solo perché non volete una figlia che rovina la vostra immagine da duri lavoratori, voi vi chiamate genitori!?
La maglia è stupenda e io indosso ciò che mi pare! >> chiusi così il discorso e me ne andai in terrazza. Non sono una che si fa sottomettere facilmente quando sa di avere ragione, odio chi cerca di metterti i piedi in testa. E odio più di qualsiasi cosa chi vuole imponerti le sue idee, per esempio, i miei genitori sono omofobi. E vogliono che lo sia pure io, ma perché? Sbaglio o il mondo è bello perché è vario?
Perché quando ritorni a sorridere c'è sempre qualcuno che rovina la tua felicità?
Perché ci devono essere così tanti problemi in una ragazza che sta passando la fase dell'adolescenza!?
Inizio a fumare con le lacrime che rigano in parte il mio viso, odio sentirmi così vulnerabile.
Io non voglio continuare a portare maschere, non voglio continuare a fingere di essere stronza, menefreghista e acida. Questa non sono io! Ma devo continuare a reprimere ciò che sono veramente fino a seppellirlo, per diventare ciò che non vorrei mai essere.
Perché alla fine si sa, più sei buona più le persone se ne approfittano, ti prendono per il culo spudoratamente, ti nascondono cose importanti con un sorriso da togliere il fiato. Che alla fine il fiato lo tolgono, quando se ne vanno via lasciandoti da sola con il mare di emozioni, dubbi e incertezze.
Sapete, qualche mese fa ho conosciuto una persona, un ragazzo per essere precisi.
Non è successo nulla ovviamente, ma lui mi ha parlato dei suoi problemi. Mi ha confidato ciò che realmente è, e nonostante riesco a percepire come si senta ogni giorno, io non lo capisco.
Perché?
Perché nonostante lui sia preso in giro costantemente da qualcuno/a continua ad essere buono e gentile. Io lo ammiro certe volte perché parla dei suoi problemi con una leggerezza da fare invidia, mentre ci sono momenti in qui lo detesto, perché è incoerente, codardo e bastardo.
Ma comunque sia non posso considerarlo amico, troppi errori da parte mia e da parte sua, troppe volte delusa.
A voi piacerebbe essere paragonati a qualcuno quando un mese fa vi dicono di essere unica?
Mi sento schifata perché non ci si può fidare di nessuno ma questo è orrendo. Siamo persone che hanno costantemente bisogno di sapere che possiamo fidarci di qualcuno, considerarlo la nostra roccia. E se questo non venisse svolto penso che si potrebbe impazzire.
Sto impazzendo.
Sento che non posso reggere tutto questo peso, mi sento rotta all'interno come se qualcosa si fosse spezzato e anche se hai gli strumenti adatti non riesci a riaggiustarlo, sentirsi come in un'autostrada e urlare a squarciagola di esserci ma venire ignorati.
Ecco come mi sento ora.

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