Capitolo 13

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<< Potevate anche dirmelo che mi smollavate al negozio. >> disse Hoseok offeso. Io e Jin eravamo rimasti per troppo tempo da soli, assieme.
<< Beh, se ci siete tutti allora andiamo a casa. >> disse Yoongi.
Taehyung mi prese un braccio e mi attirò in una strada secondaria.
<< Che hai fatto con Jin!?>> mi chiese Taehyung, al pensare alla mia azione commessa qualche ora fa mi sentì inondata d'imbarazzo, come ho potuto essere così impulsiva?
Non è andata come speravo, mentre ci stavamo unendo con solo le labbra, mentre provavo un mare di emozioni indescrivibili lui si staccò bruscamente e mi lasciò sola nel parco.
Perché l'ha fatto?
Come potrei sentirmi?
Sono un'egoista, io pensavo che il sentimento tra noi era chiaro ma non potevo sapere che lui non corrispondeva, o che non provava l'intero affetto che io provavo per lui.
Era semplice affetto o un sentimento più grande?
Ogni volta che penso a Jin più di un amico mi ritornano in mente i ricordi con Jimin, cosa..
Cosa veramente provo per lui?
<< Serena! Ti ho fatto una domanda rispondi! >> urlò riportandomi alla realtà. Che motivo c'era di essere così nervoso?
<< Che vuoi!? L'ho baciato senza pensare! >> dissi la verità, non c'era motivo di nasconderlo.
Rimase a fissarmi, che stava succedendo?
<< Non dovevi. >> disse con tono calmo ma nella sua voce si sentiva una nota di preoccupazione.
<< Non dovevi fare questo gesto cazzo! >> sbraito contro.
Che cazzo stava succedendo!? Non è morto nessuno mi pare!
<< Jin non è quello che sembra! Ti sembrerà un ragazzo gentile e premuroso ma tu non sai quali cicatrici non ancora rimarginate possiede! Tu sei proprio un incosciente e impulsiva!
Ora cosa pensi che farà Jimin eh!?
Ma tu oltre a te stessa pensi anche agli altri!? >> bella domanda.
Penso anche agli altri?
Evidentemente no, non penso a ciò che provano gli altri o a come si sentono. Dopo i grandi travagli(?) che mi sono successi arrivando ai 17anni ho smesso di pensare a ciò che le persone provavano e tanto meno credere a ciò che dicono.
Per me stessa esisto solo io, e così deve essere..
Almeno credo.
<< Sì sono egoista! Ho passato tanto di quella merda che ora non me ne frega più un cazzo di ciò che gli altri provano. Non ti piace? Bene, evapora. >> urlai, ormai il nervosismo si era impossessato di me.
Andai via da quella strada, lasciando Taehyung ancora scioccato per la mia reazione.
<< Serena, Taehyung muovetevi! >>
<< Arriviamo. >> rispose Taehyung prendendomi la mano senza esitare e non rivolgendomi lo sguardo.
Salimmo in macchina, si sentiva una tensione asfissiante.
Cosa avevo combinato?
Di colpo ci fermammo, gli altri scesero dalla macchina mentre io rimasi li, inconsapevole del luogo in cui eravamo.
<< Occhi blu, dai vieni. >> disse Jin prendendomi la mano, di nuovo quel contatto lussurioso, era come viaggiare con solo l'intreccio di due mani appartenenti a persone che si definivano sconosciute, l'una per l'altra.
Le parole di Taehyung rimbombavano nella mia coscienza, e se era ora di chiedere 'scusa'?
Non voglio perdere Jin, e se ciò che avevo fatto era un problema per lui..
L'avrei risolto.
La coerenza è qualcosa che non possiedo.
Mi fermai, dovevo chiarire la merda che avevo provocato.
<< Senti Jin, mi dispiace di averti baciato. Non pensavo che tu eri contrario a tutto questo, anche se tu non provi ciò- >> non mi fece finire, mi prese in spalla e mi trascinò in un luogo abbandonato.
<< Jin! Mettimi giù cazzo! >> lui rise.
<< No perché non stai zitta e non voglio far tardi. >> mi arresi.
Ma l'avrebbe pagata cara, oh sì.
Molto cara.
Mi mise giù, iniziai ad urlare e ridere contemporaneamente contro di lui ma poi mi girò e lo spettacolo era spettacolare.
Una visuale sulla città, una visuale magnifica.
In cui tutte le luci più attraenti della città sembravano risplendere per noi, era così magnifico quel luogo che i miei occhi iniziarono ad umidificarsi.
Jin si girò verso lo spettacolo di luci e fece un sospiro, poi prese a parlare.
<< Occhi blu.. Devi sapere questo.
A 6 anni i miei genitori morirono per un incidente, io rimasi solo e girovagavo per le strade di Seoul chiedendo elemosina. Ti rendi conto che nessuno aveva un cuore buono da offrirmi del cibo o qualche aiuto?
Ero solo, per 2 anni ho vissuto così, girando per le strade più ricche di Gagnam chiedendo aiuto e vestendo vestiti stracciati e sporchi, nessuno mi voleva vivo.
Pensavo.
All'età di 8 anni fui coinvolto in un incidente. L'ambulanza mi portò in ospedale e i medici affermarono che avevo dei problemi respiratori.
La causa? Stare in una città piena di fumo e residui alquanto pericolosi per un bambino di 8 anni era letale.
Dovevano operarmi ma non potevano, ero orfano e povero.
Non avevo soldi per stare bene e i medici non potevano pagare al posto mio, così mi tennero li per 20 giorni per riprendere almeno a respirare aria 'sana' anche se era molto difficile, loro mi curavano, mi davano cibo e facevano di tutto per farmi sorridere. Ma non riuscivo, il mio cuore era ancora occupato dal dolore e dalla rabbia del comportamento delle persone.
Quando venni dimesso, fui preso ad un orfanotrofio.
Ero l'unico più piccolo, quindi spesso venivo picchiato dai bambini più grandi, venivo isolato da tutti.
Tutti a dirmi 'sei inutile, non troverai mai una famiglia, non sarai mai felice.'
Ero distrutto.>> si fermò per respirare, si vedeva che la sua infanzia era piena di dolore, i miei occhi già iniziavano a lacrimare. Si girò a guardarmi, e ri-iniziò con il suo racconto.
<< All'età di 10 anni, non so il perché ma una famiglia chiese di me.
Volevano adottarmi, ti rendi conto?
Pensavo perché me? Sono così inutile.
La famiglia era quella di Namjoon.
All'inizio era difficile rapportarmi con loro, avevo sempre il dubbio di come chiamarli. Mamma e papà o Signori Kim?
I primi anni sono stati intensi, non sorridevo, avevo un obbiettivo però.
Namjoon e io diventammo amici, migliori amici.
Era ed è la mia ancora anche adesso.
Con lui ho conosciuto Yoongi e poi Hoseok e anche se stranamente ho conosciuto pure Taehyung. Poi Jimin.
Ora forse ti starai chiedendo se sono felice o se ormai ho dimenticato il mio passato, beh no. >> mi guardava negli occhi.
<< Prima ho agito così bruscamente perché mi sentivo così bene ma avevo paura di essere abbandonato, scusami. >> stava piangendo, e con lui pure io.
D'istinto lo abbracciai come per rassicurarlo, come poteva pensare che l'avrei lasciato solo?
Lui ricambiò.
Era come se ci stavamo proteggendo, creando la nostra bolla invalicabile.

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