Capitolo 20

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<< Scusa se non ho permesso al mio cuore di continuare ad amarti ed esserci arrivata così in ritardo.
Scusa. >>

Si girò verso di me.
Prese il mio viso possessivamente e mi baciò e mi baciò ancora e ancora tra lacrime e lacrime mi baciò.

Finalmente.
Finalmente sono riuscita ad avere un bacio senza rimpianti, finalmente sono riuscita ad esprimere i miei sentimenti e finalmente ho ritrovato la felicità che avevo pensato fosse perduta.

<< Dove vuoi andare? >> mi chiese dondolando le nostre mani intrecciate.
<< Non so, sono stanca e questi tacchi iniziano ad infastidire i miei poveri piedi. >> dissi fingendomi vittima di qualche tragico avvenimento.
Mi sorrise, non c'era cosa più bella.

<< Andiamo a casa mia. A casa dei tuoi non è rilassante, quindi, oggi stai da me, vabene? >> chiese, più che una domanda sembrava un'affermazione, ma andava bene qualsiasi cosa se lui era con me.

Come al solito non ricevetti alcuna chiamata dai miei genitori quindi stava a significare che non sapevano nulla oppure sapevano che non ero a scuola ma se ne fregavano, a loro non interessava proprio, basta non rovinare l'immagine della famiglia.
A loro non interessava se stavo da qualche ragazzo o se non ritorno a casa, basta che le voci non si divulgano a destra e a manca.
Per loro posso fare quello che mi pare basta che rimanga nell'oscuro.
Certi di voi penseranno 'Fortunata, i miei mi stanno appiccicati al culo' eh invece, soffri di più se non trovi l'affetto dei genitori perché sei costretto a crescere in fretta e a farti un'idea consistente del mondo e delle persone anche se sarebbe troppo presto per ragazzini sui 16/17 anni.

<< Cosa ti prende così tanto da non pensare a fumare.. O da non pensare al tuo bellissimo ragazzo? >> disse scherzosamente.
Una caratteristica di Jimin che ormai ho a memoria è la sua alta autostima che mostra a tutti ma che poi si rivela falsa, perché lui sta sempre ad ascoltare gli altri e il loro pensiero che ascoltare se stesso.
Ma alla fine penso di aver capito che anche lui nel suo profondo del cuore si crede davvero bello, proprio com'è realmente e io riesco a notarlo.
E questa la trovo bella come cosa mostrare il lato che a tutti piace e poi mostrare il lato che piace a lui e soltanto alle persone che piacciono a lui, è come dire 'Io mi fido di voi, vi mostro come sono perché so che non mi ferirete.'

<< Sono in compagnia di una statua o sei morta? >> disse di nuovo per riportarmi alla realtà.
<< Sono viva per tua sfortuna. >> dissi facendo la linguaccia mettendomi a correre.
<< Se ti prendo Serena, ti faccio mia all'istante. >> disse, scherzosamente o anche seriamente quelle parole rimbombavano nella mia mente facendomi pensare a cose poco consone per una normale adolescente, le mie guance arrossirono lievemente per questo corsi sempre di più.

Nella mente volevo rispondere 'Fallo', ma alla fine io sarei davvero pronta a fare ciò che lui intendeva e che io penso di aver capito dalle sue parole?

Mi prese per i fianchi e io me ne accorsi dopo data la mia distrazione.
<< Non dovevi fermarti. >> disse al mio orecchio, cosa provavo?
Adrenalina nelle vene, eccitazione, paura, emozioni che assieme danno la sensazione di farfalle nelle stomaco(?) o magari api assassine.

Ormai tra risate, corse e parole sussurrate era l'ora di pranzo, e il mio stomaco brontolava e ad ogni brontolio compariva un sorriso a Jimin, e io mi sentivo così in imbarazzo.
<< Tranquilla ora andiamo a mangiare, Mc o Sushi? >> chiese, ma perché?
P E R C H É?
Come faccio a scegliere tra Mc e Sushi, sarebbe come essere costretti a scegliere tra Pizza e Kebab.
Che canaglia.
<< Vada per Mc. >> disse, decise lui anche per me, meglio così o sarei rimasta fino a domani nel scegliere dove pranzare.
Ci avviammo verso il Fast Food ed una volta arrivati io mi misi a sedere mentre lui andò ad ordinare.
Dopo 10 min. ecco che fa ritorno con i vassoi pieni.
<< Ho preso il solito. >> disse posando i vassoi pieni di cibo sul tavolo.
Il solito? Ero perplessa e credo che il mi viso non lo nascondeva.

<< Sì, il solito. Ho ordinato ciò che ami mangiare al Mc. Sono vecchio ma non smemorato a differenza di qualcun'altra. >> disse ovviamente e riferendosi a me, capisco.

Mi avventai al panino come se non mangiassi da tempo e anche se non era così avevo lo stesso molta fame.
Jimin mi osservava e sorrideva, imbarazzante o inquietante?
<< Che sciocca, sei sporca sotto il labbro. >> disse mentre si sporse a pulirmi la parte macchiata con le dita.
Sentivo le sue morbide dita sfiorare le mie labbra e di nuovo quella sensazione di emozioni mescolate riprendeva a comandare nel mio stomaco.
<< Sai, penso che una delle cose migliori fatte da me è stato ritornare da te, in Corea nonostante avessi la ragazza non mi sentivo come quando ero con te, era così diverso e mi dava fastidio provare a sostituirti con un'altra ragazza per ricreare il nostro stesso legame. >> disse prendendomi la mano tenendole in una delle sue mentre l'altra era occupata a prendere le patatine.
Non feci altro che sorridere in modo monco, ma la sua 'dichiarazione' non era nel momento migliore.

<< Jimin andiamo a casa? Sono stanchissima! >> dissi riferendomi ai piedi ancora intrappolati nei tacchi e agendo in modo infantile.

<< Che carina quando fai così, dai su andiamo così riusciamo ad arrivare per l'ora di cena dato che ci tocca prendere il treno che è previsto per il tardo pomeriggio. >>

Arrivati in stazioni ci sedemmo su una panchina e io mi addormentai sulla spalla di Jimin.

<< Svegliati barbona. Dai su svegliati o faremo tardi. Dai! >> qualcuno ripeteva insistentemente mentre mi colpiva leggermente le guance.
<< Sì eccomi. >> risposi anche se in ritardo.
<< Ma brava la nostra bella addormentata. Sai che abbiamo perso il treno e non ce ne saranno fino a domani? >>
<< COSA!? PARK JIMIN PERCHÉ NON MI HAI SVEGLIATO!? >>
<< Perché avrei dovuto? Stavi dormendo così intensamente, e magari mi stavi sognando mentre ti facevo cose poco degne di contegno.
Chi sono io per privarti? >> disse maliziosamente, quando si parla di stupidità ecco a chi penso principalmente.
Lo colpì in spalla anche se sapevo che a lui erano delle carezze.
<< E ora che facciamo? Dove dormiremo?
Non ho nemmeno il cambio! Park Jimin oggi ti ammazzo! >> urlai disperatamente.
<< Shh! Attirerai l'attenzione dei passanti. Stai tranquilla, per il cambio posso darti i miei vestiti di ginnastica che sono lavati e puliti e si trovano proprio nel mio zaino di scuola, ti andranno bene una maglietta bianca e dei pantaloni di tuta? >> disse facendo finta di prendere le mie misure, ridevo.
<< Okey, okey. Per il cambio è deciso ma dove dormiremo? Non voglio trasformarmi in 'Serena passione barbona.' >> dissi mentre mimai le virgolette.
<< Andremo in Hotel, no? >> disse, dal suo tono si notava una nota di divertimento misto a perversione.

Sarà una lunga notte. Me lo sento.

Arrivammo nell'Hotel non poco distante dal centro città ma c'era abbastanza da camminare, la facciata esterna era abbastanza carina con un'insegna su scritto 'House of Cards Hotel' un nome abbastanza strano ma dava la voglia di passarci almeno la notte, o almeno così mi sembrava.
Mentre io ero a curiosare alla Reception, Jimin ando a prenotare la stanza, ne prendevamo solo una con i letti separati perché altrimenti sarebbe stato troppo costoso prendere 2 di stanze e troppo imbarazzante per dormire nello stesso letto.

Perché non si muoveva?

Andai alla Reception e sentivo che erano in una buona conversazione e vivace.
<< Mi scusi quale sarebbe il problema? Non possiamo avere la stanza? >> chiesi innocentemente.
<< No si figuri, di stanze ce ne sono ma abbiamo finito quelle a letti singoli quindi siete costretti a prendere una stanza con letto Matrimoniale a meno che non sia un'urgenza. >> disse la giovane ragazza al bancone che stava letteralmente mangiando con gli occhi Jimin e palesemente sorridendo come un'oca.
<< Andiamo in un altro Hotel da.. >>
<< Perfavore ci dia una stanza con letto Matrimoniale. >> dissi prendendo le mani di Jimin e stringendole alle mie, con un sorriso in faccia.
Lui
È
Mio.

Sempre noi.Where stories live. Discover now