Capitolo 10

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Pioggia.
1..
2..
3...
Di colpo ha iniziato a piovere, e stare sulle scale antincendio non è il riparo migliore, non riesco a muovermi, mi sento le orecchie a fuoco ed è come se stessi rivivendo il tempo in cui piangevo per il dolore della solitudine, è come se raccontandomi il suo modo di continuare mi stesse incolpando della mia assenza. Come biasimarlo?
È deprimente il fatto di non riconoscere le proprie lacrime dalla pioggia fredda, vero?
Una marea di dubbi esistenziali e sul perché dell'aver ignorato Jimin iniziano a martellare la mia povera mente, perché?
Ma è semplice, non avevo le palle.
Non avevo le palle di chiamarlo per sentire la sua candida voce, non volevo pensare alle nostre chiamate, non volevo accettare il fatto di non rivederlo, non volevo accettare il fatto di essere rimasta sola che così ho pensato solo a me stessa.
Non volevo piangere sul fatto che il ragazzo che amavo era partito per una nuova vita, non volevo versare lacrime se mi raccontava delle sue nuove conquiste o delle sue nuove amicizie.
Non volevo sentire la sua lancinante mancanza e anche se il dolore della sua assenza era molto forte io riuscivo a sopportarlo, dovevo sopportarlo.
Sono stata egoista.
Siamo stati orgogliosi.
Il perché?
Abbiamo avuto lo stesso modo di pensare, chi non ti cerca non ti ha mai voluto, proprio come prima espresso da  Jimin.
E ora mi sento oppressa pure da questo peso, non avevo mai visto questa situazione in questo modo, non ho mai pensato a come si sentisse lui. Ho sempre messo in primo luogo come mi sentivo e così con il mio orgoglio ho avuto la bella faccia di giudicarlo non sapendo nulla del suo 'nuovo' modo di comportarsi.
Ma cosa posso farci? Abbiamo segnato questi 4 anni con le nostre azioni da egoisti orgogliosi, non si può cancellare il passato come se fosse scritto a matita, ne sono consapevole, e nonostante avessi un'altra chance e ritornare a quel momento rifarei lo stesso errore, perché mi sentirei allo stesso modo e il mio unico pensiero sarebbe quello di aspettare, aspettare lui.
Ma alla fine le cose sono andate meglio a lui, ha conosciuto Jin che lo ha aiutato, ha pianto sulle sue spalle ha contato sulla sua presenza e ha lottato con la sua forza, e con lui ha conosciuto il resto del suo gruppo. Quindi non può venire da me e raccontarmi la sua vicenda se alla fine ha vinto. Ha conosciuto il meglio per lui no? È stata una buona scelta mettermi da parte, perché lui ora è felice, sempre se non facciamo caso a questa situazione.
Inerente alle parole espresse qualche mezz'ora fa, ogni scelta ha il suo lato giusto e quello pericoloso.
Ora la mia scelta l'ho fatta, il lato giusto lo troverò il lato pericoloso l'ho già scoperto.
Non mi sono accorta di aver fumato tre sigarette, essere presi dal proprio mondo pensando ai problemi esistenziali creatisi a causa di scelte fanno agire inconsciamente.
Il suono della seconda ora più l'odore di fumo mi riportano con le gambe per terra e ora che me ne accorgo sono bagnata fradicia, non mi sono riparata bene.
Rientro nell'edificio e mi reco al mio armadietto in cui ho sempre un cambio di scorta, sapete com'è, l'abitudine di essere vittima di scherzi coinvolgenti acqua e altre sostanze fa venire voglia di prepararsi sempre per qualsiasi avvenimento.
Frugo nell'armadietto prendo il cambio ma un foglietto rosa attira la mia attenzione.
''E anche se le cose sono andate così tra noi, non finirò di volerti bene, grazie per avermi insegnato a tenerci davvero. Mi hai fatto comprendere cosa significa voler davvero bene a qualcuno. Jimin."
Sento un sorriso.

Sempre noi.Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang