Capitolo 7

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Senza pensarci inizio a correre all'impazzata verso l'albero sacro.
So che lo Spirito Protettore ha tutte le risposte che sto cercando; mi ha già  mostrato una parte del mio passato senza nessuna difficoltà.
Sento la voce di Joanna chiamarmi, non voglio starla a sentire, il mio unico obiettivo è raggiungere l'albero.
Le mie gambe si muovono velocissime, nulla può fermarmi.
L'aria fredda sbatte contro il mio viso facendomi bruciare la pelle e arrossare gli occhi.
Joanna mi sta seguendo, vuole proteggermi. Forse ha paura che possa arrivare a scoprire troppo di me.
Arrivo di fronte alla maestosità della pianta, è immobile e mi sta aspettando, sapeva che sarei tornata.

- Amelie aspetta! - mi urla da dietro Joanna.

Non aspetto che mi raggiunga, entro nella cavità e attendo che lo Spirito mi parli.
Non accade nulla.

- Dammi delle risposte - affermo decisa.

Ancora nulla.

Mi inginocchio e abbasso la testa, come in segno di remissione.

- Solo tu puoi aiutarmi -.

La sua voce possente non si fa sentire, nonostante percepisco la sua energia che mi avvolge.
Mi sento come quel neonato abbandonato all'inizio del bosco, avvolto in quel manto bianco che lo protegge. Anch'io, ora, sono abbandonata e il flusso benefico dello Spirito mi circonda tenendomi lontana dalla verità su me stessa.
Non ho nessuna visione, tutto è fermo.

Comincio a sentire degli strani formicolii alle mani.
Gli effetti di quell'ambiente iniziano ad investirmi. Poco dopo mi manca il respiro, come se i polmoni si fossero improvvisamente chiusi impedendo all'aria di entrarci o uscirci.
Ho la forza di strisciare fuori, dove Joanna mi ha aspettata.
Il suo sguardo è agitato e compassionevole. Mi guarda come fossi una creatura indifesa che ha bisogno di protezione.
Non c'è più complicità in lei, solo uno sguardo materno.
Capisce il mio dolore e vuole aiutarmi. I suoi occhi mi hanno parlato.

Mi sdraio sull'erba e cerco di riprendere fiato.

Le lacrime scorrono silenziose sul mio viso. Voglio trattenere quel pianto, ma è impossibile.  Scoppio.
Mi rannicchio su me stessa, ancora sdraiata, e mi lascio andare a singhiozzi interminabili.

- Cosa sono? - chiedo, forse a me stessa.

Una mano di Joanna si avvicina ai miei capelli spettinati
Li accarezza con dolcezza.
Con l'altra mano mi asciuga le innumerevoli lacrime che mi bagnano le guance.

- Prima o poi lo Spirito ti parlerà e chiarirà ogni tuo dubbio. Bisogna solo avere pazienza -.

La sua voce è come miele, mi addolcisce la rabbia e la delusione che sto provando.

- Non è possibile non sapere chi si è... -.

Joanna si sdraia accanto a me e affonda i suoi occhi gialli nei miei .
Appoggia una mano sul mio fianco e resta a guardarmi, attendendo che mi calmi.
È un abbraccio, non mi ricordavo neanche cosa fosse.

- Posso accarezzarti il pelo? - mi azzardo a chiedere. 

Joanna mi guarda stupita, ma non controbbatte.
Vedo le sue mani appoggiate sul mio corpo, diventare lunghe zampe nere, e il suo volto trasformarsi in un muso di lupo.
L'unica cosa che non cambia sono i suoi occhi, restano sempre gli stessi che mi scrutano con curiosità. 
Non può più parlare, ma non fa niente perché i nostri sguardi dicono molto.

Accarezzo con delicatezza il suo pelo lucente e morbido. Non oppone resistenza, resta ferma lasciando che il mio tocco si posi su di lei.
La scena mi sembra surreale, sono sdraiata sull'erba con un lupo.
Sfiorare il suo corpo mi tranquillizza e anestetizza i miei sentimenti burrascosi.
Non so per quanto restiamo così, in quella posizione, senza badare al tempo che passa.

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Where stories live. Discover now