Capitolo 26

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Stiamo camminando uno di fianco all'altro, tutti sicuri e decisi della nostra destinazione. Siamo tantissimi e abbiamo forza e fierezza che non ci abbandonano mai. Ogni tanto lancio un'occhiata prima a Joanna e poi a mio padre. Sono entrambi seri e con la testa sempre rivolta in avanti, come se già vedessero il covo dei vampiri e ciò che li sta aspettando. Mi ripeto che non è stata una decisione avventata e che le cose, d'ora in poi, cambieranno in meglio. Robert è in testa al nostro numeroso gruppo e ci guida senza rallentare mai. Non ha ancora rivolto parola a Joanna. Spero che tra loro tutto si sistemi e che possano finalmente celebrare il loro matrimonio. Ora, se ci penso, non mi sembra più così assurdo che volessero subito commemorare le loro nozze, senza aspettare. E' inutile rimandare, posticipare e attendere che il tempo passi. Non bisogna rimandare sentimenti ed emozioni, ma viverle all'istante senza rimpianti.

Dopo aver camminato per qualche miglio siamo arrivati dinanzi al cancello arrugginito, è l'ingresso per le ombre e il terrore. Il covo di vampiri ci osserva sghignazzando, prendendosi gioco di noi e della nostra fatica. Lo oltrepassiamo, avvicinandoci sempre di più all'antica costruzione gotica che giace silenziosa di fronte ai nostri occhi attenti. Mi chiedo dove sia Kian, se si sia riaggregato ai vampiri o se ne sia andato per sempre lontano da tutti e da tutto. Il suo volto naviga nei mie pensieri affollati e disordinati, ricordandomi il nostro "incontro" nel lago e la mia improvvisa guarigione. Da quando mi ha guarita i dolori sembrano scomparsi, è inevitabile che il suo fuoco centri qualcosa. La voce possente di Robert mi provoca un brusco risveglio dal mio flusso di associazioni mentali.
- Siamo giunti fino a qui per negoziare un accordo con voi e per chiedere una riappacificazione con il vostro popolo. Vogliamo evitare una guerra inutile -.

Aspettiamo che giunga una risposta. Per un momento tutto rimane deserto e muto, poi dei rumori rompono la quiete. Un vampiro esce con fare trionfale dal portone d'ingresso, muovendosi lentamente nella nostra direzione.
- La vostra venuta fin qui è inutile. Ci sarà una guerra, eccome, e noi vampiri vinceremo dominandovi -. Nel frattempo altri vampiri si posizionano alle sue spalle, guardandoci con fare minaccioso.
- Che fine ha fatto il vostro capo? - esordisce poi Robert, spiazzandomi con la sua domanda. So bene che fine ha fatto.
- Ora sono io il nuovo capo. Quello vecchio era un debole, un rammollito. Voleva la pace, la pace vi rendete conto? - e una grossa risata parte dalla sua bocca per poi raggiungere tutti gli altri vampiri presenti.
- Cercava di frenare la violenza. Ci siamo dovuti ribellare a lui, senza la violenza noi non siamo niente -.

Si riferiscono a Kian, deridono quello che un tempo fu il loro capo senza nessun problema. Sto per ribattere a questo vampiro arrogante e insolente, ma Joanna mi frena tenendomi ferma per un braccio.

-Avrebbe fatto la fine di quel "grande vampiro" che s'innamorò di un'umana facendo si che la sua vita perdesse significato e valore -.

Parlano di mio padre. Ancora una volta lui e Kian sembrano collegati da un filo invisibile che li unisce e li accomuna. Hanno entrambi lasciato da parte la ferocia per lottare per un'utopia come la pace e la concordia.

-Parlatene direttamente con me, allora -. Riconosco la voce di mio padre. Si fa spazio tra la folla per raggiungere il capo dei vampiri.
- Allora esisti ancora Cristoph - è decisamente un tono derisorio, comincia a ribollirmi il sangue nelle vene.
- Voi non ricordate o forse non volete ricordare, ma un tempo regnava la serenità tra licantropi e vampiri, la nostra era una convivenza civile. Può essere ancora così, smettiamola di combattere per chi debba prevalere. Siamo uguali, tutti - le sue parole sono così vere e profonde, ma ho paura che i vampiri non capiscano, che vogliano a tutti i costi dominare e distruggere tutto ciò che li ostacoli.
- Non tornerà mai come un tempo -
- Se non si può tornare indietro, che almeno si eviti questa guerra. Ognuno vivrà per conto proprio senza infierire sull'altro popolo - mio padre sta facendo del suo meglio ma i vampiri sono troppo ostinati.
- Cristoph, Cristoph. E così non solo hai sprecato le tue virtù con una stupida umana, sei pure passato dalla parte dei licantropi. Vergognati -.
In un attimo mio padre vola a terra spinto dal capo dei vampiri. Non riesco più a trattenermi e balzo verso quel presuntuoso sbattendolo a terra. Per fortuna Joanna non è riuscita a trattenermi.
- Tu ti dovresti vergognare, sporco vampiro! - gli urlo guardandolo mentre ruzzola a terra.
L'ho spaesato. Mi guarda come se avessi fatto una pazzia.
- Come ti permetti? Chi diavolo sei? - è già in piedi, puntandomi il suo sguardo bieco addosso. Dovrei avere timore di lui, ma non ce l'ho. Vorrei scaraventarlo di nuovo al suolo e farlo tacere con la forza.
- Non sembri un licantropo - la sua voce mi infastidisce.
- Sono la figlia di Cristoph e ti avviso, non provare più a toccarlo - mantengo un tono moderato, ma le intenzioni che lascio trasparire sono tutt'altro che buone.
- Ah si? Sua figlia? - si lascia scappare nuovamente un risolino. Sembra voglia aggiungere altro ma con una semplice parola spiazza me e tutti gli altri.
- Attaccateli - E' un ordine ed è rivolto ai vampiri che non perdono tempo ad avanzare cattivi verso di noi.

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Where stories live. Discover now