Capitolo 30

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Ciao belli, in questo capitolo ci sarà un ritorno... di chi? Scopritelo

Sono nella mia camera e fisso il soffitto incessantemente. La mia testa è ricolma di pensieri che, anche volendo, non riuscirei mai a scacciare. Kian mi ha cercata per parlarmi, per chiedermi di dimenticarlo. Lo credevo sparito, bruciato dal fuoco sacro dei vampiri, invece si è presentato a me sano e salvo. Non mi capacito del fatto che sia riuscito a sopravvivere, che il fuoco possa averlo risparmiato per l'ennesima volta. Passo la notte a ripensare alle sue mani che mi tenevano bloccata, per non permettermi di guardarlo un'ultima volta, alla sua voce che mi implorava di fingere che non si fosse salvato e alle sue parole che mi chiedevano di trascurare il suo ricordo. Oltre a Kian c'è Joanna che popola la mia mente offuscata. Lei che ormai è una "donna" sposata, lei che ha trovato il suo definitivo equilibrio.

Il giorno dopo, con Angie e Lane, fingo che nulla mi abbia scossa, che tutto vada alla grande. Vedendo questa mia "finta felicità" mi permettono la sera di andare a fare un giro con una mia amica che in realtà non esiste e che è solo una scusa per uscire da quelle pareti che mi opprimono sempre di più. Neanche a farlo apposta, incontro un gruppetto di ragazzi e ragazze che mi salutano con foga, come se mi conoscessero da molto tempo.

-Amelie siamo contenti di vedere che stai bene - mi esclamano abbracciandomi. Si riferiscono alla mia scomparsa, al mio presunto rapimento.
-Ci dispiace per Ida... - aggiungono poco dopo. Li guardo paralizzandomi. Pensano che sia ancora sparita, che potrebbe tornare anche se di lei non si hanno, o meglio, non ho più notizie. Avevo detto di non ricordarmi cosa fosse successo o che fine avesse fatto. Abbasso gli occhi, mentre ritornano le immagini del suo corpo dissanguato e del suo viso pallido che mi rivolgeva gli ultimi sguardi.

- Dai ora non pensiamoci. Ti va di unirti a noi? - mi chiede con entusiasmo una delle ragazze del gruppo.
Possibile che non mi ricordi nemmeno di loro? La vita che avevo un tempo è come se si fosse cancellata, resettata completamente. Accetto volentieri la sua proposta e li seguo, mentre si dirigono verso un locale di cui ne ho una vaga memoria. E' così rumoroso e chiassoso che mi fanno male le orecchie, ma a quanto pare questo genere di atmosfere piace a tutti i miei coetanei presenti. Mi stupisco di preferire la tranquillità e il silenzio del bosco. Mi offrono qualcosa da bere, uno, due, tre bicchieri. Mi gira la testa e ho i sensi rallentati. Non mi rendo nemmeno conto che una delle ragazze mi sta trascinando via dal locale, verso un parco desolato dove ci sono molti ragazzi della mia età. Ridono e scherzano con molta naturalezza, sembrano divertirsi parecchio. Fanno rumore e urlano, mi fa male la testa. Voglio allontanarmi, ho bisogno di calma, di un po' di quiete che mi faccia riordinare il senso di smarrimento che sto provando. Qualche passo e sono lontana da tutte quelle persone rumorose. Sono di nuovo da sola, smarrita, con gli occhi si appannano. Sono finita in un vicolo buio.

Come ci sono finita?

La testa gira ancora di più. Mi volto di scatto perché ho sentito un rumore, come di suola di scarpe. C'è un uomo a pochi metri da me e mi osserva con uno sguardo misto tra il maligno e il malizioso.

Come ho fatto a non accorgermi che mi stava seguendo?

Senza darmi il tempo di realizzare, l'uomo mi aggredisce e mi scaraventa contro un muro, causandomi un dolore fortissimo alla schiena. Non riesco nemmeno ad urlare, mi dimeno solo all'impazzata picchiando i pugni contro questo animale che non mi toglie le mani di dosso. Percepisco le sue dita scivolare sotto la mia maglietta e la sua bocca avvicinarsi alla mia, sto per vomitare.

Ho trovato la forza di gridare e di chiedere aiuto, ma non ce né più bisogno perché l'uomo viene assalito e sbalzato a terra. Il mio "salvatore" lo raccoglie da terra e porta la sua bocca, già spalancata, verso il suo collo ben in vista. D'un tratto intravedo due canini affilati allungarsi e perforare la sua carne; dopo qualche istante l'uomo cade a terra privo di sensi. Osservo il vampiro che ha prosciugato il mio aggressore e rimango senza parole, è Kian. Un tenue luccichio dimora nei suoi occhi puntati sulla mia figura sconcertata, sconvolta e agitata.

- L'hai ucciso, tu l'hai ucciso - mormoro abbassando gli occhi verso la sagoma riversa sull'asfalto.
- No, l'ho solo tramortito. Avrei dovuto ucciderlo, lui ti stava facendo del male - colgo una rabbia furiosa nella sua voce.
- Perché sei in questo stato? - mi domanda avanzando verso di me.
Ho bevuto e lui se ne è accorto.
- Non ti deve importare. Mi hai detto di dimenticarti e non cosa diavolo tu ci faccia qui - sono arrabbiata anch'io. Si avvicina ancora, posso sentire il suo alito sul mio viso.
- Amelie... - sussurra cercando di afferrarmi un braccio. Lo scosto duramente, cercando di non posare i miei occhi nei suoi così vicini.
- Ti devo parlare - e mi cattura entrambe le mani, obbligandomi a guardarlo.
- Mi sembrava che l'ultima volta mi avessi già detto tutto -
- Amelie non volevo dirti quelle cose, non voglio che tu mi dimentichi -.

A quelle parole la mia rabbia si calma e mi lascio trasportare via da quel maledetto vicolo. Kian mi porta all'inizio del bosco, senza mai mollare la mia mano.
- Fermiamoci qui - afferma deciso. Ora mi sento molto più a mio agio, in mezzo a questo verde.
- Cosa è successo dopo l'esplosione? - non riesco più a trattenermi, devo sapere assolutamente. Kian ispeziona l'area attorno a noi, poi inizia a parlare.
- Dopo aver sprigionato il fuoco sacro grazie al tuo aiuto - arrossisco a quel riferimento. Ripenso al nostro bacio e a ciò che ha causato.
- sono stato catapultato altrove, lontano dal covo e dai licantropi. Ho perso conoscenza e al mio risveglio ho compreso che lo Spirito mi aveva risparmiato ancora e che il fuoco era uscito dal mio corpo, dalla mia essenza, facendomi ritornare un semplice vampiro, senza alcun potere. Ho dovuto nascondermi; dopo avermi visto liberare il fuoco sacro, nessuno avrebbe compreso cosa era successo e del perché possedessi quell'enorme forza. Tutti mi pensano morto, incenerito -

Trovo la forza di esprimermi.
- I vampiri, probabilmente, hanno già dimenticato i tuoi poteri e l'accaduto, a loro interessa solo che il fuoco si sia riacceso -
- Non posso rischiare -.

C'è un momento di silenzio, un momento che dura un'eternità.

- Perché sei tornato da me allora? -

Kian sospira, guarda altrove come in cerca di risposte. Si sta agitando, forse a causa della mia domanda così diretta.
- Dopo l'esplosione, dopo il nostro ultimo contatto - prende una pausa ed evita di agganciare il mio sguardo. - E' come se percepissi i tuoi stati d'animo e la tua presenza nonostante tu sia lontana. Ho persino avvertito che sei diventata completamente umana -
Infatti, ora sono solo un'umana.
- Stasera sono accorso fin qui perché ho sentito che eri in pericolo -

Non ci posso credere. Si è creato un legame fra di noi? Un legame che, però, può presagire solo lui nei miei confronti.

- Cosa vuoi dirmi con questo? -
- Non posso fare a meno di sentirti vicina anche se sei distante, questo legame mi unisce a te in maniera assoluta -
Non so come rispondere, così dico la prima cosa, probabilmente sbagliata, che mi viene in mente.
- Non m'importa nulla di questo legame. Io sono un'umana e tu sei un vampiro, siamo troppo distanti comunque -.

Il suo volto si rabbuia, colorandosi di un'ira incontrollabile.
- Non mi interessa, non m'interessa per niente se ora sei un'umana! - il suo luccichio, rimasuglio di ciò che era un tempo, brilla di disappunto. Cerco di sviare il discorso.
- Dovresti tornare da mio padre, è lui il capo ormai e ti accetterebbe. Io tornerò dai miei genitori adottivi e tutto tornerà alla normalità -
Kian, a quel punto, mi agguanta con ferocia una mano e punta le sue iridi brillanti nelle mie intimorite.
- Normalità? Che cosa vuoi che ne sappia della normalità? - mi prende anche l'altra mano, facendomi sentire in trappola.
- Nessuno accetterebbe la mia presenza al covo, a parte tuo padre -.

Indietreggio, tentando di sfuggirgli.
- Da quando sono un semplice vampiro, mi sento così freddo - fa scorrere il suo palmo su per il mio braccio.
- Tu sei così calda, così viva - il suo sguardo è diventato famelico, bramoso.

Nell'intento di scappare ai suoi tocchi mi inciampo in una radice e cado a terra. Kian non aspetta nemmeno un secondo, mi si fionda addosso tenendomi bloccata sotto il suo corpo muscoloso. Raggiunge le mie labbra e fa passare le sue mani sul mio petto ansimante.
- Ho bisogno di calore - e mi bacia, con un'intensità che non riesce a controllare. La sua lingua esplora selvaggiamente la mia bocca, mentre le sue braccia scorrono sul mio corpo intrappolato sotto il suo. Devo fermarlo, mai l'ho visto comportarsi in questo modo, senza il minimo contegno. Finalmente riesco a scansarlo e a riprendere fiato. Si stava approfittando di me, senza il mio consenso.
- Sei un mostro - sussurro con le lacrime agli occhi.
- Sei solo un vampiro e io un'umana e non ci sarà mai nessun legame tra di noi -.

Allora opinioni??? ☆☆

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Where stories live. Discover now