Capitolo 25

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I miei occhi si aprono lentamente, come fossero stati chiusi per un lasso di tempo interminabile. Sono appoggiata a qualcosa di ruvido che mi graffia la schiena. Sento in continuazione questa sensazione di umido. Alzo con cautela una mano. Delle gocce minuscole la percorrono fino ad arrivare al polso. Mi guardo un braccio e poi l'altro, sono entrambi cosparsi di tante gocce di acqua che, a contatto con la mia pelle, mi provocano dei brividi di freddo. Questa continua impressione di bagnato è così contrastante. Mi è sembrato di morire bruciata, completamente arsa da un fuoco impossibile da spegnere. Pensavo di essere morta per davvero, pensavo che non mi sarei mai più svegliata. Nessuno avrebbe potuto sopportare un dolore del genere. Aumento il mio campo visivo e mi accorgo che una sagoma è vicino al mio corpo disteso. Mi sta controllando, mi analizza con attenzione. I suoi occhi, come due fari proprio al centro del suo viso, mi suggeriscono che si tratta di Kian. Il suo sguardo è sollevato, quasi confortato. Mi accorgo della sua reazione, del bagliore improvviso nei suoi occhi. Fa di tutto per nasconderlo, oscurando la sua espressione. Lo sbalordimento mi aveva fatto, momentaneamente, dimenticare cosa fosse successo tra di noi. Ora è tornato tutto, le immagini mi scorrono davanti nitide e senza dar spazio ad altri pensieri. Sono un turbine che mi porta inevitabilmente a rammentare le emozioni e le azioni che si sono susseguite, una ad una, in mezzo a quel lago.

- Cosa è accaduto? - ho la forza di chiedere.
- Ti ho guarita -.
Non aggiunge altro, nonostante io abbia il disperato bisogno di sentire altro.
- Mi hai guarita... -.
Chino la testa verso il basso. La pelle del mio fianco è liscia, senza alcun segno di ferite o tagli. E' rimasto solo un po' di sangue ormai secco. Cerco di far mente locale. Il bacio. La ferita. L'acqua. Il fuoco. Era tutto collegato, tutto calcolato. Kian sapeva che la fine mi stava quasi raggiungendo, che non ce l'avrei fatta. Il semplice contatto pelle a pelle non avrebbe potuto funzionare, la ferita era troppo profonda. Serviva altro per contrastare la morte sempre più vicina. Ha così deciso di rendere il nostro contatto una fusione, un'unione ancora più forte. I nostri corpi dovevano fondersi in modo che il fuoco potesse raggiungermi completamente. L'acqua che ci circondava doveva provvedere a frenare quel fuoco indomabile, nel caso Kian non fosse riuscito più a controllarlo. L'acqua doveva placare la sua potenza, la sua forza distruttiva, per far si che funzionassero solo gli effetti positivi e curativi di quelle fiamme ribelli. Quella sua passione, quei suoi modi famelici e quei suoi tocchi voraci erano serviti solo per permettere che il fuoco si sprigionasse e arrivasse al mio corpo morente. Vorrei che non fosse così ma è la verità. Così si sono realmente svolti i fatti. Nessun secondo fine. Queste riflessioni mi stanno rabbuiando, capovolgendo il mio umore.

- Alzati, ripartiamo -.

La sua voce giunge alle mie orecchie distanti.
- Devo tornare da mio padre, da Joanna. Non c'è più tempo - non sto parlando con lui, è più una mia constatazione. Mi alzo repentinamente. Sento di nuovo la vita pulsare in me. Ho bisogno di sentirmi viva. Inizio a correre, non badando a nulla. Tra un albero e l'altro, scavalcando rami e radici sporgenti. Sono pronta nuovamente ad affrontare qualsiasi cosa, ogni evento. Sono improvvisamente rinata. La luce sprizza nel mio corpo, come se l'oscurità, il vampiro che mi corrode si fosse provvisoriamente assopito e indebolito. Mi sento così forte, ma al contempo così mortale. Come se la mia eternità dipendesse dal vampiro che tenta in ogni modo di dominarmi. Ma io non sono immortale, o forse si. Non lo so. Kian mi sta rincorrendo. Probabilmente sta pensando che io mi sia impazzita. Voglio fuggire da lui, che è diventato il mio salvatore ma anche la mia condanna. Voglio fuggire da quel bacio, da quella cura indifferente che mi è stata somministrata solo una volta. Al pensiero di lui inciampo e il mio corso infinito di meditazioni viene frenato.

-Dove pensi di andare?! - mi grida esasperato una volta che mi ha raggiunta.
- Pensi di poter dirigere tu la situazione adesso? Fino a qualche ora fa stavi per crepare, ragazzina -. Voglio che smetta di blaterare, di fingere sempre su tutto.
- Ah si? Ragazzina? Questa ragazzina è la stessa che qualche ora fa stringevi con ardore e passione -.
Ammutolisce per qualche secondo.
- Se non l'avessi fatto saresti morta! -. La sua frase conferme tutte le mie precedenti considerazioni. Era un suo dovere, un semplice dovere.
- Va bene, lasciamoci tutto alle spalle. Ora voglio solamente tornare da mio padre. Però voglio chiederti un'ultima cosa, cosa ci facevi alla grotta quando mi stavano per attaccare i vampiri ribelli? -
- Volevo cercare meglio tuo padre, tutto qui. Soddisfatta della risposta? -. No non sono soddisfatta. Proseguo il mio cammino senza rivolgergli più parola.

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ