Capitolo 13

1K 158 8
                                    

Sono ancora affannata a causa della corsa che ho tentato di fare per fuggire dalle grinfie di Kian.

"Cosa pensi di fare ragazzina?".

L'ha sussurrato a denti stretti, mentre un brivido di follia attraversava i suoi occhi luminosi.

- Volevo fuggire da un mostro quale sei tu! - accantono la paura per spiattelargli in faccia ciò che penso riguardo il suo conto.
È infuriato.

- Sarò pure un mostro, ma prima ti ho risparmiato. Avrei potuto ucciderti in meno di un minuto, senza il minimo riguardo. Anzi ti ho fatto pure recapitare del cibo per permettere che ti riprendessi. Così mi ringrazi, ragazzina? -

- Io non sono una ragazzina, sono per metà vampiro. Questo però non è di certo un motivo per cui mi abbasseró ad unirmi a voi vampiri. Sono fiera della mia umanità e mai lascerò che la belva che risiede in me, possa rubarmela arrivando ad uccidermi -.

Ora ne sono consapevole, mi sarei battuta per conservare, la mia piccola parte umana che stava per essere spazzata via. Non avrei di certo aspettato che la morte mi portasse via, senza aver prima lottato.

- Ucciderti? - mugugna spaesato.

- Ebbene si. Non sono un'umana, ma neppure un vampiro. Non posso trasformarmi, questo significa che un giorno la malvagità prenderà il sopravvento sul mio corpo, ammazzandomi -.

Perché sto rivelando questi particolari così recondi di me?
Probabilmente è la stanchezza che mi sta facendo straparlare, o forse la sua troppa vicinanza al mio viso.
Kian si scosta bruscamente da me, atterrito.
Nel momento in cui sta per articolare una frase di risposta, udiamo dei rumori, delle urla.

Kian corre istintivamente a una finestra. Così faccio io, seguendolo.
Sono arrivati i licantropi e dentro me si fa spazio un'immensa gioia.
Alcuni vampiri li stanno già assalendo; una nuova battaglia è cominciata.
La temporanea distrazione di Kian mi permette indietreggiare e dileguarmi a più non posso.
Sto sprecando altre energie, ma non mi importa voglio arrivare al più presto al piano terra. Attraverso i lunghi corridoi bui, affidandomi completamente ai miei sensi.
Scendo numerose scale, correndo come una pazza verso la mia destinazione, mentre al mio fianco scorre l'interno di una villa avvolta dalle più profonde oscurità.

Per mia fortuna, non incontro nessun vampiro pronto a sbarrarmi la strada. Sono tutti impegnati nella lotta, tutti tranne uno.
Arrivata ai battenti di questa villa, mi fermo pietrificata ad osservare la scena di guerra che ho dinanzi.
I miei occhi guizzano alla ricerca di qualcuno.
Poi la vedo, Joanna. È nelle sue sembianze umane.
Sta dirigendo il suo branco con maestria, hanno eletto lei come nuovo capo branco e penso che non avrebbero potuto fare scelta migliore.
Ho una stretta al cuore nel rivederla, fiera e sicura più che mai.

Non ho dubbi da che parte stare, nonostante la mia natura mi suggerisca altro.
Mi affretto a raggiungere i licantropi, muovendomi tra questa folla disordinata.
Assesto colpi a qualunque vampiro mi si pari davanti, voglio aiutare ai licantropi, fargli capire che sono dalla loro parte.
La forza che possiedo mi aiuta, ed è un paradosso pensare che la mia parte vampira mi stai aiutando a ferire gli stessi vampiri.

Drizzo lo sguardo, il vampiro Kian è ancora alla finestra. Scruta la scena dall'alto e, per un attimo, incrocia i miei occhi. Non distoglie lo sguardo, osserva tutti, osserva me.

Non posso pensare a lui, devo stare concentrata e sferrare i colpi nei punto giusti, come mi ha insegnato Joanna.
La vedo di nuovo e cerco di raggiungerla.

- So dov'é Robert! - le grido sovrastando i rumori della battaglia.
Con un gesto fulmineo agguanta la mia mano.
Sa che dobbiamo tornare all'interno della villa, perché è lì che è rinchiuso Robert.
Ci facciamo strada, tenendoci per mano, mentre colpiamo chi cerca di fermare la nostra avanzata.
Finalmente giungiamo all'ingresso.

- È nelle segrete! - le urlo.

Devo guidarla e, perciò, lascio fare al mio istinto.
Joanna osserva ancora una volta il suo branco che combatte in sua assenza.

- Torneremo presto da loro! - mormoro tentando di alleggerire il suo peso. Annuisce seria, esortandomi a proseguire.

Il mio istinto mi porta alle prigioni.
Nel vedere Robert, noto un leggero sussulto in Joanna. Prova qualcosa di molto forte per lui e lo capisco dal modo in cui cerca di sfondare le sbarre in ferro battuto che dividono i nostri corpi da quello di Robert.
Vuole a tutti i costi raggiungerlo e assicurarsi che stia bene.

- Aiutami! - grida lei con voce disperata.

Entrambe scuotiamo con forza le sbarre fino a che la serratura cede, aprendoci il passaggio.
Joanna cerca di farlo svegliare, sostenendogli la testa.

- Cosa succede? - chiede con un colpo di tosse Robert, riprendendosi lievemente dal suo stato di incoscienza.

Lo alziamo da terra e lo trasportiamo fuori dalla cella. Percorriamo la stessa strada a ritroso, anche se ho la sensazione di perdermi in continuazione. Le mie forze stanno per capitolare e anche il mio istinto non mi indica più la strada.

- Non ce la faccio! - strillo a Joanna non nascondendo di essere esausta.

Dobbiamo essere veloci, ma il corpo di Robert pesa troppo e non riesco più a sorreggerlo.

- Amelie forza! -.

Joanna aumenta la sua velocità e mi incita a fare lo stesso, ma non ce la faccio davvero più, soprattutto a causa del morso di Kian. Non ho recuperato le forze, anzi continuo ad usarle.
Abbandono la presa sul corpo di Robert e crollo a terra.
Joanna non si è accorta, è intenta a parte in salvo Robert.

Oltre alla spossatezza, si aggiungono i dolori. Le fitte e le contrazioni muscolari iniziano a dilaniarmi.

Poi noto una figura nelle tenebre.
Sta osservando il mio martirio.
Una fitta mi piega in due.

La figura si appresta accanto al mio corpo sofferente. Non ho energie per allontanarmi, così attendo.
L'oscura presenza è a pochi centimetri dal mio viso pallido e sudato.

Una mano afferra la mia, stringendola e comprimendola con una tale forza che credo che le ossa mi si stiano frantumando.
Il male si sostituisce a un lento placarsi di ogni sofferenza fisica.
I miei muscoli si distendono e il mio cuore, sotto sforzo per i dolori, riacquista un battito apparentemente normale.
Alzo lentamente lo sguardo e due lampi, due lingue di fuoco mi accecano. Illuminano le tenebre.
Inizio ad ansimare, ora non per le contrazioni muscolari o per gli spasmi, ma per la sorpresa.

Il suo luccichio mi sovrasta come non mai.

Che ne pensate?
Se vi piace come stia proseguendo la storia votate o commentate.

A presto miei carissimi lettori :*

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Where stories live. Discover now