Capitolo 18

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- Cosa ti hanno fatto? - mi domanda lui visibilmente teso.
- Nulla. Sei arrivato in tempo per salvarmi... - sussurro mentre arrosisco lievemente.

Perché mi ha raggiunta?
Sono così confusa; lui è il mio punto interrogativo più grande.
- Ora seguimi - mi ordina voltandomi le spalle.
Lo seguo timorosamente, senza replicare al suo ordine.
Si muove sicuro, come se conoscesse perfettamente a memoria ogni singolo metro quadrato del bosco.
Ci stiamo allontanando da tutto: dal covo, dai licantropi.
Avanziamo in silenzio, senza mai rivolgerci la parola. Spero solo che mi stia davvero conducendo da suo padre. Il suo ritmo veloce mi lascia sempre qualche metro indietro a lui. Ogni passo mi rende più fiacca e le fitte che mi traffigono il petto, rallentano ancora di più la mia andatura, già lenta. Non voglio mostrarmi debole, piuttosto soffro in continuazione, ma non mi fermo.
Non so quanti chilometri abbiamo percorso, ma è buio e la notte sta calando.

- Ci fermiamo a riposare, riprenderemo domani mattina all'alba - si è arrestato improvvisamente, senza preavviso.
- Mi stai davvero scortando fino a mio padre? - chiedo titubante.
Ovviamente non mi risponde, si limita a dirottare lo sguardo altrove.

Mi indica con la mano un albero.
- Coricati qui -.
Il tempo di realizzare le sue parole, che è già scomparso nelle tenebre. So che resterà nei dintorni, non mi lascerà sola. Spero non sia solo una mia assurda speranza.
Mi sveglio in maniera brusca da un sonno agitato tormentato da brevi incubi.
Scorgo una luce.
Mi alzo adagio, attenta a non far scricchiolare troppo le foglie secche.
I miei occhi, seppur nascosti dietro il grande tronco dell'albero, trovano quasi subito la figura di Kian assorta in chissà quali pensieri.
È dinanzi a un falò e le sue mani attraversano il fuoco senza problemi. Sono scosse solo da leggeri tremolii, ma non sembrano bruciarsi o ustionarsi.
Sbatto le palpebre più volte, assicurandomi che non sia solo una mia allucinazione. Dopo un'occhiata più attenta, mi accorgo che non indossa la maglietta. È come se volesse che il fuoco raggiunga la sua pelle scoperta.
La mia vista sviluppata mi permette di scrutare con accuratezza il suo addome liscio, il suo petto ben definito cosparso da goccioline di sudore a causa del calore emanato dal falò. Osservo i suoi occhi socchiusi e la sua espressione completamente abbandonata alle sensazioni di tepore donatogli dal fuoco.
Non si accorge di me, così decido di non disturbarlo.
Ritorno a coricarmi nel mio angolino, non riuscendo a togliermi dalla testa la sua immagine tormentata.
Vorrei raggiungerli, quei suoi tormenti, e sradicarli dalla sua anima che brucia incessantemente.

Le sue mani erano immerse nel fuoco e non bruciavano. Il fuoco è ormai dentro di lui, non può fargli del male. È lui fuoco, un fuoco che desidera, forse, affievolirsi sempre di più, fino ad arrivare a spegnersi completamente.

Mi addormento ripensando ai suoi occhi serrati, al suo torace madido di sudore, alla sua pelle che arde senza scottarsi.

Eheh cosa sta succedendo ad Amelie? ☆☆

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon