Capitolo 12

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"Ci sono due persone, sono una coppia e sono umani. La loro umanità mi inonda. Non mi sembra di averli mai visti, perché sto sognando degli sconosciuti?
Poi vedo una bambina che gli corre incontro, spensierata più che mai.
La prendono in braccio e la riempiono di affetto. È così fortunata, penso.
Osservo meglio la bambina, mi sembra così famigliare. La sua gioia è la mia.
Tutto diventa più chiaro: sono io quella bambina.
Con quelle due persone mi sento a casa e loro mi vogliono bene, un bene sincero e sconfinato".

Apro gli occhi e sono di nuovo nella realtà. Sono senza forze e mi chiedo come faccio ad essere ancora viva.
Ripenso al sogno.
Una sola idea si fa spazio nella mia mente confusa: quella coppia è stata importantissima per me.
Erano i miei genitori adottivi e mi vedevano come fossi a tutti gli effetti loro figlia.
Dove sono finite queste due persone?
Come ho fatto a dimenticarmi di loro?

Mi sento così insulsa. Voglio ricordare a tutti i costi e rivevere la vita che avevo un tempo, prima di essere capitata in questo inferno.

Mi salgono le lacrime agli occhi, sto per scoppiare.
Sono divisa tra due vite e non sento di appartenere a nessuna delle due.

E i miei veri genitori?

Mia madre è morta, non potrò mai conoscerla. Un dolore più forte, di tutti quelli che ho provato fino ad adesso, mi attanaglia il petto.
È la consapevolezza che nella mia vita mancherà sempre qualcosa.
Non avrò mai i suoi consigli, non sentirò mai la sua voce e non potrò mai ricevere un suo abbraccio.

Cerco di accantonare questi pensieri che mi stanno uccidendo.
C'è qualcosa di ancora peggiore: sono rinchiusa in una cella.
Mi hanno gettata nelle loro prigioni, io che pensavo a un possibile scambio, a una possibile libertà.
Marciró qua dentro.

Guardo avanti e noto che, nella cella di fronte alla mia, c'è qualcuno sdraiato per terra.
È Robert.

- Robert sono Amelie! Puoi sentirmi? -.

Non ricevo nessuna risposta.
È moribondo e, dalla sua posizione scomposta, comprendo che è incosciente.
Lo chiamo ancora, molte volte, sgolandomi.

Mi approssimo contro le sbarre umide e gelate per controllare se ci sia qualcun altro nei paraggi.

Arrivano due vampiri, il loro sguardo è intimidatorio. Mi ordinano di non aprire bocca e di mangiare ciò che mi hanno portato.
Ho fame e mangio tutto senza batter ciglio.
I vampiru non mi perdono di vista nemmeno un secondo, capisco che è stato qualcuno a ordinargli di darmi del cibo e assicurarsi che lo mangiassi tutto.

Sento le forze tornarmi, ora posso affrontare con un po' più di spirito questa realtà opprimente.

- Ora seguici -.

Mi afferrano bruscamente, senza badare al fatto che possano farmi male.
Lancio un'occhiata al corpo di Robert riverso al suolo. Mi strattonano per impedirmi di guardarlo ancora.

I due vampiri mi conducono verso una camera in cui sono già stata: la stanza del vampiro Kian.
Non voglio tornarci, preferisco restare in gattabuia che con quell'essere senza coscienza.

Odio questi esseri che tengono ben salda la loro presa su di me, odio questa villa barocca che mi tiene prigioniera, odio i vampiri.
Sono solo degli esseri ignobili che godono delle sofferenze altrui, l'eternità li incattivisce di giorno in giorno, rendendoli spietati.
Odio anche la metà stessa vampira che freme di impossessarsi di me.

Kian mi accoglie nelle sue camere, facendo segno ai suoi "scagnozzi" di andarsene.
Sono di nuovo sola con lui e la sua malvagità.
Guarda il mio collo, probabilmente c'è il segno dei suoi canini.

- Ho sentito molte volte la leggenda del vampiro che si innamorò perdutamente dell'umana. All'inizio non ci credevo poi incontrai tuo padre, poveretto. Era un vampiro bruciato dal dolore e dalla perdita. Si è lasciato distruggere da una forza insensata e stupida come l'amore -.

Ascolto in silenzio, detestando ogni parola che mi sta dicendo.
La rabbia mi sta salendo a dismisura, accecandomi completamente.

- Sai dov'è mio padre? - chiedo abbassando lo sguardo.

- Nessuno lo sa. È ormai sparito da molto tempo -.

Forse mi sta mentendo, come ha fatto l'ultima volta riguardo a Robert.

- Cosa pensate di fare ora che ci avete rapito entrambi? - dico rabbiosa.

Si mette a ridere e fa qualche passo verso di me.

- Prova a immaginartelo. Presto arriveranno i licantropi, ho fiutato la loro presenza. Pensano di venire qui e salvarvi, poveri ingenui -

Non rifletto, gli salto addosso con tutta la forza che ho in corpo.
Lo scaravento a terra e inizio a colpirlo per stordirlo.
Nella foga del combattimento, riesco appena in tempo ad alzarmi e a scappare via dalla sua camera. Mi sta già seguendo ed è velocissimo.
Non ho recuperato interamente le forze, per questo non sono così rapida nella fuga.

Mi raggiunge e mi sbatte contro la parete di un corridoio.

- Cosa pensi di fare ragazzina? - il suo luccichio mi sovrasta.

Ciao a tutti lettori del mio cuore!
Grazie davvero di seguire la mia storia, ve ne sono proprio grata!
Cosa succederà adesso?
Arriveranno i licantropi?
Lo scoprirete presto ;)
A presto.

Giada.

L'oscuro mondo di Amelie (COMPLETA)Where stories live. Discover now